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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
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La storia del Tempio

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Ente Religioso

In contatto con Srila Prabhupada

4 settembre 1969, Hamburg

Satsvarupa: Il giorno dopo era il giorno del Vyasa-puja, la celebrazione del settantaquattresimo compleanno di Prabhupada. Quella mattina arrivò un pacco da New York contenente diverse copie dell'opuscolo Vyasa-puja, un tascabile di venticinque pagine pieno di omaggi dei discepoli di Prabhupada. Mesi prima, uno dei devoti aveva scoperto un vecchio numero di una rivista pubblicata da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati; la rivista conteneva un omaggio al Vyasa-puja che Prabhupada aveva scritto per commemorare il giorno dell'apparizione del suo maestro spirituale. Quando l'articolo fu portato all'attenzione di Prabhupada, disse che anche i suoi discepoli avrebbero potuto scrivere i propri apprezzamenti, proprio come aveva fatto lui quarant'anni prima. Così i devoti di New York avevano raccolto offerte da diciassette templi diversi e le avevano stampate tutte in un opuscolo Vyasa-puja. Prabhupada fu molto contento di ricevere il piccolo opuscolo e fece leggere ad alta voce a uno dei devoti nel tempio. Quando tutte le letture furono terminate, spiegò come il servizio e le preghiere fossero accettati da Krishna attraverso il mezzo della successione disciplica. Sebbene gli estranei possano pensare che "Quest'uomo si sta lusingando nell'ascoltare il suo stesso elogio", il vero significato dell'omaggio al Vyasa-puja è che è una prova di quanto bene i discepoli comprendessero la coscienza di Krishna e servissero il maestro spirituale. Le loro lodi andavano tutte alla Suprema Personalità di Dio attraverso la successione disciplica. E tali lodi erano un addestramento richiesto per il discepolo, proprio come gli ufficiali addestrano i soldati nell'esercito.

Srila Bhaktivinoda Thakura

16 SETTEMBRE 2024 - Apparizione

bhaktivinoda

 Srila Bhaktivinoda Thakura

 

Nel 1500 circa, l'incarnazione del Signore, Sri Krishna Caitanya Mahaprabhu, iniziò il Movimento Hare Krishna a Navadvipa, una città indiana della provincia del Bengala. Questo movimento è basato sulla filosofia degli antichi testi in Sanscrito della devozione a Krishna come la Bhagavad-gita e lo Srimad Bhagavatam, all'epoca, diffusi in breve tempo in tutta l'India. Il movimento ha reso popolare il sankirtan, il canto congregazionale del maha-mantra 'Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare', quale metodo più efficace per la realizzazione di Dio nell'età di Kali o era dell'ateismo, del peccato e del materialismo.

Dopo il 1750, l'influenza del Movimento Hare Krishna è sembrata svanire. Molte sette di sahajiyas (pseudo devoti a buon mercato) sorsero, ognuna reclamando di essere la dispensatrice del vaisnava-dharma (la religione di Sri Visnu o Krishna). A causa del loro cattivo carattere, i sahajiyas misero in cattiva luce il movimento del puro amore per Dio iniziato da Sri Caitanya Mahaprabhu. Nella prima metà del 1800 discese, dal mondo spirituale a quello materiale, un puro ed eterno devoto di Krishna per rivitalizzare il Movimento Hare Krishna ed iniziare così la sua espansione oltre i confini dell'India. Questo era Srila Bhhaktivinoda Thakura.

Srila Bhaktivinoda Thakura, il cui nome era Kedarnatha Datta preso dal padre (alcuni dicono dal nonno), nacque nell'opulenza la Domenica 2 del mese di settembre del 1838 a Birinagara (Ulagrama) nel distretto di Nadia. Lui era il settimo figlio di Raja Krishnananda Datta, un grande devoto del Signore Nityananda. Fu anche conosciuto come il più grande nipote di Madana Mohana, terzo figlio del suo padrino Anandacandra e daitya-kulera prahlada (Prahlada nella famiglia dei demoni). Quest'ultimo nome era dovuto al fatto che il vaisnavismo non era ben visto nella sua famiglia, specialmente da parte della madre. Da bambino visse presso il palazzo del nonno materno, Mustauphi Mahasaya, a Biranagara in un ambiente molto opulento. Ebbe la sua educazione elementare presso la scuola iniziata da sua nonna materna. In seguito frequentò una scuola inglese a Krishnanagara iniziata dal Re di Nadia; lasciò quella scuola quando suo fratello, più anziano di lui, morì inaspettatamente di colera.

All'età di undici anni, suo padre morì e successivamente la famiglia entrò in uno stato di povertà dovuto al cambio del proprietario delle terre che aveva in concessione la nonna - la loro grande ricchezza si rivelò così illusoria. Nonostante ciò, il giovane Kedarnatha Datta superò queste difficoltà con grande determinazione. Sua madre gli arrangiò il matrimonio quando lui aveva solo dodici anni (1850 A.D.) con la figlia quindicenne di Madhusudana Mitra Mahasaya, un residente di Rana Ghata. In quel periodo Kasiprasada Ghosh Mahasaya Thakur (uno zio di Kedarnatha Datta) che era diventato insegnante in un istituto inglese, venne ad abitare ad Ulagrama dopo la morto del nonno materno. Lui istruì il giovane Kedarnatha Datta nella sua casa di Calcutta nonostante la contrarietà iniziale della madre di Kedarnatha Datta.

La casa era situata nel distretto di Heduya al centro di Calcutta. Kasiprasada all'epoca era la figura centrale del circolo dei letterati essendo l'editore dell'Hindu Intelligencer tanto che molti scrittori andavano da lui per imparare l'arte della corretta scrittura in inglese. Kedarnatha Datta, riconosciute le sue abilità dallo zio, lo assisteva nel redigere critiche sui manoscritti che pervenivano al giornale. Sri Kedarnatha Datta studiò i libri di Kasiprasada e frequentò biblioteche pubbliche. Partecipò all'alta scuola di Calcutta "Hindu Charitable Institution" e divenne un esperto lettore, oratore e scrittore, della lingua inglese.  Si ammalò poi a causa dell'acqua salata di Calcutta e ritornò ad Ulagrama dove un tantrico (Musulmano sortilego), che aveva predetto che il villaggio di Biranagara sarebbe diventato disabitato a causa di una pestilenza, lo curò. Il Musulmano predisse anche che Kedarnatha Datta sarebbe stato riconosciuto come un grande devoto di Sri Krishna.

A diciotto anni (1856 A.D.) Kedarnatha Datta  andò all'Università a Calcutta. Iniziò a scrivere profusamente sia in inglese sia in bengali; questi componimenti furono pubblicati su giornali locali. Lui diede anche conferenze in entrambe le lingue e inoltre studiò ampiamente la letteratura inglese; scrisse un dicorso per una perona che in seguito divenne un noto oratore del Parlamento Britannico. Fra il 1857 e il 1858 compose un poema in due atti intitolato "La Poriade", che pianificò di completare in un totale di 12 libri. Questi due libri descrivevano la vita di Porus che incontrò Alessandro il Grande. Sriman Dvijendranatha Thakura, il figlio maggiore di Maharsi Devendranatha Thakura, fu il miglior amico di Kedarnatha Datta durante il periodo dei loro studi universitari. Lui aiutò Kedarnatha Datta nei suoi studi letterari sulle religioni occidentali. Kedarnatha Datta era molto affezionato a Devendranatha Thakura tanto che lo chiamava baro bada, o grande fratello. Era molto preso dalla teologia cristiana che reputava più interessante e meno offensiva del monismo Hindu, advaita-vedanta di Sankaracarya. Trascorreva molte ore nel comparare gli scritti di Channing, Theodore Parker, Emerson e Newman. diede una conferenza, alla "Società indo-britannica", sull'evoluzione della materia attraverso la virtù.

Verso la fine del 1858 Kedarnatha Datta tornò a Biranagara e scoprì che la predizione del tantrico si era avverata, il posto era distrutto e disabitato. Sri Kedaranatha Datta portò allora sua madre e la nonna materna a Calcutta con lui. Subito dopo andò in Orissa per visitare il nonno paterno, Rajavallabha Datta, che era stato una personalità di spicco a Calcutta e che ora stava vivendo come un asceta nelle campagne dell'Orissa. I suoi giorni stavano volgendo al termine; lui poteva vedere il futuro per cui sapeva molto bene che avrebbe dovuto lasciare questo mondo molto presto, e ciò avvenne nel 1859, così volle Kedarnatha Datta, che ormai aveva 21 anni, vicino a sé. Dopo aver ricevuto le ultime istruzioni da suo nonno, Kedarnatha Datta, viaggiò per tutto l'Orissa visitando tutti i templi e i monasteri dello Stato. Come giovane capofamiglia, Srila Bhaktivinoda, cominciò a considerare la questione dei mezzi di sostentamento. Lui non era interessato a fare affari e aveva notato come l'apparente 'disonestà necessaria' nel commercio, dovuta alla competizione nelle vendite, avesse indebolito moralmente la classe dei commercianti. L'etica del loro lavoro era stata rimossa dal principio della mutua assitenza in caso di fallimento, per ovviare all'assistenza della legge di compensazione naturale chiamata karma. Lui decise di diventare un insegnante d'inglese e stabilì una scuola nel villaggio di Kendrapara vicino a Chutigrama, nell'Orissa, diventando così un pioniere nell'insegnamento dell'inglese in quello Stato. Potè così notare anche il potere oppressivo esercitato dai proprietari terrieri di Chutigram. Dopo qualche tempo andò a Puri per sostenere un esame che gli valse il posto d'insegnante alla scuola di Cuttack; in seguito diventò preside della scuola di Bhadraka e poi di Madinipura. La sua dedizione per il lavoro fu notata dalle autorità scolastiche.

Nel 1860, a Bhadraka, nacque il suo primo figlio, Annada Prasada (Acyutananda). Quell'anno pubblicò un libro che descriveva tutti i templi e gli asrama dello stato; ricevette una menzione speciale nel lavoro "Orissa" dello storico inglese Sir William Hunter che apprezzò il carattere religioso e morale di Kedarnatha Datta. Quale preside del liceo di Madinipura, Kedarnatha Datta fece uno studio sulle varie sette religiose, le loro filosofie e le loro pratiche, scoprendo che molte di esse erano superficiali. Capì che l'unica vera e reale religione era quella stabilita da Sri Caitanya Mahaprabhu nel Bengala anche se, sfortunatamente, all'epoca il Suo movimento non era degnamente rappresentato. A causa delle incomprensioni, della corruzione e dell'influenza delle apa-sampradayas, la sincera anima di Kedarnatha Datta non riuscì, nonostante i suoi sforzi, a trovare una copia della Sri Caitanya Caritamrita. Il Thakura attaccò tutti coloro che appartenevano alle apa-sampradayas e che stavano contaminando il Vaisnavismo Gaudiya tarmite tredici deviazioni filosofiche: Aula, Baula (2 types), Karttabhaja, Neda, Daravesa, Sani, Sahajiya, Sakhibheki, Smarta, Jatagosani, Ativadi, Cudadhari e Gauranga-Nagari. Questi gruppi deviati, principalmente per il loro orgoglio, erano visti dalla gente come la Gaudiya Sampradaya nonostante nessuno di loro stesse seguendo strettamente i principi regolatori vaisnava previsti dai seguaci di Sri Krishna Caitanya (i sei Gosvami). 

Per maggiori dettagli sulle apa-sampradayas, di dovrebbe leggere un bellissimo articolo pubblicato sulla rivista "Back to Godhead" del 1991

La prima moglie di Kedarnatha Datta morì e, nella città di Jakapura, si sposò con Bhagyavati De. Nel 1861 Kedarnatha Datta accettò il posto di Vice Magistrato nel Governo del Bengala quindi, dopo aver visto la corruzione che vigeva fra i lavoratori del governo, divenne un Ufficiale di Stato. Stabilì un'organizzazione chiamata "Bhriatr Samaja". Nel 1863 scrisse un libro in inglese intitolato "I nostri desideri". Sempre in quel periodo costruì una casa a Rana Ghata. Nel tardo 1863, a Burdwana, compose due poemi in Bengali: "Vijinagrama" (Villaggio deserto) e "Sannyasi". Il "Calcutta Review" num, 39 del 1893 apprezzò questi poemi dicendo: "Noi speriamo che l'autore continui a dare ai suoi connazionali i benefici della sua penna, elegante e senza pretese, che è del tutto priva dei discutibili titoli ed espressioni di pensiero che ultimamente abbondano in molti drammi di recente pubblicazione. Il desiderio è quello di creare una letteratura per le donne Hindu e confidiamo nel fatto che molte persone istruite abbiano il buon senso e le capacità per raggiungere questo desiderabile obiettivo." La rima e lo stile di questi poemi erano originali ed hanno dato vita ad un nuovo modo di scrivere poesie in lingua bengalese.

Nel 1866 Kedarnatha Datta prese la posizione di Vice 'Register' con il potere di Vice 'Collector' e Vice Magistrato nel distretto di Chapara. Lui era conosciuto come persona che parlava fluentemente Persiano e Urdu. In un posto chiamato Saran (Chapara), una cricca di coltivatori di tè gli fece delle richieste ingiuste e lui si oppose con successo. Mentre era in visita al Gautamasrama a Godana, desiderando stabilire lì una scuola per l'insegnamento del nyaya-sastra, fece un discorso molto apprezzato (1866). La scuola venne costruita e la prima pietra fu posta da Sir River Thomson, dal quale la scuola prese il nome. In seguito Sri Kedarnatha Datta non ebbe altro ruolo nello sviluppo della scuola in quanto il discorso da lui fatto era mirato al solo reperimento di fondi per la sua costruzione. Sempre nel 1866 Kedarnatha Datta tradusse il Manuale del Registro Balide in Urdu, che venne utilizzato dal governo stesso nelle provincie unite di Agra a Oudh. In seguito, Sri Kernatha Datta, fu trasferito a Purniya dove prese la responsabilità dei dipartimenti governativi e giudiziali, quindi nel 1868 fu trasferito a Dinajpur (Bengala Ovest) diventando Vice Magistrato. Fu lì che ricevette da Calcutta una copia dello Srimad Bhagavatam e della Caitanya Caritamrita.

Lui lesse più volte la Caitanya Caritamrita; la sua fede nella Coscienza di Krishna si sviluppò venendo a contatto, giorno e notte, con i puri bhakti-sastra. Lui presentava incessantemente profonde preghiere per avere la misericordia del Signore arrivando così a comprendere la suprema maestà e potenza della sola e unica Personalità Assoluta e Suprema di Dio, Sri Krishna. Pubblicò una canzone sul Signore Caitanya, 'Saccinandana-premalankara'. Nel 1869, mentre lavorava come Vice Magistrato sotto il Governo del Bengala a Dinajapur, pronunciò un discorso che lui aveva scritto, sullo Srimad Bhagavatam, davanti ad una congregazione di molti uomini di lettere provenienti da diverse parti dell'India e dall'Inghilterra. Fu trasferito a Camparana dove nacque il suo secondo figlio, Radhika Prasada. A Camparana, la gente era solita adorare un fantasma, che risiedeva in un albero baniano, poiché esso aveva il potere dìinfluenzare la mente del giudice locale e farlo decidere a favore dei suoi adoratori. Sri Kedarnatha Datta impegnò il padre di Pandita Ramabhai, una famosa studentessa, a leggere lo Srimad Bhagavatam sotto quell'albero, giorno e notte. Dopo un mese l'alberò crollò a terra e naturalmente molte persone cominciarono ad aver fede nello Srimad Bhagavatam. Da Camparana poi andò a Puri, dove impegnò il suo cuore senza limiti.

Vicino alla capitale dell'Orissa, nella città di Kamanala, viveva uno yogi chiamato Bisakisena, che si sdraiava sopra un fuoco per poi rialzarsi; in questo modo lui entrava ed usciva dalle fiamme. Lui poteva anche sprigionare il fuoco dalla sua testa. Aveva due compagni di nome Brahma e Siva, e lui diceva di essere Visnu. Il piccolo re dell'Orissa, dominato dallo yogi, stava fornendo fondi per la costruzione di un tempio per i 'Triguna-avataras', ma non solo, mandò anche una donna con la quale lo yogi s'impegnò nei divertimenti della rasa-lila. Bisakisena dichiarò che lui avrebbe scacciato gli Inglesi dall'Orissa e che lui sarebbe diventato il re. Scritta questa dichiarazione, cominciò a circolare per tutto lo stato. Gli inglesi credettero che lui fosse un rivoluzionario che parlava contro il Regno Inglese così il Governatore del Distretto del Governo Nazionale del Bengala emanò l'ordine di arresto. Nessuno però in Orissa aveva il coraggio di eseguire l'ordine in quanto tutti temevano Bisakisena. Il sig. Ravenshaw, commissario del distretto dell'Orissa, chiese a Kedarnatha Datta di arrestare Bisakisena. Sri Kedarnatha Datta andò personalmente da Bisakisena il quale manifestò alcuni poteri, che avrebbero mandato in confusione un uomo ordinario, e gli disse che lui, essendo Dio, sapeva qual'era la sua missione e che non avrebbe dovuto interferire con i suoi piani. Era troppo per Kedarnatha Datta che rispose dicendogli che anche lui sapeva quali erano i suoi poteri yoga e tantra e gli chiese di andare con lui a Jagannatha Puri dove avrebbe potuto avere il darshan di Jagannatha. Altezzosamente Bisakisena disse: "Perché dovrei venire a vedere Jagannatha? E' solo un pezzo di legno. Io sono il Supremo in persona." Sri Kedarnatha Datta divenne furioso ed arrestò immediatamente il furfante e lo portò a Puri dove lo gettò in cella guardato costantemente da tre dozzine di Musulmani e 72 poliziotti di Cuttack, giorno e notte. I due compagni di Bisakisena si difesero dicendo che erano stati obbligati a comportarsi così da Bisakisena ed evitarono l'arresto ma in seguito l'Ufficiale di Kodar, il sig. Taylor, li perseguì ugualmente. 

Senza paura Kedarnatha Datta portò Bisakisena a Puri; il processo durò 18 giorni durante i quali migliaia di persone sulle quali Bisakisena aveva il controllo, reclamarono la sua liberazione. Il sesto giorno del processo la seconda figlia di Kedarnatha Datta (di 7 anni) si ammalò improvvisamente arrivando vicino alla morte, ma nel giro di un altro giorno guarì. Kedarnatha Datta sapeva che era dovuto al potere tantrico dello yogi e disse: "Si, possiamo morire tutti, ma questo mascalzone dev'essere punito." Il giorno successivo lo yogi disse che aveva manifestato alcuni suoi poteri ma che ne avrebbe manifestati altri e suggerì che Kedarnatha datta avrebbe dovuto rilasciarlo pena il subire miserie peggiori. L'ultimo giorno del processo, si ammalò Kedarnatha Datta con febbre molto alta e stesse pene che aveva già passato la figlia per un giorno intero ma, determinato, pronunciò la sentenza di condanna a 18 mesi per cospirazione politica. Quando Bisakisena fu preparato per andare in carcere, l'Ufficiale Medico del Distretto gli fece tagliare i lunghi capelli. Si scoprì così che lo yogi prendeva potere dai suoi lunghissimi capelli in quanto non aveva mangiato e bevuto per tutta la durata del processo ma, appena rasato, stramazzò a terra come una persona morente. Dopo tre mesi fu portato nelle prigioni centrali di Midnapura dove si avvelenò e morì nell'anno 1873. 

A Puri, Sri Kedarnatha Datta studiò lo Srimad Bhagavatam con i commenti di Sridhara Swami, copiò per esteso i Sat-sandarbha di Jiva Gosvami e fece uno studio approfondito del Bhakti Rasamrita Sindhu di Rupa Gosvami. Negli anni fra il 1874 e il 1893, Bhaktivinoda Thakura dedicò molto tempo al canto dei santi nomi, anche se non tralasciò l'esecuzione dei suoi doveri mondani; scrisse diversi libri in Sanscrito come la Sri Krishna Samhita, il Tattva-sutram e il Tattva-viveka. Scrisse anche molti libri in Bengali come la Kalyana-kalpataru; nel 1874 compose il Datta-kausubha (in Sanscrito). Una volta a Puri fondò la Società di discussione Vaisnava consciuta come 'Bhagavat-samsat' con sede nei giardini Jagannatha-vallabha, dove Sri Ramananda Raya eseguiva il suo bhajan. Tutti i vaisnava più importanti aderirono al gruppo eccetto Raghunatha dasa Babaji, consciuto come Siddha Purusa. Lui pensava che Srila Bhaktivinoda Thakura non fosse autorizzato, siccome non portava il kanthi-mala e il tilaka; disse così agli altri vaisnava di evitare l'associazione di Srila Bhaktivinoda Thakura. Molto presto Raghunatha dasa Babaji contrasse una malattia mortale per le offese che aveva fatto. In sogno, gli apparve il Signore Jaganntha che gli disse di pregare per avere la misericordia di Bhaktivinoda Thakura se era interessato a guarire anziché morire. Lui lo fece; Bhaktivinoda Thakura gli diede una medicina speciale e lo salvò ed in più benedì Raghunatha dasa Babaji dandogli la consapevolezza della posizione di Bhaktivinoda Thakura. Altri invece avevano un naturale affetto, come Sri Svarupa dasa Babaji, che svolgeva il suo bhajan a Satasana, vicino all'oceano a Puri; mostrò molto affetto per Bhaktivinoda Thakura e gli diede anche profonde istruzioni ed insegnamenti provenienti dalle sue realizzazioni sul bhajan del santo nome.

Un altro, Charan dasa Babaji, predicò e stampò libri consigliando che si dovrebbe cantare il Mahamantra Hare Krishna col japa e Nitai Gaura Radhe Syama Hare Krishna Hare Rama in kirtana. Srila Bhaktivinoda Thakura gli predicò duramente e a lungo finché dopo molto tempo Charan dasa Babaji andò a chiedere perdono a Srila Bhaktivinoda Thakura ammetendo i suoi errori nell'aver diffuso un mantra senza senso per tutto il Bengala. Sei mesi dopo Charan dasa Babaji diventò pazzo e morì nell'afflizione.

Srila Bhaktivinoda Thakura è stato uno dei devoti più eruditi di quest'epoca, tuttavia ha presentato sè stesso come un insignificante messaggero del Signore, come si può verificare dal seguente messaggio: "Come mi sia venuta l'ispirazione per compilare questo libro (Sri Srimad Bhagavata Arka Marichimala) è un mistero Divino perché io non mi sentivo di farlo in quanto mi si sarebbe potuto contestare che era solo  presunzione spirituale, ma poi mi sono reso conto che sarebbe stata una rovina per il mio maestro spirituale e ciò avrebbe rappresentato un ostacolo per il mio progresso spirituale quindi senza alcuna vergogna registro il fatto che,  sotto la benedizione del mio maestro spirituale Sri Bipin Bihari Gosvami, che apparteneva alla discendenza del grande Thakur Vamsibadananda, un fedele seguace del mio Signore Sri Caitanya Mahaprabhu, mantre ero profondamente immerso nello studio dello Srimad Bhagavatam,  un giorno ebbi la visione di Sri Svarupa Damodara, la mano destra del Signore Caitanya,  che m'istruì a compilare gli sloka dello Srimad Bhagavatam in accordo ai principi di 'sambandha', 'abhideya' e 'prayojana' , come stabilito da Sri Caitanya Mahaprabhu così che il libro potesse essere letto e facilmente compreso con grande interesse e delizia dagli amorevoli devoti del Signore. Srila Svarupa-Damodara Prabhu, in seguito, mi guidò suggerendomi una meravigliosa spiegazione del primo verso dello Srimad Bhagavatam e mi mostrò come avrei dovuto spiegare i versi secondo la linea filosofica della Gaudiya Vaisnava.

Srila Bhaktivinoda Thakura divenne l'amministratore del tempio di Jagannatha Puri ed usò il suo potere per stabilire un'adorazione regolata delle Divinità. Nel cortile del tempio stabilì un Bhakta Mandapa, ovvero il luogo dove si sarebbero tenute delle discussioni quotidiane sullo Srimad Bhagavatam. Srila Bhaktivinoda Thakura trascorreva molte ore a discutere di Krishna e a cantare i santi nomi nei suoi luoghi preferiti: il tempio di Tota-Gopinatha, la tomba di Haridasa Thakura, il Siddha Bakula e la Gambhira. Prese appunti sul Vedanta-sutra usato da Sri Syamalala Gosvami nell'edizione del Govinda Bhasya pubblicata da Baladeva Vidyabhusana. Vicino ai giardini Jagannatha-vallabha, in una grande casa adiacente alla Chata Narayana Matha, il quinto giorno della luna calante del mese di Magha dell'anno 1874, nacque il quarto figlio di Bhaktivinoda Thakura. Fu chiamato Bimala Prasada; più tardi conosciuto come Om Visnupada Paramahamsa Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati.

Come uomo di famiglia, Kedarnataha Datta, ebbe due mogli e almeno dieci figli, dei quali il più grande erudito e vaisnava Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati era uno di questi. Bimala Prasad (Bhaktisiddhanta Sarasvati) era nato a Purusottama Ksetra (Jagannatha Puri) il 6 febbraio del 1847, in risposta ad una preghiera di Bhaktivinoda Thakura al Signore di inviargli un "Raggio di Visnu" per predicare il messaggio di Sri Caitanya Mahaprabhu in tutto il mondo. Quando il bambino aveva solo sei mesi di vita, durante i tre giorni del Ratha Yatra di Jagannatha Puri, il carro del Signore Jagannatha si fermò proprio davanti alla casa di Srila Bhaktivinoda Thakura che disse subito alla moglie di portare fuori il bambino per il darshan del Signore Jagannatha. Come lei mise il bambino davanti al Signore, una ghirlanda di fiori di Sri Jagannatha cadde proprio attorno al collo di Bimala Prasada e la cerimonia di anaprasna (del primo cereale) fu fatta proprio in quel momento con il mahaprasada di Jagannatha. All'età di dieci mesi il bambino si trasferì con la madre a Ranaghat, nel distretto di Nadia, dove trascorse l'infanzia ascoltando le glorie di Sri Hari da sua madre.

Srila Bhaktivinoda e sua moglie erano ortodossi e virtuosi, non permisero mai ai loro figli di prendere cibo che non fosse prasada o di associarsi con cattive compagnie. Un giorno Bimala Prasada, che ancora non aveva quattro anni, fu rimproverato da suo padre per aver assaggiato un mango che non era stato offerto a Sri Krishna. Bimala Prasada, ancora un piccolo bambino, si considerò un offensore del Signore e fece il voto di non prendere più manghi per tutto il resto della sua vita. Raggiunti i sette anni, Bimala Prasada aveva ormai imparato a memoria la Bhagavd-gita ed era in grado anche di spiegarne ogni singolo verso in maniera meravigliosa. Suo padre iniziò, in occasione della pubblicazione della rivista Vaisnava 'Sajjana Tosani', ad insegnargli le tecniche di composizione e stampa dei libri. Due anni prima nacque il terzo figlio di Srila Bhaktivinoda Thakura, Kamala Prasada.

Nel 1874 Bhaktivinoda Thakura scoprì che il Raja di Puri si era indebitamente appropriato di 80.000 Rupie per la gratificazione dei sensi. Questo denaro apparteneva al tempio così Bhaktivinoda Thakura forzò il Raja ad offrire la bhoga, per il Signore Jagannatha, 52 volte al giorno. Il denaro del Raja diminuì velocemente e così lui, animato dalla collera verso Bhaktivinoda Thakura iniziò, con l'aiuto di 50 pandits, uno yajna (Maran-karmani tantric yajna) con lo scopo di uccidere Bhaktivinoda Thakura. Dopo trenta giorni e dopo l'offerta dell'ultima oblazione, fu il figlio del Raja a morire e non il cuore puro di Srila Bhaktivinoda Thakura. Lasciata Puri per affari speciali, ritornò nel Bengala e visitò Navadvipa, Santipura e Kalana. Gli fu affidata la responsabilità della sottodivisione Mahisarekha  di Haora. In seguito fu di nuovo trasferito a Bhadraka dove, nel 1878, diventò capo della sottodivisione Naraila nel distretto di Yashohan.

Mentre era a Naraila, furono pubblicati i suoi due libri Sri Krishna-samhita e Krishna-kalpataru. In una lettera del 16 aprile 1880, il Dottor Reinhold Rost scrisse a Srila Bhaktivinoda Thakura: "Rappresentando il carattere di Krishna e il Suo culto in una maniera più sublime e trascendentale di quanto non sia mai stato fatto fino ad ora, hai reso un servizio essenziale agli adepti della tua religione e nessuno si è mai deliziato del tuo lavoro più del mio ormai trapassato amico Goldstuecker, il più sincero e zelante avvocato Hindu che l'Europa abbia mai avuto." Questi due lavori hanno risvegliato l'attenzione di molti pandit ed uomini colti dell'India. Nel 1877 nacque Varada Prasada, il quinto figlio di Bhaktivinoda Thakura e il sesto, nel 1878, fu Viraja Prasada; entrambi nati a Rana Ghata. Srila Bhaktivinoda Thakura prese pancaratrika diksa, l'iniziazione, da Bipin Bihari Gosvami, discendente della famiglia di Jahnava di Baghnapara. Nello stesso periodo, sempre a Rana Ghata, nacque il settimo figlio, Lalita Prasada. Molte persone avevano abbracciato il Vaisnavismo ad Haraila, ma erano incapaci di riconoscere chi era vaisnava e chi no; Srila Bhaktivinoda Thakura diede loro rifugio e li istruì molto dettagliatamente a riguardo. 

Una volta Srila Bhaktivinoda Thakura e suo figlio, come assistente, andarono ad incontrare il suo guru, Vipin Bihari Gosvami. Vipin Bihari Gosvami apparteneva alla successione disciplica risalente a Sri Gadadhara Pandita, l'emanazione plenaria di Srimati Radharani. Gli appartenenti a questa linea sono generalmente raganuga-bhaktas, in quanto adorano Sri Gaura Gadadhara con un sentimento d'amore spontaneo, bhava. Questo tipo di adorazione non è indicato per coloro che ancora non sono liberi dalla schiavitù del corpo e dei sensi, ma solo per coloro che hanno già risvegliato la loro eterna relazione d'amore per la Divina coppia di Sri Sri Radha Krishna. C'è una breve ma interessante storia che mostra il sentimento di Bhaktivinoda Thakura e di suo figlio, poi chiamato Bhaktisiddhanta Sarasvati. Nella loro siddha deha, come puri nitya siddha, eterni associati del Signore Sri Krishna, Bhaktivinoda Thakura è Kamala Manjari, un'ancella servitrice delle gopi e Siddhanta Sarasvati è la sua assistente Nayana Manjari. La relazione fra Srila Bhaktivinoda Thakura e il suo diksa-guru fu sempre esemplare, sebbene Vipin Bihari Gosvami non fosse molto avanzato essendo un kanistha adhikari guru, mentre il Thakura era un uttama adhikari, paramahamsa o dell'ordine più elevato. Tuttavia Bhaktivinoda si comportò sempre come un umile discepolo. In un'occasione, alla presenza di Bhaktisiddhanta Sarasvati, Bhaktivinoda Thakura offrì i suoi rispettosi omaggi al suo guru. Vipin Bihari Gosvami rispose ponendo i suoi piedi sulla testa del Thakura. Per il giovane e focoso Siddhanta Sarasvati questo era troppo! Una cosa era che suo padre lo avesse accettato formalmente come maestro spirituale iniziatore, ma così si andava troppo in là. Srila Siddhanta Sarasvati aveva solo sette anni e non appena rimase solo con Vipin Bihari Gosvami, decise di mettere le cose in chiaro.

"Tu stai agendo come un grande, grande guru e ha i messo i tuoi piedi sulla testa di qualcuno che non conosci. Se tu avessi saputo chi è Thakura, non l'avresti fatto. Ma non lo sai! Mio padre è un grande nitya siddha, un eterno associato di Sri Sri Radha e Krishna che è venuto qui per servire la Loro missione. Pensi, d'essere così avanzato, di poter mettere i tuoi piedi sulla testa di una tale personalità? Non credo. Hai dimostrato di essere un kanistha adhikari (un neofita) visto che non sei stato in grado di riconoscere tra chi è più avanzato e chi meno, perciò ti suggerisco di rinunciare a tale pratica in futuro." Srila Bhaktivinoda Thakura rientrò nella stanza e la conversazione cambiò. Più tardi, nella stesa giornata, Vipin Bihari Gosvami menzionò l'accaduto a Bhaktivinoda, "Tuo figlio è ardito al punto tale da diventare scortese." In seguito Thakura Bhaktivinoda scoprì l'argomento della conversazione e la menzionò a suoi amici per glorificare, scherzosamente, il suo audace figlio dicendo: "Lui è senza paura, al punto tale che aveva castigato il mio guru Vipin Bihari Gosvami." Riflettendo su questo incidente possiamo notare che anche se il proprio maestro spirituale non è un devoto del Signore al livello di uttama adhikari, un mahabhagavat, lo si  può servire comunque ed essere ugualmente soddisfatti. L'altro lato della medaglia trascendentale è che Srila Bhaktisiddhanta Sarsvati ci ha insegnato una bella lezione. Noi non dovremmo mostrarci più avanzati di quello che siamo in realtà, altrimenti commetteremo offese nei confronti di chi è realmente più avanzato di noi.

Nel 1881 Bhaktivinoda Thakura iniziò la pubblicazione del "Sajjanatosani", il suo giornale vaisnava. Srila Bhaktivinoda Thakura, nel 1866, andò in pellegrinaggio a Kasi, Prayaga, Mathura e Vrindavana (Vraja Mandala). Al termine della sua permanenza a Naraila, desiderò vedere ancora il Vraja Dham. Allo scopo si prese tre mesi di tempo e durante questo periodo incontrò Srila Jagannatha Dasa Babaji Maharaja che seguiva un suo programma nel quale, ogni sei mesi si spostava tra Navadvipa e Vrindavana. Durante l'incontro, Srila Bhaktivinoda Thakura lo accettò come suo eterno ed adorabile siksa-guru (guru istruttore).

Durante il pellegrinaggio entrò in contatto con una banda di dacoits, banditi conosciuti col nome di Kanhjaras che rubavano e uccidevano i pellegrini; lui mise in evidenza il problema al governo e venne predisposta una commissione per debellare questo flagello. Da Vrindavana andò a Calcutta dove comprò una casa al 181 di Via Maniktala, ora chiamata Via Ramasha Datta, vicino al Parco di Bidana. Iniziò ad adorare giornalmente Sri Giridhari (la forma trascendentale di Krishna che apparve nella forma della collina Govardhana) e chiamò la casa col nome di Bhakti-bhavana. Fu nominato capo della sottodivisione di Barasa.

Nel 1881, durante gli scavi per la costruzione della "Bhakti-bhavana" a Rambagan (Calcutta), fu trovata una divinità di Kurmadeva. Dopo aver iniziato il figlio di sette anni, Bhimala, Bhaktivinoda gli affidò il servizio alla divinità di Kurmadeva. Il romanziere Bankim Candra, incontrò Srila Bhaktivinoda Thakura a Barasa e, gli mostrò il suo nuovo libro che parlava di Krishna. Srila Bhaktivinoda Thakura gli predicò per quattro giorni durante i quali prese pochissimo cibo e praticamente non dormì... alla fine Bankim Candra cambiò idea (lui faceva speculazioni su Krishna) e decise di conformare il suo libro agli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu. Srila Bhaktivinoda Thakura era solito dire: "Conoscere è potere".

Il primo aprile del 1884, Srila Bhaktivinoda Thakura fu nominato Vice Magistrato di Serampore e lì iscrisse al liceo Bimala Prasada. Mentre frequentava la quinta classe, Bimala, inventò un nuovo metodo di scrittura chiamato Bicanto. In questo periodo lui prese lezioni di matematica ed astrologia da Mahescandra Cudamoni Pandita. Lui comunque preferiva leggere libri devozionali piuttosto che libri scolastici. Nella seconda parte del 1886, a Barasat, Srila Bhaktivinoda Thakura pubblicò un'edizione della Bhagavd-gita, con il commentario Sanscrito di Srila Visvanataha Cakravarthi Thakura, tradotta in Bengali (la traduzione Rasika-ranjana). Srila Bhaktivinoda Thakura aveva intrapreso quest'opera di traduzione in seguito alla richiesta di Babu Sarada Carana Mitra, un ex giudice dell'Alta Commissione di Calcutta. La prefazione fu scritta da Sriman Bankima Candra nella quale riconosceva di aver contratto un debito non ripagabile per il lavoro svolto da Srila Bhaktivinoda Thakura aggiungendo anche che tutti i lettori Bengali erano di conseguenza indebitati, con Srila Bhaktivinoda Thakura, per il suo santo lavoro.

Srila Bhaktivinoda Thakura fu trasferito da Barasat a Sriramapura dove visitò la casa di Uddhara Datta Thakura, un grande associato del Signore Nityananda a Saptagram. A Khanakula visitò la residenza di Abhirama Thakura e a Kulinagrama vide dove era vissuto un altro grande devoto di Sri Caitanya Mahaprabhu, Vasu Ramananda. A Sriramapura compose e pubblicò uno scritto magistrale, la Sri Caitanya Siksamrita, il Vaisnava-siddhanta-mala, il Prema-pradipa e la Manah-siksa. Nel frattempo continuava a pubblicare regolarmente il Sajjanatosani. Nel Bhakti Bhavana a Calcutta, avviò il Sri Caitanya Yantra, una macchina da stampa con la quale stampò il Maladhara's Sri Krishna-vijaya, il suo Amnaya-sutra e la Caitanyopanisad dall'Atharva Veda.

Trovare la Caitanyopanisada fu un'impresa ardua. Nonostante nel Bengala chiunque ne avesse sentito parlare, dovette viaggiare da un posto all'altro per tutto lo Stato e finalmente, un devoto vaisnava pandita di nome Madhusudana dasa, qualche volta elencato nella lista della guru-parampara, gli inviò una vecchia copia che lui aveva custodito a Sambalapura. Bhaktivinoda Thakura scrisse un commentario Sanscrito sul libro e lo chiamò Sri Caitanya Caranmrita. Madhusudana dasa Mahasaya tradusse i versi in Bengali e questa versione fu chiamata Amrita-bindhu. Una volta pubblicata e stampata, tutte le copie furono vendute. A Calcutta, Srila Bhaktivinoda Thakura, iniziò la Visva-Vaisnava Sabha, deidcata alla predica della pura bhakti come voluto da Sri Caitanya. Per pubblicizzare l'opera dell'associazione, Srila Bhaktivinoda pubblicò un libretto intitolato Visva-Vaisnava-kalpavi.

 

bhaktivinoda songs


Lui pubblicò inoltre una sua edizione della Sri Caitanya Caritamrita con il suo commentario, l'Amrita-prabhava Bhasya. Lui introdusse il Caitanyabda o calendario dell'era di Sri Caitanya e diede impulso alla diffusione del Caitanya Panjika, il calendario che stabiliva la festa di Gaura Purnima. Tenne conferenze e letture sul Bhakti Rasamrita Sindhu (di Srila Rupa Gosvami) presso varie associazioni Vaisnava; pubblicò inoltre l'Hindu Herald, un periodico Inglese con resoconti dettagliati della vita di Sri Caitanya.


Fu allora che i Vaisnava più eruditi riconobbero Kedarnatha Datta e gli diedero il titolo onorario di Bhakti Vinoda Thakura.

Nel 1887 Srila Bhaktivinoda Thakura decise di smettere il suo servizio per il governo e assieme a Bhakti Bhringa Mahasaya andò a Vrindavana. Una notte, a Tarakesvara, mentre era ancora al servizio del governo, sognò Sri Caitanya Mahaprabu che gli disse: "Tu andrai certamente a Vrindavana, ma prima dovresti fare un servizio a Navadvipa. Cosa ne pensi?" Quando il Signore sparì, Bhaktivinoda Thakura si svegliò. Sentito il racconto, Srila Bhakti Bhringa Mahasaya disse a Bhaktivinoda Thakura di trsferirsi a Krishnanagara, e così lui fece rifiutando anche il posto di Capo Commissione dell'Assam e di Ministro di Tripura. Nell'occasione cercò anche di dimettersi definitivamente, ma non ci riuscì. Finalmente nel 1887 riuscì ad arrangiare uno scambio personale, lui stesso per Babu Radha Madhava Vasu, il Vice Magistrato di Krishnanagara.

Durante la sua permanenza a Krishnanagara, Bhaktivinoda Thakura ogni tanto andava a Navadvipa per cercare di scoprire il luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu. Una notte era seduto sul terrazzo del Rani Dharmasala a Navadvipa cantando sul suo japa, quando vide un albero Tala molto alto e maculato con una sostanza molto strana attaccata ad esso. Vicino all'albero c'era un edificio che emanava una forte effulgenza. Di lì a poco Bhaktivinoda Thakura andò a Krishnanagara dove iniziò una serie di richerche su vecchi manoscritti del Caitanya Bhagavata e del Navadvipa Dhama Parikrama di Narahari Sarakara e altre vecchie mappe di Nadia. Andò al villaggio di Ballaladibhi e parlò con persone molto vecchie del posto e scoprì dei fatti riguardanti la moderna Navadvipa. Scoprì quindi, nel 1887, che quel posto che aveva visto dal terrazzo del Dharmasala a Navadvipa, era proprio il luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu. La conferma venne da Srila Jagannatha dasa Babaji, il capo della comunità Gaudiya Vaisnava a Nadia. Fu fatto un grande festival. Srila Bhaktivinoda Thakura pubblicò quindi il Navadvipa Dhama Mahatmya

Sempre nel 1887, Srila Bhaktivinoda Thakura ristrutturò la casa di Srila Jagannatha dasa Babaji a Ravasghata. Prese due anni di congedo dal suo posto di lavoro e acquistò un pezzo di terra a Sri Godadrumadvipa o Svarupaganga. Costruì una casa per svolgere il suo bhajan e la chiamò Surabhi Kunja. Nel 1890, stabilì a Surabhi Kunja il nama hatta. Qualche volta Jagannatha dasa Babaji andava lì per svolgere dei kirtan. Il Signore Nityananda stabilì il Suo nama hatta nello stesso luogo; Bhaktivinoda Thakura stesso si considerava lo spazzino del nama hatta di Nitai.

Mentre si trovava a Krishnanagara, ogni momento libero lo trascorreva a Mayapur. Come menzionato nella storia di Jagannatha dasa Babaji, Thakura Bhaktivinoda con Babaji Maharaja scoprirono il luogo di nascita di Sri Caitanya nel 1887 e da allora entrambi andarono lì ad adorare il Signore Caitanya. Una volta un figlio di Bhaktivinoda Thakura contrasse una malattia della pelle e Jagannatha dasa Babaji disse al ragazzo di dormire per una notte nel luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu - lui lo fece e la mattina seguente era guarito. Nel 1888 prese l'incarico del villaggio di Netrakona nel distretto di Mayamanashima, poiché a Krishnanagara non godeva di buona salute e gli fu chiesto dal medico di trasferirsi in un luogo più salutare per lui. Da Netrakona andò poi a Tangaila e da lì fu trasferito al distretto di Vardhamana. Lì era solito tenere kirtana con i devoti in un posto chiamato Amalajora dove Ksetra Babu e Vipina Babu, i devoti prominenti del luogo, cantavano le poesie come Soka-satana scritte da Bhaktivinoda Thakura.

Nel 1890 fu messo a capo della sottodivisione di Kalara dalla quale spesso visitava i luoghi santi di Godadrumadvipa, Navadvipa, Capahati, Samudranga, Cupi, Kasthasali, Idrakapura, Baghanapara, Piyariganga (il luogo di Nakula Brahmacari) e il posto di Vrindavana dasa Thakura a Denura. Bhaktivinoda Thakura fu trasferito per alcuni giorni a Ranighata e da lì di nuovo a Dinajapura. Lì nacque Sailaja Prasada, il figlio più giovane e lì scrisse il Vidya-ranjana, il suo commentario e traduzione della Bhagavad-gita che fu pubblicato nel 1891 unitamente ad un commentario di Baladeva. Il 1891 fu l'anno nel quale Bhaktivinoda Thakura prese congedo dal suo lavoro per il governo per due anni. Lui desiderava predicare il Sri Hari-Nama e dalla base di Godadrumadvipa visitava luoghi come Ghatala e Ramajivana dove teneva conferenze presso le varie associazioni ed organizzazioni; lo stesso faceva anche a Krishnanagara. Nel marzo 1892 viaggiò e predicò assieme ad altri vaisnava nel distretto di Basirahata. Mentre viaggiva e predicava non tralasciava lo scrivere. Aprì molti nama hatta in diversi distretti del Bengala. I nama hatta divennero un successo che si autoalimentava e che continuò anche dopo il suo ritorno al lavoro al servizio del governo.

Da Basirahata organizzò il suo terzo viaggio a Vrindavana; si fermò ad Amalajora per celebrare il giorno d'Ekadasi con Srila Jagannatha dasa Babaji e una volta giunto a Vraja, visitò tutte le foreste e i luoghi dei divertimenti. Tornato a Calcutta continuò a dare conferenze e letture sull'Hari Nama in vari luoghi del Bengala. Nel febbraio del 1891 diede una conferenza sulle sue ricerche del luogo di nascita di Sri Caitanya; ad ascoltare c'erano anche diversi letterati provenienti da tutto il Bengala che si mostrarono entusiasti all'apprendimento della notizia. Dopo questo incontro fondò lo Sri Navadvipa Dhama Pracarini Sabha con lo scopo di diffondere le glorie di Navadvipa-Mayapura. Tutti i pandita più  istruiti concordarono con l'evidenza di Srila Bhaktivinoda Thakura e furono d'accordo nel ritenere lo Yogapitha come il vero luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu.

Quell'anno, a Gaura Purnima, si tenne un grande festival durante il quale vennero installate le Divinità di Guara-Visnupriya allo Yogapitha. Srila Bhaktivinoda Thakura stesso, in uno spirito di pura umiltà, andò porta a porta a collettare i fondi necessari per costruire il tempio nel vero sito. Nel dicembre del 1894 apparve un articolo, nel Amrita Bazaar Patrika, che diceva: "Babu Kedarnatha Datta, il distinto Magistrato che si è appena ritirato dal servizio, è uno dei membri più attivi. Infatti è stato delegato dal suo comitato a raccogliere fondi a Calcutta e ovunque, anche andando di casa in casa, a raccogliere rupia per rupia, per un nobile scopo. Se Babu Kedarnatha Datta è arrivato alla risoluzione di andare con una borsa in mano da ogni rispettabile uomo Hindu, la cui casa sarà onorata da una tale presenza, noi speriamo che nessuno lo mandi via senza aver dato un contributo, per quanto umile, alla costruzione del Tempio di Gaura-Visnupriya." La sua nuova impresa fu un altro successo ed il tempio fu costruito.

Nell'ottobre del 1894, all'età di 56 anni, si ritirò dalla posizione di Vice Magistrato nonostante l'opposizione dei suoi famifliari e delle autorità governative. Risiedette a Surabhi Kunja e predicò e nello stesso tempo ricontrollò i suoi scritti. Qualche volta andava a Calcutta dove si recava per raccogliere i fondi per la costruzione del tempio dello Yogapitha. Nel luglio del 1896 Srila Bhaktivinoda Thakura andò a Tripura su richiesta del re, che era un vaisnava. Per tutta la durata della sua permanenza, quattro giorni, predicò le glorie dello Sri Hari Nama. Il primo giorno, le sue conferenze meravigliarono tutti i pandita locali; nei secondi tre giorni, la famiglia Reale ed il pubblico in generale furono entusiasti di ascoltare i divertimenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.

La sua misericordia uscì dai confini dell'India e raggiunse anche l'Asia, diffondendo la coscienza di Krishna anche in Occidente. A Godruma, Srila Bhaktivinoda Thakura pubblicò un libricino scritto in Sanscrito: Sri Gauranga-lila-smarana-mangala-stotram, con un commentario di Srila Sitikantha Vacaspati di Nadia. L'introduzione 'Sri Caitanya Mahaprabhu, la Sua vita e i Suoi insegnamenti' era in inglese. Questo libro raggiunse, a Londra, la libreria 'Società Asiatica Reale', la libreria dell'Università Mc Gill in Canada (nel 1896) e altre rispettabili istituzioni. Fu anche recensita da un erudito Europeo, F.W. Fraser, sul giornale della Società Asiatica Reale. Nella stagione delle piogge del 1896, su richiesta del Maharaja di Tripura, Srila Bhaktivinoda Thakura andò a Darjeeling e Karsyam. Nel 1897 si recò in diversi villaggi come Medinipura e Sauri per predicare. Sri Sisira Kunara Ghosa, il fondatore  dell'Amrita Bazaar Patrika e autore del Sri Amiya Nimai-carita nutriva un grande rispetto per Srila Bhaktivinoda Thakura e si era preso l'impegno di predicare le glorie del santo nome in tutta Calcutta e in diversi villaggi del Bengala. Pubblicò il 'Sri Vinsu Priya o Ananda Bazar Patrika' con la redazione di Srila Bhaktivinoda Thakura. In una delle sue lettere a Srila Bhaktivinoda Thakura scrisse: "Non ho visto i sei Gosvami di Vrindavana, ma considero te come il settimo."

Il figlio di Srila Bhaktivinoda Thakura, Bhimala Prasada (più tardi conosciuto come Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati), visse a Puri come un naisthika brahmacari(studente celibe) e fu coinvolto nel bhajan alla Gandharvika Giridhari Matha, una delle sette mathas vicino al samadhi di Haridasa Thakura sulla riva del mare. All'inizio del 20mo secolo, al fine di aiutare suo figlio, quando Srila Bhaktivinoda Thakura andò a Puri, fece ripulire e ristrutturare il tempio. Dopo che il giovane (Bhakti) Siddhanta Sarsvati lasciò Puri per andare a Navadvipa Mayapur, Srila Bhaktivinoda costruì il suo bhajan kutir sulla spiaggia chiamandolo Bhakti Kuti; una volta Sri Krishnadasa Babaj, discepolo di Srila Bhaktivinoda Thakura, lo raggiunse a Puri dove divenne il suo costante assistente fino alla fine della sua vita. Srila Bhaktivinoda Thakura iniziò il suo bhajan solitario (adorazione e meditazione devozionale);  molte persone andavano a trovarlo e alcune di queste volevano solo disturbarlo mentre le altre erano sincere e beneficiavano grandemente della sua ispirazione spirituale.

Nel 1908, tre mesi prima di prendere sannyasa, arrivò un figlio di Bhaktivinoda Thakura, che lavorava nella stamperia di Calcutta, per informarlo che Sir William Duke, il Segretario Capo del governo, era a Calcutta; precedentemente Srila Bhaktivinoda Thakura aveva prestato servizio per lui come Magistrato. Srila Bhaktivinoda Thakura fissò un appuntamento con lui per il giorno successivo alla stamperia di Calcutta. Si incontrarono fuori dall'edificio e, una volta seduti nell'ufficio di Srila Bhaktivinoda Thakura, con le mani giunte Sir William Duke chiese perdono a Srila Bhaktivinoda Thakura perché una volta lui aveva pianificato di rimuoverlo dal suo posto di magistrato in quanto pensava che se un indiano così qualificato, avesse ricoperto quella posizione, la supremazia inglese avrebbe avuto poca vita in India. In quei giorni, mentre studiava le attività di Kedarnatha Datta, lui sarebbe andato a casa sua e avrebbe mangiato puri, luchi e dolci cucinati dalla moglie del Thakura. Ma ora lui lo stava pregando a mani giunte di perdonarlo come se fosse stato in procinto di lascaire questo mondo al più presto. Srila Bhaktivinoda Thakura rispose: "Credo che tu sia un buon amico ed anche un benefattore." Srila Bhaktivinoda Thakura si complimentò con lui e gli diede le sue benedizioni. In seguito Srila Bhaktivinoda Thakura ammise d'essere rimasto stupito dal fatto che Sri William Duke aveva cercato di nuocergli.

Nel 1908, a Satasana (Puri), Srila Bhaktivinoda Thakura indossò il 'vestito esterno' di babaji, tecnicamente chiamato, nella Gaudiya Sampradaya, paramahamsa-sannyasa. Fino al 1910 lui si spostò continuamente fra Calcutta e Puri nonstante continuasse a scrivere libri. Era il 23 di giugno dell'anno 1914, proprio prima di mezzogiorno a Jagannatha Puri, quando Srila Bhaktivinoda Thakura Prabhupada lasciò il corpo; nel calendario Gaudiya Panjika era il giorno della scomparsa di Sri Gadadhara Pandita. Il suo corpo fu portato dall'Orissa fino alla sua amata Godruma, nelle terre di Nadia. Tra il sankirtana dei devoti, i suoi resti mortali furono sepolti il solstizio successivo. Il solstizio estivo era appena iniziato quando Srila Bhaktivinoda Thakura aveva lasciato questo mondo.


Ricordare il suo Divino Carattere.

Nel suo necrologio riguardante Srila Bhaktivinoda Thakura, l'alto Giudice della Corte di Calcutta, Sarada Caran Mitra, scrisse: "Ho conosciuto Thakura Bhaktivinoda intimamente in una relazione d'amicizia. Nonostante le pressioni dovute al suo lavoro di magistrato a capo di una sottodivisione, lui trovava sempre il tempo per le sue meditazioni  e i suoi lavori devozionali e, in tutte le occasioni in cui ebbi ad incontrarlo, i nostri dicorsi, nel giro di pochi minuti si spostavano sul soggetto della bhakti, dell'acintya-bedhaabedha, dvaitadvaita-vada, ecc., e sull'opera santa che si trovava dinanzi a lui. Il servizio a Dio era il suo unico interesse e il lavoro, comunque onorevole, da lui svolto per il governo, era solo un ostacolo."


Programma quotidiano di Srila Bhaktivinoda Thakura


7:30-8:00 PM - riposo.
10:00 PM - riso, riempire la lampada ad olio, scrivere.
4:00 AM - riposo.
4:30 - riso, lavarsi faccia e mani, cantare l'Hare Krishna Mahamantra sul japa.
7:00 - scrivere lettere.
7:30 - leggere.
8:30 - ricevere ospiti o continuare la lettura.
9:30-9:45 - riposo.
9:45 - bagno del mattino, colazione con un quarto di litro di latte, un paio di chapatis e frutta.
9:55 - andare in tribunale in carrozza.

Lui indossava giacca e pantaloni in tribunale, con un neckbeads doppio formato al collo e tilaka vaisnava. Era molto fermo nelle sue decisioni che prendeva immediatamente. Non permise mai alcuna ipocrisia nella sua Corte; no upstart could stand before him. Lui si radeva la testa mensilmente. Non permise mai di suonare l'harmonium durante i suoi kirtan, considerandolo come una distrazione dal suono del Nama Prabhu.Lui non ebbe mai debiti.


10:00 - inizio lavori Corte.
1:00 PM - fine lavori Corte. A casa per rinfrescarsi e un bagno.
2:00 PM - ritorno alla Corte.
5:00 PM - traduzione dal Sanskrito al  Bengali.
Bagno della sera, cena con riso, un paio di chapati e circa mezzo litro di latte.

Lui consultava sempre il suo orologio da tasca, ed era sempre molto puntuale a tutti gli appuntamenti. Era molto caritatevole con i brahmana, equanime ed amichevole con gli altri ordini sociali. Non mostrò mai orgoglio e la sua amabile disposizione era una caratteristica della sua vita. Non accettò mai regali da nessuno così come rifiutò tutti gli onori e i titoli offertigli dal governo sulla base del fatto che potevano essere d'intralcio alla santa missione della sua vita. Fu molto rigido nel seguire i principi morali, evitò anche il lusso e non masticò mai betel.Non amava nemmeno i teatri poiché erano frequentati da 'donne pubbliche'.

Parlava Bengali, Sanscrito, Inglese, Latino, Urdu, Persiano ed Oriya. Iniziò a scrivere libri all'età di dodici anni e continuò a farlo dando alla luce numerosi libri fino al momento della sua dipartita da questo mondo.

Abbiamo toccato solo alcuni punti della sua vita, ma ci sarebbero così tante cose da dire per glorificare tale incredibile devoto, quindi per mantenere una prospettiva abbiamo cercato di dare un gusto al racconto.

Per maggiori dettagli su Srila Bhaktivinoda Thakura, Rupa Vilasa Prabhu, un discepolo di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, ha scritto un libro sulla sua vita intitolato "Il settimo Gosvami."



 

FAQ

Che cos'è il bhakti-yoga?

Bhakti deriva dalla parola sanscrita bhaj, che significa servizio amorevole. Yoga in sanscrito significa connessione. Bhakti yoga significa connettersi al supremo per mezzo dell'amore del puro servizio devozionale.Tutti noi abbiamo amore o Bhakti dentro di noi; tuttavia, è in uno stato dormiente. C'è un modo semplice per risvegliare questo servizio d'amore dormiente a Dio, la Persona Suprema. Questo processo è stabilito dal Signore Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Il Signore, Sri Chaitanya Mahabrabhu, l'incarnazione del Signore Krishna in questa era attuale ha misericordiosamente reso questo processo molto semplice e piacevole. Srila prabhupada, il fondatore dell'ISKCON, ha reso questo processo famoso in tutto il mondo. Il processo del risveglio dell'amore non è solo purificante ma anche pienamente soddisfacente. Questo processo di purificazione consiste in tre principi principali: canto, danza e festa. Il canto dei puri nomi del Signore può essere fatto semplicemente cantando regolarmente l'Hare Krishna mahamantra - Hare Krishna Hare Krishna / Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama / Rama Rama Hare Hare. Il canto può essere fatto come giri minimi fissi sul japa mala o può essere fatto insieme in congregazione con strumenti musicali. La danza è anche una parte importante della purificazione per raggiungere l'amore. La danza è fatta con grazia davanti al Signore. La danza impegna tutto il nostro corpo nella glorificazione di Dio, la Persona Suprema. Banchettare significa solo mangiare cibo che è stato specificamente cucinato e offerto amorevolmente a Sri Krishna. Tale cibo o anche chiamato prasadam è privo di karma e non ci intrappola nel ciclo di nascite e morti ripetute.

Che cos'è la I.S.K.Con.?

La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna è stata fondata nel 1966 da Prabhupada A.C. Bhaktivedanta Swami, venuto dall'India su ordine del suo Maestro Spirituale per predicare l'amore di Dio al popolo dell'Occidente. Prabhupada è in una linea di successione disciplica che risale direttamente a 500 anni fa, quando Sri Chaitanya apparve in India, e da lì ancora più indietro di 5000 anni, al tempo in cui Krishna parlò per la prima volta La Bhagavad Gita al Suo discepolo Arjuna. La Coscienza di Krishna è vissuta come un processo di auto purificazione. I suoi mezzi e il suo fine sono un segreto di Pulcinella, e non vi è alcun onere finanziario per imparare la Coscienza di Krishna o ricevere l'iniziazione al canto del mantra Hare Krishna. L'essenza del servizio devozionale a Krishna è che si prende qualunque capacità o talento si abbia e lo si combina con gli interessi del Supremo Goditore, il Signore, Sri Krishna. Lo scrittore, scrive articoli per Krishna e noi pubblichiamo periodici in questo modo. L'uomo d'affari, fa affari per fondare molti templi in tutto il paese. I capifamiglia, allevano i figli nella scienza di Dio, e marito e moglie vivono in mutua cooperazione per il progresso spirituale. Queste attività sono svolte sotto la sanzione dell'esperto Maestro Spirituale e in linea con le Scritture. Il servizio devozionale nella Coscienza di Krishna significa cantare regolarmente nel tempio, ascoltare discorsi sui passatempi di Krishna dallo Srimad Bhagavatam e prendere cibi preparati e offerti a Dio, la Persona Suprema. Con libri, letteratura e documenti, la Società si dedica a risvegliare il pubblico mondiale allo stato normale ed estatico della Coscienza di Krishna, in modo che tutti possano riguadagnare la loro posizione eterna di servire favorevolmente la volontà di Krishna. Il canto congregazionale del Sankirtan viene portato alla gente: nei parchi pubblici, nelle scuole, in televisione, a teatro, per le strade. La Coscienza di Krishna non è la filosofia di un pigro. Piuttosto, cantando e impegnandosi nel servizio di Krishna, chiunque partecipi sperimenterà lo stato di "Samadhi", l'assorbimento estatico nella coscienza di Dio, 24 ore al giorno! Poiché la filosofia della Coscienza di Krishna non è settaria, qualsiasi uomo, indù o cristiano, migliorerà nella sua fede cantando il Santo Nome di Dio e ascoltando la Bhagavad Gita. Senza conoscenza, realizzazione e servizio amorevole all'Unico Dio Supremo, non può esserci religione. Che tutti si rallegrino nel Movimento del Sankirtan, e potremo così vedere l'adempimento della predizione fatta da Sri Caitanya 500 anni fa: che il canto dei Santi Nomi di Dio, Hare Krishna, sarebbe stato portato in ogni città e villaggio del mondo. Solo così potrà prevalere la vera pace. È' sublime e facile.

HARE KRISHNA, HARE KRISHNA, KRISHNA KRISHNA, HARE HARE HARE RAMA, HARE RAMA, RAMA RAMA, HARE HARE

Chi è Krishna?

Nella filosofia del Bhakti Yoga, la Verità Assoluta è conosciuta come una persona. Il suo nome è Krishna, una parola sanscrita che significa “coLui che attrae tutti”. Krishna è l'oggetto più attraente dell'amore della tua anima. Ogni essere vivente cerca il piacere. L'essenza del piacere è il piacere dell'amore. Ne abbiamo bisogno. Senza amare qualcuno ed essere amati da qualcuno, la vita è molto vuota e superficiale. L'origine di quell'amore è l'amore dell'anima per Dio e l'amore di Dio per l'anima. Siamo attratti da qualcuno che è bello, potente, colto, famoso, rinunciato, ricco. Queste sono opulenze che attirano il nostro cuore. Il nome Krishna significa che possiede tutte le opulenze nella loro totalità. Egli è la fonte di tutta la bellezza, di tutta la forza, di tutta la conoscenza, di tutta la ricchezza, di tutta la fama e di ogni rinuncia. E l'amore di Krishna per l'anima è illimitato e incondizionato. Questo è Krishna. Egli è il nostro eterno padre, la nostra eterna madre, il nostro eterno amico, il nostro eterno amante. Potremmo servire Krishna attraverso il sentiero della bhakti. Bhakti è il processo che Dio ci ha dato attraverso il quale possiamo servirlo 24 ore al giorno. Krishna è nei nostri cuori. Krishna è nel cuore di ogni essere vivente. Krishna è dentro ogni atomo e tra gli atomi attraverso le sue varie energie. Ma alla fine, la fonte di tutto è quella persona divina, quella persona onnipotente, amorevole e attraente con cui desideriamo eternamente ricongiungerci. Bhakti Yoga significa ricongiungersi con la nostra fonte, con Dio, attraverso atti di devozione, ricordandoci di lui, cantando i Suoi nomi e le Sue glorie, pregandolo, adorando la divinità, rendendo servizio a Lui, ai Suoi devoti e a tutti gli esseri viventi. Questi sono i modi attraverso i quali potremmo sempre sentire la presenza di Dio.

Chi ha iniziato il Movimento Hare Krishna?

Nel 1965, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada viaggiò da solo dall'India agli Stati Uniti d'America per stabilire la tradizione senza tempo della coscienza di Krishna nel mondo occidentale. Ha fondato da solo l'International Society for Krishna Consciousness (I.S.K.CON.), una società mondiale di oltre 500 templi, comunità agricole e scuole, con un'adesione di oltre tre milioni di membri in Occidente, cinquanta milioni in tutto il mondo. Srila Prabhupada ha tradotto oltre 50 libri sulla coscienza di Krishna, ora disponibili in oltre 65 lingue. Prima di morire nel 1977, fece in modo che il movimento fosse guidato da una Commissione del Corpo Direttivo composta dai suoi discepoli più anziani. Inoltre, dopo la dipartita di Srila Prabhupada, i suoi stessi discepoli iniziarono ad accettare discepoli, portando avanti l'antico sistema della successione disciplica. Pertanto, ha toccato abbastanza persone che possono trasmettere questa conoscenza ad altri che questo movimento continuerà anche nel futuro.

Chi sono io?

Queste sono le domande secolari che ogni filosofo nel corso dei secoli ha cercato di comprendere e comprendere. Dopo tutto, come saprai cosa fare nella vita se non sai nemmeno chi o cosa sei? " Tuttavia, l'antica letteratura vedica dell'India ha fornito le risposte più chiare che sono state trovate ovunque per rispondere a queste domande. Ad esempio, il Mundaka Upanishad (3.1.9) spiega che l'essere vivente è l'anima e che: "L'anima è di dimensioni atomiche e può essere percepita dalla perfetta intelligenza. Questa anima atomica è situata nel cuore e diffonde la sua influenza su tutto il corpo delle entità viventi incorporate. Quando l'anima viene purificata dalla contaminazione dei cinque tipi di aria materiale, la sua influenza spirituale viene esibita.

"Il Chandogya Upanishad (6.11.3) afferma anche che sebbene il corpo avvizzisca e muoia quando il sé o l'anima lo abbandonano, il sé vivente non muore. Ulteriore illuminazione è data nello Srimad-Bhagavatam (7.2.22) in cui spiega che l'anima spirituale non ha morte ed è eterna ed inesauribile. È completamente diverso dal corpo materiale, ma per essere stato fuorviato dall'abuso della sua leggera indipendenza, è obbligato ad accettare corpi sottili e grossolani creati dall'energia materiale e quindi essere sottoposti alla cosiddetta felicità materiale e angoscia.La natura eterna del sé viene anche spiegata nella Bhagavad-gita dal Signore Sri Krishna, dove Egli dice specificamente che non c'è mai stato un tempo in cui Lui non esistesse, né alcuno degli esseri viventi, incluso te. L'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza alla giovinezza fino alla vecchiaia in questo corpo. ">Ma per chi si è realizzato da solo, non c'è sconcerto in un simile cambiamento. Si spiega inoltre che dovremmo sapere che ciò che pervade l'intero corpo attraverso la coscienza è indistruttibile. Nessuno è in grado di distruggere l'anima imperitura. Solo il corpo materiale dell'eterno essere vivente è soggetto alla distruzione. Per l'anima non c'è mai nascita né morte. Non viene ucciso quando il corpo muore o viene ucciso. Come una persona indossa nuovi indumenti, rinunciando a quelli vecchi, allo stesso modo, l'anima accetta nuovi corpi materiali, rinunciando a quelli vecchi e inutili. Certamente questa conoscenza può alleviare chiunque dall'ansia che viene dal pensare che la nostra esistenza sia finita alla morte. Spiritualmente, non moriamo; tuttavia, il corpo viene utilizzato fino a quando non è più adatto per continuare. A quel tempo, potrebbe sembrare che moriamo, ma non è così. L'anima continua il suo viaggio verso un altro corpo secondo il suo destino.

Viene anche spiegata l'indistruttibilità dell'anima. L'anima individuale è infrangibile e insolubile, e non può essere né bruciata né secca. L'anima è eterna, immutabile e eternamente uguale. Sapendo questo, non dovremmo addolorarci per il corpo temporaneo. Quindi, il corpo si assottiglia e muore ma l'anima non muore: semplicemente cambia corpo. Pertanto, il corpo è come una camicia o un cappotto che indossiamo per qualche tempo, e quando è consumato, lo cambiamo per uno nuovo. Pertanto, la letteratura vedica, come la Chandogya Upanishad (8.1.1), menziona che la conoscenza del sé interiore è ciò che dovrebbe essere cercato e compreso da tutti. Realizzare la propria identità spirituale risolve i problemi e i misteri della vita. Più realizziamo la nostra identità spirituale, più vedremo che siamo oltre questi corpi materiali temporanei e che la nostra identità non è semplicemente un corpo bianco, o nero, o giallo, o grasso, magro, intelligente, stupido, vecchio , giovane, forte, debole, cieco, ecc. La cecità reale significa non essere in grado di vedere attraverso le condizioni corporee temporanee e superficiali e nella persona reale interiore. Vedere la realtà significa riconoscere la natura spirituale di tutti. Lo Srimad-Bhagavatam (11.28.35) spiega che l'anima è auto-luminosa, al di là della nascita e della morte, e illimitata dal tempo o dallo spazio e, quindi, oltre ogni cambiamento. Il Bhagavatam (11.22.50) sottolinea anche che come si assiste alla nascita e alla morte di un albero ed è separato da esso, allo stesso modo la testimonianza della nascita, della morte e delle varie attività del corpo è dentro ma separata da esso. La dimensione dell'anima è descritta anche nella Svetasvatara Upanishad (5.9): "Quando il punto superiore di un capello è diviso in cento parti e ancora ciascuna di tali parti è ulteriormente suddivisa in cento parti, ciascuna di tali parti è la misura della dimensione dell'anima spirituale. "Quindi considerando che il diametro di un tipico pelo è largo circa tre-millesimi di pollice, allora dividerlo in cento parti, e poi dividere una di quelle parti di nuovo in cento parti significa che sarebbe microscopico. E poiché è spirituale e non fatto di sostanza materiale, percepire la presenza dell'anima non è così facile. È invisibile alla nostra visione materiale. La Katha Upanishad riferisce che all'interno del corpo, più in alto dei sensi e degli oggetti dei sensi, esiste la mente. Più sottile della mente è l'intelligenza, e più alto e più sottile di quanto l'intelletto sia il sé. Quel sé è nascosto in tutti gli esseri e non brilla, ma è visto dai sottili veggenti attraverso il loro acuto intelletto. Da questo possiamo capire che all'interno del corpo fisico grossolano, composto da vari elementi materiali, come terra, aria, acqua, ecc., c'è anche il corpo sottile composto dai sottili elementi sottili della mente, dell'intelligenza e del falso ego. Le attività psichiche si svolgono all'interno del corpo sottile. È anche all'interno del corpo sottile in cui esistono i ricordi delle vite passate, per quanto profonde possano essere. Tuttavia, l'essere vivente ha la sua forma spirituale che è più profonda di questa sottigliezza, altrimenti non potrebbe aver ripetuto nascite. Una persona vede effettivamente il suo sé spirituale così come la presenza dell'Essere Supremo quando percepisce che sia il corpo grossolano sia quello sottile non hanno nulla a che fare con il puro sé spirituale interiore. Pertanto, si potrebbe chiedere che, poiché siamo separati dai corpi grossolani e sottili, perché ci identifichiamo così fortemente con il corpo materiale? Si spiega che sebbene il corpo materiale sia diverso dall'anima, è a causa dell'ignoranza dovuta all'associazione materiale che ci si identifica erroneamente con le condizioni corporee alte e basse. È ulteriormente elaborato che solo a causa della mente e dell'ego tale sperimentiamo felicità materiale e angoscia. Tuttavia, in realtà, l'anima spirituale è al di sopra di tale esistenza materiale e non può mai essere realmente influenzata dalla felicità materiale e dall'angoscia in qualsiasi circostanza. Una persona che percepisce veramente questo non ha nulla da temere dalla creazione materiale o dall'apparizione di nascite e morti. Così, può ottenere una vera pace. Il Chandogya Upanishad (8.1.5-6) ​​continua a spiegare che il sé è libero dal peccato e dalla vecchiaia, dalla morte e dal dolore, dalla fame e dalla sete, dalla lamento e dalla tristezza e da tutte le forme corporee identificazione. Desidera solo ciò che dovrebbe desiderare e non immagina altro che ciò che dovrebbe immaginare. Chi si allontana da questa vita senza aver scoperto il sé e quei desideri veri o spirituali non ha libertà in tutti i mondi. Ma quelli che partono da qui dopo aver realizzato la propria vera identità spirituale e quelle inclinazioni spirituali hanno la libertà in tutti i mondi. Quindi, per riassumere, l'anima è una particella di coscienza e beatitudine nel suo stato purificato di essere. Non è materiale in alcun modo. È ciò che parte dal corpo al momento della morte e, nel corpo sottile, trasporta le sue impressioni, i desideri e le tendenze mentali, insieme ai risultati karmici delle sue attività da un corpo all'altro. Comprendere e percepire questo sé, che è la nostra autentica identità spirituale, è il vero obiettivo della vita. Tale realizzazione allevia uno di ulteriore esistenza materiale. Come è spiegato, coloro che hanno purificato la loro coscienza, sono stati assorbiti dalla conoscenza spirituale e hanno assolto ogni impurità nella mente, sono liberati dal karma che li libera da qualsiasi nascita futura. Sono liberi da altre nascite nel mondo materiale e vengono liberati nell'atmosfera spirituale. Come fare questo è il risultato finale dell'esistenza umana.

Da dove provengono le vostre Scritture?

Sebbene il movimento Hare Krishna sia stato fondato in Occidente solo nel 1966, le sue radici si estendono per migliaia di anni nel passato, nella tradizione vedica dell'India. I Veda erano originariamente una tradizione vocale, ma poi furono scritti in sanscrito più di 5000 anni fa. Il compilatore della letteratura vedica, Srila Vyasadeva, divise la conoscenza vedica in vari dipartimenti di conoscenza, materiale e spirituale, affidando ai suoi discepoli sezioni particolari. In questo modo, le scritture si sono sviluppate nei quattro Veda, nei Vedanta Sutra, nelle 108 Upanishad principali, nel grande Mahabharata che include la Bhagavad-gita e nei 18 Purana principali, tra gli altri testi. Dei Purana, il Bhagavata Purana o Srimad-Bhagavatam è descritto come il frutto più maturo di tutta la letteratura vedica. È accettato dalla tradizione vedica come la conclusione dei principi e della comprensione vedantica, e mette in relazione i passatempi e le caratteristiche del Signore Supremo. Il processo di sviluppo spirituale descritto nella letteratura vedica è un processo graduale di realizzazione di Dio e amore per Dio. Questa saggezza è stata attentamente preservata e tramandata attraverso i secoli attraverso il veicolo della successione di maestri autorealizzati. Questa antica saggezza spirituale viene ora nuovamente presentata in Occidente attraverso il Movimento Hare Krishna. Invitano persone di ogni tipo a visitare i loro templi, comunità e siti web e a partecipare in qualsiasi modo desiderino a questo sublime e facile processo di <em>bhakti-yoga</em> e Coscienza di Krishna. Ci sono anche molti libri che possono aiutare a comprendere come puoi iniziare questo processo spirituale.

Hare Krishna mantra, che cos'è?

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Un mantra è una vibrazione sonora spirituale che purifica la coscienza e risveglia l'amore di Dio. Il canto del maha-mantra Hare Krishna - Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare - è raccomandato nella letteratura vedica come il metodo più facile per quest'epoca (il kali-yuga), per raggiungere la realizzazione spirituale. Krishna è il nome sanscrito di Dio che significa "CoLui che attrae tutti", e Rama è un altro nome per Dio che significa "riserva di ogni piacere". Hare si riferisce all'energia divina del Signore. Quindi il mantra Hare Krishna significa: "O onnipotente, onnipotente Signore, o energia del Signore, per favore impegnami nel Tuo servizio". Ci sono due modi per cantare questo mantra: canto di gruppo (kirtana) e canto individuale su corona (japa). Per entrambi i metodi non si applicano regole rigide e chiunque può recitare in qualsiasi momento.

Ascolta il commento di Srila Prabhpada

Karma, che cos'è?

Il karma è uno di quegli argomenti che molte persone conoscono poco, ma pochi ne comprendono le complessità. Per cominciare, la terza legge del moto di Newton afferma che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale, questa è la legge del karma. La legge del karma afferma fondamentalmente che ogni azione ha una reazione e qualsiasi cosa tu faccia agli altri, in seguito, tornerà da te. Inoltre, l'ignoranza della legge non è una scusa. Siamo ancora responsabili per tutto ciò che facciamo, indipendentemente dal fatto che lo comprendiamo o meno. Pertanto, la cosa migliore è imparare come funziona. Se tutti capissero la legge del karma, vivremmo tutti una vita più felice in un mondo più luminoso. Perché? Perché potremmo sapere come regolare le nostre vite in modo da non subire le continue reazioni di ciò che abbiamo fatto a causa dei falsi obiettivi della vita. Secondo la letteratura vedica, il karma è la legge di causa ed effetto. Per ogni azione c'è una causa oltre che una reazione. Il karma viene prodotto eseguendo attività interessate allo sviluppo fisico o mentale. Si possono compiere attività pie che produrranno buone reazioni o un buon karma per il futuro divertimento. Oppure si può compiere egoismo o ciò che alcuni chiamano attività peccaminose che producono cattivo karma e sofferenza futura. Questo segue una persona ovunque vada in questa vita o in una vita futura. Tale karma, così come il tipo di coscienza che una persona sviluppa, stabilisce reazioni che è necessario sperimentare. La Svetashvatara Upanishad (5.12) spiega che l'essere vivente, l'anima jiva, acquisisce molti corpi fisici e sottili grossolani a causa delle azioni che compie, come è motivato dalle qualità materiali a cui ottiene. Questi corpi acquisiti continuano ad essere una fonte di illusione finché egli è ignorante della sua vera identità. Il Brihadaranyaka Upanishad (4.45) chiarisce ulteriormente che come l'atma o l'anima nei corpi grossolani e sottili agisce, così in tal modo ottiene condizioni diverse. Agendo santo diventa un santo e agendo immoralmente diventa soggetto alle conseguenze karmiche. In questo modo, acquisisce di conseguenza la pietà o il peso dell'empietà. Allo stesso modo, si afferma che come un uomo semina, così mieterà. Pertanto, mentre le persone vivono la loro vita presente, coltivano un particolare tipo di coscienza con i loro pensieri e attività, che possono essere buoni o cattivi. Questo crea il karma di una persona. Questo karma ci indirizzerà verso un corpo più appropriato per le reazioni che dobbiamo affrontare, o le lezioni che dobbiamo imparare. Quindi, la causa della nostra esistenza deriva dalle attività delle nostre vite precedenti. Poiché tutto è basato su una causa, è il karma di uno che determinerà la propria situazione, come razza, colore, sesso o area del mondo in cui uno apparirà, o se uno è nato in una famiglia ricca o povera, o essere sani o malsani, ecc. ecc. Grazie per aver letto Hare Krishna [learn_more caption = "Ulteriori informazioni"] Quindi, quando gli esseri viventi rinascono, ottengono un certo tipo di corpo che è più adatto al tipo di coscienza che hanno sviluppato. Pertanto, secondo il Padma Purana, ci sono 8.400.000 specie di vita, ognuna delle quali offre una particolare classe di corpo per qualsiasi tipo di desiderio e coscienza che l'essere vivente possa avere in questo mondo. In questo modo, l'essere vivente è il figlio del suo passato e il padre del suo futuro. Quindi, è attualmente influenzato dalle attività della sua vita precedente e crea la sua esistenza futura dalle azioni che compie in questa vita. Una persona si reincarnerà in varie forme di corpi che sono più adatti per la coscienza, i desideri e la dignità dell'essere vivente e per ciò che merita. Quindi l'essere vivente continua inevitabilmente in questo ciclo di nascita e morte e le conseguenze per le sue varie attività buone o cattive finché è materialmente motivato. Ciò che crea il karma buono o cattivo è anche la natura dell'intento dietro l'azione. Se si usano le cose egoisticamente o per rabbia, avidità, odio, vendetta, ecc., Allora la natura dell'atto è oscurità. Uno incorrerà in un cattivo karma che in seguito si manifesterà come un'inversione nella vita, eventi dolorosi, malattie o incidenti. Mentre le cose che sono fatte a beneficio degli altri, per gentilezza e amore, senza alcun pensiero di ritorno, o per adorare Dio, sono tutte azioni di bontà e pietà, che porteranno l'elevazione o la fortuna a voi. Tuttavia, se fai qualcosa di male che accade a causa di un incidente o di un errore, senza l'intenzione di arrecare alcun danno agli altri, il karma non è così pesante. Forse eri destinato a essere uno strumento nel karma di qualcun altro, che è anche tuo. Prenderà in considerazione la tua motivazione. Tuttavia, maggiore è l'intento o la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato, maggiore sarà il grado di reazione negativa che ci sarà. Quindi è tutto basato sull'intento che sta dietro l'azione. Tuttavia, dovremmo capire che, essenzialmente, il karma è per correggere una persona, non per una semplice retribuzione delle azioni passate. L'universo è basato su compassione. Ognuno ha certe lezioni e modi in cui deve svilupparsi, e la legge del karma in effetti la dirige in un modo per farlo. Nondimeno, non si è condannati a rimanere in questo ciclo di ripetute nascite e morti per sempre. C'è una via d'uscita. Nella forma umana si può acquisire la conoscenza della realizzazione spirituale e ottenere la liberazione dal karma e da ulteriori cicli di nascita e morte. Questo è considerato il risultato più importante che si possa ottenere nella vita. Questo è il motivo per cui ogni processo religioso nel mondo incoraggia le persone che vogliono la libertà dall'esistenza terrena a non desiderare attaccamenti materiali o piaceri sensuali che li legano a questo mondo, ma a lavorare verso ciò che può liberarli da ulteriori cicli di nascita e morte.Tutti il karma può essere negato quando si aspira veramente a comprendere o realizzare lo scopo superiore nella vita e nella verità spirituale. Quando si raggiunge quel punto, la sua vita può essere veramente spirituale che dà l'eterna libertà dal cambiamento. Cercando la Verità Assoluta o servendo Dio nel servizio devozionale, specialmente nel bhakti-yoga, una persona può raggiungere il punto in cui è completamente sollevato da tutti gli ostacoli o le responsabilità karmiche. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad-gita (18.66): "Abbandona ogni varietà di religione e arrenditi a Me. Ti libererò da ogni reazione peccaminosa. Non temere ". Senza essere allenati in questa scienza spirituale, è molto difficile capire come l'essere vivente lascia il suo corpo o quale tipo di corpo otterrà in futuro, o perché ci sono varie specie di vita che accolgono tutte le persone gli innumerevoli livelli di coscienza delle entità viventi. Come riferito nella Bhagavad-gita, coloro che sono spiritualmente ignoranti non possono capire come un'entità vivente può lasciare il corpo al momento della morte, né possono capire quale tipo di corpo godrà sotto l'influenza dei modi di natura. Tuttavia, chi è stato addestrato alla conoscenza può percepirlo. Quindi, incoraggiamo tutti a comprendere la legge del karma in modo più completo e come si può impegnarsi nel servizio di devozione del Signore per liberarsi da ogni karma buono o cattivo e sviluppare una coscienza puramente spiritualizzata. Questa è vera libertà e liberazione da tutti i limiti materiali attraverso i quali si può raggiungere lo strato spirituale.

Qual è lo scopo della vita?

Gli esseri viventi sono anime spirituali. Come tali, siamo parte integrante dell'assoluto supremo, Sri Krishna. Lo scopo della nostra vita è stabilire la connessione perduta con la Persona Suprema - Sri Krishna. Tutti noi stiamo cercando l'amore. Tuttavia, stiamo cercando di trovare il cosiddetto amore in questo mondo materiale - un mondo che è pieno di avidità, invidia, lussuria, rabbia, falso ego, illusione. Questo mondo materiale è pieno di tristezza e miseria. È' un mondo temporaneo. Si può venire sommersi da problemi in qualsiasi momento. Quindi i nostri tentativi di trovare la vera felicità in questo mondo materiale invariabilmente finiscono con la frustrazione. La vera felicità può essere trovata quando risvegliamo l'amore dormiente o la coscienza di Krishna. La vita umana è una possibilità per noi di ristabilire questa relazione. La coscienza di Krishna si ottiene pensando sempre a Lui, cantando il Suo santo nome, servendoLo, servendo i Suoi devoti e diffondendo le glorie del santo nome. Quindi, quando siamo impegnati nella coscienza di Krishna, sperimentiamo il più alto amore trascendentale: l'amore per Krishna, la Suprema personalità di Dio o prema bhakti. Raggiungere la prema bhakti è l'obiettivo della vita. Una vita di eternità, conoscenza e beatitudine!

Reinarnazione, che cos'è?

La reincarnazione è chiamata samsara nei classici testi vedici dell'India. La parola samsara è sanscrito e significa essere legati al ciclo di ripetute nascite e morti attraverso numerose vite. Il modo in cui funziona è che coloro che sono condizionati materialmente trasmigrano attraverso corpi diversi in base ai propri desideri e attività (o karma) passate e familiarità. I loro desideri, se materialmente motivati, richiedono un corpo fisico per consentire loro di continuare a elaborare i loro desideri materiali in varie condizioni di vita. Generalmente, nelle tradizioni orientali si considera che tutte le forme di vita o di specie hanno un'anima, che è l'entità che si reincarna. Prima di quando un'entità è pronta a incarnarsi come essere umano sulla Terra, l'anima può aver attraversato un'intera serie di vite per sperimentare vari livelli di esistenza e di coscienza. Il principio è che un'entità può effettivamente progredire attraverso le diverse specie di vita, gradualmente salendo fino a raggiungere la forma umana. Certo, il corpo è solo la copertura dell'anima in cui appare. L'essere vivente si muoverà continuamente verso l'alto nei suoi cicli di reincarnazione finché non avrà sperimentato tutte le principali varietà di esistenze che il regno materiale ha da offrire. In questo modo l'essere vivente è pienamente esperto nell'elaborare desideri o desideri materiali in tutti i tipi di forme quando raggiunge il livello umano. Naturalmente, non tutti gli esseri potrebbero dover affrontare tutto questo. Come funziona la reincarnazione è descritto più dettagliatamente nei testi vedici dell'India. La Bhagavad-gita (8.6) spiega che qualunque stato di coscienza si raggiunge quando lui o lei abbandona questo corpo, uno stato simile sarà raggiunto nella prossima vita. Ciò significa che dopo che la persona ha vissuto la sua vita, le numerose attività variegate della persona formano una coscienza aggregata. Tutti i nostri pensieri e azioni nella nostra vita influenzeranno collettivamente lo stato di essere in cui siamo al momento della morte. Questa coscienza determinerà a cosa sta pensando quella persona alla fine della propria vita. Quest'ultimo pensiero e coscienza dirigeranno quindi dove quella persona molto probabilmente andrà nella prossima vita perché questo stato di essere passa da questa vita alla successiva. Come viene ulteriormente spiegato, l'entità vivente nel mondo materiale trasporta i diversi livelli di coscienza da un corpo all'altro nello stesso modo in cui l'aria porta aromi. In altre parole, non possiamo vedere gli aromi trasportati dall'aria, ma può essere percepito dal senso dell'olfatto. In modo simile, non possiamo vedere i tipi di coscienza che l'essere vivente si è sviluppato, ma è trasportato da questo corpo al momento della morte e procede verso un altro corpo nella prossima vita per riprendere da dove era stato interrotto dal precedente esistenza. Naturalmente, la prossima vita potrebbe essere in un altro corpo fisico o in un corpo sottile tra le nascite, o anche negli stati d'essere celesti o infernali. Dopo la morte, si continua la coscienza che è stata coltivata durante la vita. Sono i nostri modelli di pensiero che costruiscono la coscienza, che poi ci indirizza verso l'esperienza richiesta dopo la morte. Il proprio stato di coscienza o concezione della vita esiste nel corpo sottile, che consiste nella mente, nell'intelligenza e nel falso ego. L'anima è coperta da questo corpo sottile, che esiste all'interno della forma materiale grossolana. Quando il veicolo fisico non può più funzionare, il corpo e l'anima sottili ne sono costretti a uscire. Poi, quando è il momento giusto, sono collocati in un'altra struttura fisica che adatta adeguatamente lo stato della mente dell'entità vivente. È così che lo stato mentale che attira l'uomo morente determina come inizia la sua prossima vita. Se il morente è assorto in pensieri di guadagno materiale o di piaceri sensuali di moglie, famiglia, parenti, casa, ecc., Allora deve, a un certo punto, ottenere un altro corpo materiale per continuare a perseguire i suoi interessi mondani. Dopo tutto, come si può soddisfare i suoi desideri materiali senza un corpo materiale? Per questo motivo, è meglio che una persona coltivi sempre attività pie e pensieri spirituali per aiutarlo a entrare in una vita migliore dopo la morte. Se una persona ha provato a tagliare i nodi dell'attaccamento alla vita materialistica e si è impegnata in attività spirituali, al grado di avanzamento che la persona ha fatto, lui o lei può andare in un regno celeste dopo la morte, o persino raggiungere il regno di Dio . In ogni caso, possiamo cominciare a capire che morire nella coscienza giusta per liberarsi dal ciclo di nascita e morte è un'arte che richiede pratica. Dobbiamo prepararci per il momento della morte in modo da non essere presi alla sprovvista o in uno stato mentale inadatto. Questo è uno degli scopi dello yoga. Dopo quello che può essere milioni di nascite e morti attraverso molte forme di vita, cercando di soddisfare tutti i desideri materiali, l'anima può cominciare a stancarsi di questi continui tentativi di felicità che spesso si rivelano così temporanei. Allora la persona può tuper trovare un significato spirituale nella vita. Nella ricerca del significato più alto, a seconda del livello di coscienza che una persona sviluppa, lui o lei può gradualmente entrare in livelli sempre più alti di sviluppo. Infine, se una persona scopre che in realtà non è questo corpo ma un essere spirituale al suo interno, e raggiunge un livello spirituale di coscienza, può perfezionare la sua vita in modo che entri negli strati spirituali e non debba più incarnarsi nel fisico mondo. Quindi, la liberazione è raggiunta attraverso la realizzazione del Sé e lo sviluppo del servizio di devozione a Dio, che è la perfezione del sentiero spirituale. Attraverso l'esistenza umana sulla Terra, è possibile accedere a molti altri piani di esistenza, incluso l'ingresso nel mondo spirituale. Dipende solo da come usiamo questa vita. L'idea che una persona abbia una sola vita per diventare qualificata per entrare in paradiso o per entrare nella dannazione eterna non offre all'anima alcun mezzo per la riabilitazione e solo una infinita sofferenza. Questo non è ragionevole. La dottrina della reincarnazione offre a chiunque ampie possibilità di correggere e rieducarsi nelle future nascite. Un'eternità all'inferno significa che un effetto infinito è prodotto da una causa finita, che è illogica. Dio non ha creato gli uomini per diventare niente più che un combustibile duraturo per nutrire i fuochi dell'inferno. Un tale scopo nella sua creazione non proviene da un Dio sempre amorevole, ma deriva dalle idee difettose dell'uomo e dalle sue concezioni imperfette di Dio. Dopo tutto, quanti uomini senza macchia potevano esserci in questo mondo? Chi ha un personaggio così puro da ricevere un passaggio immediato in paradiso? La Bhagavad-gita spiega che anche il peggiore peccatore può attraversare l'oceano della nascita e della morte salendo la barca della conoscenza trascendentale. Dobbiamo semplicemente essere sinceri nel raggiungere quella barca. Inoltre, una persona raccoglie i risultati delle sue azioni peccaminose per un periodo di tempo limitato. Dopo essere stato purgato dai propri peccati, cioè soffrendo le reazioni dolorose delle proprie cattive attività, una persona, sapendo il bene dal male, può avere una nuova possibilità di lavorare liberamente per la sua emancipazione da un ulteriore intreccio nella vita materiale. Quando merita e ottiene tale libertà, l'anima può godere della felicità perfetta ed eterna nella sua unione devozionale con l'Essere Supremo. Questo è il motivo per cui è sempre incoraggiato uno a cercare la conoscenza spirituale e la pratica dell'illuminazione. Sviluppando devozione sincera e purificata per il Signore, non ci si deve preoccupare della propria futura nascita. Una volta che una persona ha iniziato questo percorso di devozione, ogni vita si avvicina alla perfezione spirituale, in qualunque situazione si trovi. Così una persona è incoraggiata a pentirsi dei propri peccati o delle cattive scelte che sono state fatte sotto l'influenza di lussuria, rabbia o avidità e coltivare il perdono, la purezza e la generosità. Una persona dovrebbe anche impegnarsi in carità, penitenza, meditazione, japa (canto personale dei santi nomi del Signore), kirtan (canto congregazionale dei santi nomi del Signore) e altre pratiche spirituali, che distruggono tutti i peccati e rimuovono tutti i dubbi sulla conoscenza spirituale . Quindi attraverso la pratica costante si può raggiungere gradualmente il mondo spirituale ed essere liberi da ogni ulteriore entanglement nella reincarnazione.

Vegetariani, perché essere o diventare?

Sul sentiero spirituale, ci sono diversi motivi per cui una persona è raccomandata per essere vegetariana. Una ragione principale è che abbiamo bisogno di vedere la natura spirituale all'interno di tutti gli esseri viventi, e ciò include anche gli animali e le altre creature. Fratellanza universale significa nonviolenza sia agli umani che agli animali. Consiste nel comprendere che anche gli animali hanno un'anima. Sono vivi, coscienti e provano dolore. E queste sono le indicazioni della presenza della coscienza, che è il sintomo dell'anima. Persino la Bibbia (Genesi 1,21; 1,24; 1,30; 2,7; e in molti altri luoghi) si riferisce sia agli animali che alle persone come nefesh chayah, anime viventi. Coloro che mangiano carne, tuttavia, a causa del loro desiderio di mangiare animali o di vederli come una fonte di cibo per lo stomaco, non sono così facilmente in grado di comprendere la natura spirituale di tutti gli esseri. Dopo tutto, se sai che tutte le entità viventi sono essenzialmente spirituali e che tutti gli esseri viventi che sono coscienti mostrano i sintomi dell'anima interiore, allora come puoi ucciderli inutilmente? Ogni creatura vivente è anche la stessa di cui siamo nel rispetto che è anche figlia dello stesso padre, una parte dello stesso Essere Supremo. Pertanto, l'uccisione di animali mostra una grande mancanza di consapevolezza spirituale. Molte parti della letteratura Vedica descrivono come l'Essere Supremo sia il mantenitore di innumerevoli entità viventi, gli umani così come gli animali, ed è vivo nel cuore di ogni essere vivente. Solo quelli con coscienza spirituale possono vedere lo stesso Essere Supremo nella Sua espansione come Anima Suprema all'interno di ogni creatura. Essere gentili e spirituali verso gli umani e essere un assassino o un nemico verso gli animali non è una filosofia equilibrata, e mostra la propria ignoranza spirituale. La prossima ragione per essere vegetariani è considerare la quantità di paura e sofferenza che gli animali provano nel settore della macellazione. Ci sono innumerevoli storie di come nella paura le mucche piangono, urlano e talvolta cadono morte mentre sono dentro o anche prima che vengano portate nel macello. O come le vene dei maiali morti sono così grandi da mostrare che sono praticamente esplose dalla paura che il maiale ha provato e dall'adrenalina prodotta mentre veniva portata al macello. Ciò causa certamente un'immensa quantità di violenza per permeare l'atmosfera, che si spegne e ricade su di noi in una qualche forma. Inoltre, l'adrenalina e la paura nell'animale producono anche tossine che poi permeano il corpo di questi animali, che ingeriscono i mangiatori di carne. Le persone che consumano queste cose non possono fare a meno di esserne influenzate. Causa tensioni all'interno di loro individualmente, che poi si diffonde nelle loro relazioni con gli altri. L'antico testo Vedico della Manu-samhita (5,45-8) dice: "Chi ferisce gli esseri infetti dal desiderio di darsi piacere non trova mai la felicità, né vivente né morta. Colui che non cerca di causare la sofferenza dei legami e della morte alle creature viventi, ma desidera il bene di tutti gli esseri, ottiene una felicità infinita. . . La carne non può mai essere ottenuta senza danni alle creature viventi, e la ferita agli esseri senzienti è dannosa per il conseguimento della beatitudine celeste; Lascialo quindi evitare l'uso della carne. " La Bibbia (Romani 14,21) dice anche: "Non è né buono mangiare carne né bere vino". Un altro comandamento biblico (Esodo 23.5) ci istruisce ad aiutare gli animali nel dolore, anche se appartengono a un nemico. Anche le scritture buddhiste (Sutta-Nipata 393) consigliano: "Non distruggere o far distrarre alcuna vita o sanzionare le azioni di coloro che lo fanno. Lascia che si astenga dal ferire persino qualsiasi creatura, sia quelle forti che quelle che tremano nel mondo. "Si dice anche nelle scritture buddiste, il Sutra Mahaparinirvana," Il mangiare carne estingue il seme della grande compassione ".Per gli ebrei, il Talmud (Avodah Zorah 18B) vieta l'associazione con i cacciatori, per non parlare della caccia. Nel Nuovo Testamento Gesù preferì la misericordia al sacrificio (Matteo 9.13, 12.7) e si oppose all'acquisto e alla vendita di animali per il sacrificio (Matteo 21,12-14, Marco 11,15, Giovanni 2,14-15). Una delle missioni di Gesù era di eliminare il sacrificio animale e la crudeltà verso gli animali (Ebrei 10.5-10). Troviamo specialmente in Isaia dove Gesù disprezza il massacro e lo spargimento di sangue di uomini e animali. Dichiara (1,15) che Dio non ascolta le preghiere degli assassini animali: "Ma le tue iniquità hanno separato te e il tuo Dio. E i tuoi peccati ti hanno nascosto la sua faccia, così che Lui non ascolti. Perché le tue mani sono macchiate di sangue. . . I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente. . . non conoscono le vie della pace ". Isaia si lamenta anche di aver visto," Gioia e allegrezza, macellazione di bestiame e uccisione di pecore, consumo di carne e consumo di vino, come pensavi, 'mangiamo e beviamo, per domani noi moriamo. '"(22.13) È anche stabilito nella Bibbia (Isaia 66,3): "Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo". A questo proposito San Basilio (320-379 d.C.) insegnava: "Il vapore della carne daruccide la luce dello spirito. Difficilmente si può avere virtù se si gustano pasti a base di carne e di carne. "Quindi dovremmo trovare alternative all'uccidere gli animali per soddisfare i nostri appetiti, specialmente quando ci sono molti altri cibi sani disponibili. Altrimenti, devono esserci reazioni a tale violenza. Non possiamo aspettarci la pace nel mondo se continuiamo a uccidere inutilmente tanti milioni di animali per il consumo di carne o per abuso. Il terzo fattore per essere vegetariani è il karma. Come afferma la seconda legge della termodinamica, per ogni azione deve esserci una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale questa è chiamata la legge del karma, il che significa che ciò che gira intorno viene fuori. Questo riguarda ogni individuo, così come le comunità e i paesi. Come la nazione semina, così raccoglierà. Questo è qualcosa che dovremmo prendere molto seriamente, specialmente nel nostro tentativo di portare pace, armonia e unità nel mondo. Se tanta violenza viene prodotta dall'uccisione di animali, dove pensi che le reazioni a questa violenza vadano? Ci torna in tanti modi, come la forma del crimine di quartiere e della comunità e le guerre mondiali. La violenza genera violenza. Pertanto, questo proseguirà a meno che non sappiamo come cambiare.Isaac Bashevis Singer, che ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ha chiesto: "Come possiamo pregare Dio con misericordia se noi stessi non abbiamo pietà? Come possiamo parlare di diritti e giustizia se prendiamo una creatura innocente e versiamo il suo sangue? "Continuò dicendo:" Personalmente credo che finché gli esseri umani verseranno il sangue degli animali, non ci sarà mai alcuna pace . "In conclusione, possiamo citare il numero del 10 marzo 1966 de L'Osservatore della Domenica, il settimanale vaticano, in cui mons. Ferdinando Lambruschini ha scritto: "La condotta dell'uomo nei confronti degli animali dovrebbe essere regolata dalla giusta ragione, che proibisce di infliggere loro dolore e sofferenza senza scopo. Maltrattarli e farli soffrire senza ragione è un atto di deplorevole crudeltà da condannare da un punto di vista cristiano. Farli soffrire per il proprio piacere è un'esibizione di sadismo che ogni moralista deve denunciare. "Mangiare gli animali per il piacere della propria lingua quando ci sono molti altri cibi disponibili certamente si adatta a questa forma di sadismo. È ovvio che questo è controproducente per ogni pace, unità o progresso spirituale che desideriamo fare. È una delle cose che dobbiamo considerare seriamente se vogliamo migliorare noi stessi o il mondo. Quindi ecco alcuni motivi per cui una persona sinceramente spirituale sceglierà di essere vegetariana.

VALORE VEGETARIANO

Nel processo di bhakti-yoga, la devozione va oltre il semplice vegetarianismo e il cibo diventa un mezzo per il progresso spirituale. Nella Bhagavad-gita, il Signore Krishna dice: "Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri e reggi, così come tutte le austerità che puoi compiere, dovrebbero essere fatte come offerta a Me". ciò che mangiamo al Signore è parte integrante del bhakti-yoga e rende il cibo benedetto con potenze spirituali. Allora tale cibo è chiamato prasadam, o la misericordia del Signore. Il Signore descrive anche ciò che accetta come offerta: "Se uno mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o acqua, lo accetterò". Così , possiamo vedere che il Signore accetta frutta, cereali e cibi vegetariani. Il Signore non accetta cibi come carne, pesce o uova, ma solo quelli che sono puri e naturalmente disponibili senza danneggiare gli altri. Quindi sul sentiero spirituale mangiare cibo che viene offerto a Dio è la perfezione ultima di una dieta vegetariana. La letteratura Vedica spiega che lo scopo della vita umana è risvegliare la relazione originale dell'anima con Dio, e accettare il prasadam è il modo per aiutarci a raggiungere questo obiettivo.

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