Epilogo - Vita S.P.
EPILOGO
Srila Prabhupada rimase nel mondo per altri dieci anni. Durante questo tempo egli guidò personalmente l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna mentre essa si estendeva in centinaia di centri in tutto il mondo. Egli aveva iniziato migliaia di discepoli e aveva scritto e pubblicato qualcosa come sessanta libri. Srila Prabhupada era solito dire: "Sono un uomo vecchio e potrei morire in ogni momento, ma voi, per favore, mantenete in vita ciò che vi ho dato." Consapevole del poco tempo rimasto a sua disposizione e della portata della sua visione, lavorò instancabilmente. Un verso delle Scritture vediche dichiara: "Nessuno può diffondere il canto dei nomi di Dio in tutto il mondo senza essere stato investito di potere direttamente da Sri Krishna."
Negli ultimi anni della sua vita in realtà Srila Prabhupada dimostrò ampiamente di possedere un'energia tale, una tale "shakti", che gli permetteva di motivare le persone non soltanto a cantare il mantraHare Krishna, ma anche a lasciare le attività colpevoli e a intraprendere una vita cosciente di Krishna diventando missionari a tempo pieno. Fu con l'aiuto di tali discepoli-predicatori di Srila Prabhupada che il Movimento Hare Krishna si diffuse in tutti i continenti, mise radici e crebbe diventando ogni anno più forte. Uno studioso americano di Religioni, il dott. Burt Rochfort, sintetizzò questo evento dicendo: "Vi è l'intervento del soprannaturale quando un uomo riesce a ispirare un tale numero di persone alla coscienza di Krishna."
Sebbene non si fosse mai completamente ristabilito dalla sua malattia fisica, Srila Prabhupada rimase sempre completamente attivo nella sua opera di traduzione delle Scritture sanscrite in lingua inglese e, pur continuando a viaggiare proseguì nel suo impegno di predicare la coscienza di Krishna ai suoi nuovi ascoltatori, e di incoraggiare i suoi discepoli. Dal 1968 al 1969 egli si spostò in lungo e in largo negli Stati Uniti, dalla California a New York City, da Boston a Montreal, poi di nuovo a Santa Fé nel Nuovo Messico, a Los Angeles e a San Francisco, e ancora a Seattle e a New York, in continuazione. Durante questo periodo egli partecipò al Festival del Ratha-yatra di San Francisco, dove tre grandi carri furono tirati dai devoti sulle strade, secondo la tradizione del Ratha-yatra mantenuta per migliaia di anni a Jagannatha Puri, in India. Diecimila persone seguirono il Ratha-yatra attraverso il Golden Gate Park nel 1969.
Srila Prabhupada voleva anche sviluppare le comunità rurali e per questa ragione visse per un mese accampato in un appezzamento di terra selvaggia sulle colline della Virginia Occidentale, dove istruì i suoi discepoli nell'arte di dipendere dalla natura proteggendo le mucche e coltivando la terra. Dovunque Srila Prabhupada si fermasse, restava in contatto coi suoi devoti e seguiva per corrispondenza l'amministrazione del Movimento in fase di sviluppo. Queste lettere piene di parole affettuose, sempre piene di istruzioni pratiche per l'acquisto di nuove sedi, di istruzioni mediche e di consigli relative ai matrimoni, erano sempre ricche di istruzioni trascendentali. Col suo esempio personale Srila Prabhupada insegnò che è possibile praticare la vita spirituale e simultaneamente spostarsi attivamente nel mondo.
Ciò poteva esser fatto seguendo la pratica quotidiana del canto Hare Krishna di almeno sedici giri di Santi Nomi (che richiede circa due ore), tenendo lezioni giornaliere e procedendo nella lettura delle Scritture sia il mattino sia la sera. Inoltre, tutte le attività compiute nel corso delle ventiquattro ore devono essere dedicate alla coscienza di Krishna; in questo modo il devoto può liberarsi dalle influenze materiali, pur vivendo in una grande città e affrontando molte situazioni potenzialmente piene di tensione. Nelle sue lettere e nei suoi discorsi personali Prabhupada consigliò ai suoi seguaci: "Fate come io sto facendo." Alcuni tra i suoi discepoli più audaci si offrirono spontaneamente di portare la Coscienza di Krishna in Europa. Fu così che Srila Prabhupada inviò tre coppie di discepoli sposati a Londra, mentre un discepolo non coniugato si avventurò ad Amburgo, in Germania.
Verso la fine del 1969 Srila Prabhupada in persona si recò prima in Germania e poi in Inghilterra, dove dimorò per alcuni mesi. I devoti in Inghilterra avevano vissuto tempi duri all'inizio, senza un luogo fisso in cui risiedere e senza denaro. Poi, verso la metà di un inverno di lotta, si verificò un evento fortunato: un incontro con George Harrison dei Beatles. In una stanza affollata della Apple Records, Syamasundara das con il capo rasato e vestito da devoto, sedeva in attesa di avere l'opportunità di scambiare qualche parola con una persona che fosse in qualche modo collegata coi Beatles, allorché George scese le scale, di ritorno da un incontro di lavoro. Avanzando e sedendosi accanto a Syamasundara das, s'informò: "Dove siete stati? Negli ultimi due anni ho sempre cercato di incontrare gli Hare Krishna." Il giorno successivo Syamasundara andò a casa di George per il pranzo e là incontro gli altri Beatles.
George Harrison canta Hare Krishna con i devoti di Londra.
|
Tutti avevano domande da fargli, ma George era particolarmente interessato. Poiché aveva letto la Bhagavad gita così com'è, aveva apprezzato la concezione personalista di Dio rispetto a quella impersonalista. George era ansioso di incontrare Srila Prabhupada. In seguito la canzone di George intitolata "My sweet Lord" diventò il disco numero uno in America per due mesi consecutivi e il suo album "Living in material world", che raggiunse milioni di vendite, fu il numero uno delle classifiche per cinque settimane. Prabhupada mise in guardia i devoti dal dipendere da George per gli aiuti, ma suggerì loro di trovare un luogo in cui risiedere e di prenderlo in affitto. George invece voleva aiutare, e suggerì ai devoti di fare un disco con l'etichetta Apple. George volle che fossero i devoti a cantare e lo produsse.
Srila Prabhupada pianificò la sua visita ai discepoli di Londra con qualche settimana di anticipo rispetto all'uscita dell"'Hare Krishna Mantra". Il primo giorno il disco vendette settantamila copie e in poche settimane raggiunse uno dei massimi record di vendita in molti Paesi europei, compresi quelli dell'Europa orientale. A Prabhupada fu offerta una stanza negli alloggi della servitù nella tenuta di John Lennon, dove egli si fermò per alcuni mesi. Durante questo periodo i devoti avevano affittato un ampio spazio da adibire a Tempio nel centro di Londra e Prabhupada vi installò personalmente le Divinità di Radha-Krishna, nel dicembre del 1969. Fu così che il Movimento per la Coscienza di Krishna si stabilì a Londra con grande soddisfazione di Srila Prabhupada.
Nel 1970 Srila Prabhupada si spostò soprattutto negli Stati Uniti, dove iniziò centinaia di discepoli e stabilì il Quartier Generale del mondo occidentale in una antica chiesa cristiana, a Los Angeles. Ripetutamente Srila Prabhupada diceva di voler dedicare una parte del suo tempo al suo lavoro letterario, ma era assediato dall'amministrazione relativa ai centri Hare Krishna diffusi in tutto il mondo, e questo impegno lo coinvolgeva perfino nei particolari. Per questa ragione egli tentò di costituire la commissione di un corpo governativo di discepoli e fondò anche la Bhaktivedanta Book Trust al fine di organizzare la stampa e la distribuzione delle opere da lui tradotte.
Srila Prabhupada disse che l'apertura di un centro dell'ISKCON richiedeva soltanto una persona sincera, a patto che questa persona seguisse rigidamente il suo maestro spirituale e mettesse in pratica giornalmente la regola del canto e dell'ascolto. Egli incoraggiava l'apertura dei centri, e in risposta i suoi giovani seguaci realizzarono la predizione che cinquecento anni prima Sri Caitanya aveva fatto affermando: "Il canto dei Santi Nomi di Sri Krishna si diffonderà in ogni città e in ogni villaggio." Ogni mese, e talvolta ogni settimana un nuovo centro si apriva, finché ve ne furono a dozzine soltanto negli Stati Uniti. Anime coraggiose si avventurarono in Australia e in Asia, in altri Paesi d'Europa e in Africa. Dovunque andassero, i discepoli seguivano la semplice formula voluta da Srila Prabhupada e dai precedenti maestri spirituali.
Prabhupada era soddisfatto di avere la prova che quella degli Hare Krishna non era certamente una religione settaria destinata soltanto agli Indù; infatti le persone la accettavano, dovunque i devoti sinceri andassero e ne mettessero in pratica la dottrina fondamentale. Questa esperienza del successo universale della Coscienza di Krishna ispirò Srila Prabhupada a dichiarare nei commenti Bhaktivedanta delle opere che produceva che la coscienza di Krishna aveva in sé la potenza per diventare una religione non settaria del mondo, e che avrebbe potuto risolvere le miserie dell'esistenza materiale. Almeno sulla piccola scala dell'ISKCON era relativamente facile per i devoti abbandonare l'abitudine agli intossicanti, al sesso illecito, al consumo di carne e al gioco d'azzardo per dedicarsi completamente al servizio devozionale a Sri Krishna.
I devoti notarono che la loro idea di felicità materiale svaniva procedendo nella coscienza di Krishna e a questo proposito Prabhupada affermò che se ciò si verificava su piccola scala, avrebbe potuto verificarsi anche su vasta scala, se i capi del mondo avessero concesso qualche facilitazione su questo punto. Per la massima parte il movimento di Prabhupada, sempre popolare, tra i giovani, rimase un movimento per gente comune, e non fu preso in considerazione dai politici o dalle persone ricche. A Srila Prabhupada il suo maestro gli aveva affidato il compito di predicare la coscienza di Krishna in Occidente e Srila Prabhupada stava già adempiendo a quell'ordine con un successo straordinario. Verso la metà degli anni settanta egli volle raggiungere un nuovo obiettivo, riportare la coscienza di Krishna in India, la terra in cui la Coscienza di Krishna era nata.
Prabhupada era solito dire che in India il novantacinque per cento della popolazione era già cosciente di Krishna; tuttavia questa fede, nell'età attuale, era stata ulteriormente coperta a causa della imitazione degli usi occidentali da parte degli Indiani. In realtà, il governo a volte imputava alla religione la causa dell'arretratezza e delle difficoltà dell'India. Inoltre, il proliferare di swami non autentici, e delle cosiddette incarnazioni di Dio, aveva creato confusione in India in relazione all'effettiva conclusione delle Scritture vediche. Per questa ragione Srila Prabhupada vedeva che la coscienza di Krishna nella sua forma originaria, cioè i veri insegnamenti della Bhagavad-gita, era quanto mai necessaria in India, così come altrove. Prabhupada tornò in India per la prima volta dopo tre anni. Insegnò ai suoi discepoli il canto del mantra Hare Krishna sulle strade, nella speranza che i suoi "bianchi elefanti danzanti" ispirassero gli Indiani a recuperare la fede nella loro cultura perduta.
Srila Prabhupada introdusse anche il programma dei membri a vita, invitando gli Indiani a diventare membri dell'Associazione per sostenere l'ISKCON, per ricevere i suoi libri e poter usufruire di una sistemazione gratuita nei centri dell'ISKCON in cambio di una tassa d'iscrizione. L'onda iniziale della predica dell'ISKCON in India non mancò di essere sensazionale quando gli Indiani videro che gli Occidentali adottavano l'induismo; essi allora accolsero cordialmente i devoti. Così, gradualmente, cominciarono a rispettare Srila Prabhupada come un grande santo dell'India. A questo punto Prabhupada dette inizio a una delle sue più difficili campagne, quella di costruire e di aprire grandi templi in India: uno a Bombay, uno a Mayapura (il luogo di nascita di Sri Caitanya), e uno a Vrindavana, il luogo dei divertimenti eterni di Krishna.
Questi erano progetti ambiziosi, e Prabhupada incontrò difficoltà in tutti i campi, nell'acquisto del terreno, nel ricevere i permessi, nel cercare di evitare che i suoi discepoli fossero imbrogliati dagli affaristi. Prabhupada diceva che la gente comune non sarebbe stata molto interessata a venire in un ambiente austero per ascoltare le conferenze sulla coscienza di Krishna, ma se le persone avessero avuto a disposizione un tempio sontuoso, sarebbero venute e avrebbero ascoltato, cantato e accettato il prasada senza alcuna difficoltà. Per questa ragione, a beneficio degli Indiani e dei devoti occidentali, Prabhupada creò le residenze per gli ospiti collegate coi suoi templi in India, e invitò le persone a venire e a praticare la Coscienza di Krishna in modo completo per un certo periodo di tempo.
Nei primi anni settanta i viaggi di Prabhupada raggiunsero il culmine perché ormai egli attraversava non soltanto gli Stati Uniti, ma tutto il globo terrestre. In pratica egli fece circa quattordici giri completi del mondo in questi anni, recandosi per la prima volta a visitare Mosca, Parigi, Roma, Nairobi in Africa, il Sudafrica, il Messico, il Sud America, e visitando nuovamente l'Australia e altre aree. Pur viaggiando continuamente, Srila Prabhupada in qualche modo continuò le sue traduzioni. Si alzava all'una circa del mattino, dopo tre sole ore di sonno, e studiava i commentari dei maestri spirituali che lo avevano preceduto; poi scriveva i suoi commenti sullo Srimad Bhagavatam. Per un anno e mezzo rubò un po' di tempo alla stesura dello Srimad Bhagavatam per tradurre il Caitanya-caritamrta, la biografia del Signore Caitanya scritta da Krishnadas Kaviraja.
Risale a questi anni anche lo straordinario sforzo di distribuire i libri di Srila Prabhupada, compiuto dai suoi discepoli. Nel 1974 i templi vendettero quasi quattrocentomila libri, il che segnò un incremento del settanta per cento rispetto agli anni precedenti, e furono distribuiti inoltre quasi quattro milioni di riviste Back to Godhead. Tali notizie rendevano Prabhupada energico come un uomo giovane. Nel 1976, dopo brevi visite ai centri di tutto il mondo, Srila Prabhupada arrivò alle Hawaii. Mentre era là, Prabhupada annunciò ai devoti che aveva quasi terminato il settimo Canto dello Srimad Bhagavatam (che consta di dodici Canti). A questa notizia i devoti espressero la loro felicità, e Srila Prabhupada rispose: "Oh, potrei terminarlo molto celermente, ma devo presentarlo alla vostra comprensione. Ciò richiede profonda riflessione e molta attenzione per presentarlo all'uomo comune."
In seguito Srila Prabhupada disse ai suoi discepoli a Los Angeles: "I miei libri saranno i libri di legge per la società umana nei prossimi diecimila anni." Tornato a New York nel luglio del 1976, Prabhupada richiamò alla memoria i vecchi giorni trascorsi in quella città, e percorse la Quinta Strada insieme con la parata del Rathayatra. Questo fu per Srila Prabhupada il punto culminante di dieci anni di predica a New York. Il New York Daily News aveva parlato del Festival e aveva riportato alcune fotografie col titolo: "Quinta Strada, dove l'Oriente incontra l'Occidente." A Prabhupada il titolo era piaciuto e spiegò che l'unione della cultura orientale con quella occidentale gli ricordava l'incontro dello storpio col cieco: "Separati, non possono far nulla... ma se si uniscono, la cultura indiana e il denaro americano, salveranno il mondo."
La salute di Srila Prabhupada stava peggiorando, come accadeva spesso quando viaggiava in modo così esteso. Prima che Prabhupada lasciasse New York, i devoti lo supplicarono di restare ancora per un po' di tempo. Prabhupada rispose: "Voglio la benedizione di poter continuare a lottare per Krishna fino al mio ultimo respiro, proprio come Arjuna." Ripetutamente Prabhupada spiegò che i capi dell'ISKCON avrebbero dovuto prepararsi ad amministrare senza il suo apporto diretto. Ora potete incaricarvi di tutto il denaro, liberandomi completamente dell'amministrazione. La mia unica richiesta è: "Non sprecate il denaro. Talvolta vi ho rimproverato affinché esso non venga sprecato." Occasionalmente egli parlò di trasferirsi in un luogo più favorevole per la sua salute. In maggio, quando a Bombay il caldo era opprimente, egli aveva accettato il suggerimento di recarsi a Hrsikesa.
Tuttavia, giunti là, dopo qualche giorno la salute di Prabhupada peggiorò ed egli, ritenendo che la sua fine non fosse lontana, chiese di essere ricondotto a Vrindavana. Egli disse: "Se la morte deve venire, allora è meglio che sia a Vrindavana." Prabhupada chiese che i devoti lo raggiungessero a Vrindavana; voleva poter fare un testamento e prendere tutti i provvedimenti necessari affinché il movimento procedesse senza intoppi, dopo il suo trapasso. Il segretario di Prabhupada rispose: "Poiché ti vogliono bene, sono sicuro che vorranno tutti venire per stare con te." "Il solo amore per me", rispose di rimando Prabhupada, "sarà dimostrato nella misura in cui coopereranno per mantenere questa istituzione, dopo che me ne sarò andato."
Nel corso della primavera e dell'estate del 1977 la salute di Prabhupada talvolta peggiorò e talvolta migliorò leggermente. Egli continuò a tradurre lo Srimad Bhagavatam, non appena era in grado di farlo, ormai era giunto al decimo Canto. Una competizione d'amore allora si sviluppò; Srila Prabhupada esprimeva il suo desiderio di lasciare il mondo mentre viveva nella sacra Vrindavana, ma i suoi discepoli lo supplicavano di continuare a vivere. Quando il segretario di Srila Prabhupada suggerì che Prabhupada avrebbe potuto visitare nuovamente l'Occidente, e riprendere il suo vigore a contatto con la predica, Prabhupada accettò.
Si recò a Londra dove i devoti restarono colpiti nel vedere quanto egli era dimagrito, "proprio come un potente saggio che ha affrontato lunghe austerità per il beneficio del genere umano". Dopo due settimane trascorse a Londra, la salute di Prabhupada peggiorò, ed egli chiese di essere ricondotto in India. Prabhupada convocò nuovamente la commissione del Corpo governativo affinché i Suoi devoti si riunissero con lui a Vrindavana. Voleva essere circondato da tutti i suoi discepoli nella sua stanza e voleva che cantassero il mantra Hare Krishna. Ora, più che mai, voleva la medicina del santo nome, non voleva i medici e rifiutava le loro prescrizioni. "E meglio che non preghiate Krishna che mi salvi", disse, "lasciatemi morire."
Come parte delle sue istruzioni e dell'esempio, Prabhupada sapeva che avrebbe dovuto mostrare alla gente come morire. Egli era sfuggito alla morte molte volte per grazia di Krishna, ma in seguito ai segni ricevuti da Sri Krishna nel 1977, egli cominciò decisamente e in modo conclusivo a chiudere la sua missione nel mondo materiale. Il conflitto d'amore coi suoi discepoli continuò. Prabhupada amava i suoi discepoli, e sapeva anche che essi non erano ancora completamente maturi, ma a quale punto essi l'avrebbero mai lasciato andare? il 14 novembre del 1977, alle 19,30, nella sua stanza nel tempio di Krishna-Balarama a Vrindavana, Srila Prabhupada diede la sua istruzione definitiva lasciando questo mondo mortale e tornando al regno di Dio.
La sua dipartita fu esemplare perché l'intera sua vita era stata esemplare, il completamento di una vita intera di servizio devozionale offerto a Krishna. Il suo trapasso fu sereno. Durante la serata di quel giorno il medico gli chiese: "C'è qualcosa che desideri?" Prabhupada rispose fiocamente: "Non ho desideri." La situazione al momento del trapasso era stata perfetta: A Vrindavana, coi devoti. La sua dipartita era stata perfetta anche perché Prabhupada stava cantando e ascoltando i santi nomi di Dio. Negli ultimi mesi della sua vita Srila Prabhupada aveva insegnato che era possibile incontrare la morte di passo in passo in coscienza di Krishna.
Negli ultimi giorni egli disse a uno dei suoi discepoli: "Non pensare che ciò non accadrà anche a te." Prabhupada era venuto in questo mondo su richiesta di Krishna per insegnarci come vivere una pura vita di coscienza di Krishna, il che include alla fine come partire da questo mondo per ottenere la vita eterna. Quando dovremo morire potremo aggrapparci al ricordo di quella grande anima che ha lasciato il corpo sempre pensando a Krishna, sostenuto dalla medicina del canto Hare Krishna, col desiderio continuo di sentir parlare di Krishna e praticando il distacco dalle condizioni miserevoli della materia. Mentre non vi erano ragioni di lamento per la dipartita di Srila Prabhupada dal mondo e per il suo ritorno a Dio, essa era certamente motivo di lamento per i suoi seguaci e per le persone del mondo intero che restavano prive della presenza del più grande amico e benefattore.
Mentre la notizia si diffondeva per il mondo a tutti i centri Hare Krishna, i discepoli di Srila Prabhupada erano assaliti dalla paura e da un dolore senza limiti. Essi tuttavia si rivolsero ai libri di Srila Prabhupada per trovare conforto: "I discepoli e il maestro spirituale non sono mai separati perché il maestro mantiene vivo il suo legame col discepolo, finché il discepolo segue le sue istruzioni." Il servizio in separazione era indubbiamente una realtà per i discepoli di Srila Prabhupada; altrimenti, ora che essi erano privi della sua presenza personale, come avrebbero potuto mantenersi nella vita spirituale?
Il fatto che essi potessero continuare come prima, accrescere i loro sentimenti di devozione, e accrescere anche la loro capacità di servizio, significava che Srila Prabhupada era ancora in grande misura insieme a loro. Mentre l'ultima istruzione di Srila Prabhupada riguardava il modo in cui l'essere umano dovrebbe morire, ora egli stava insegnando, al di là della morte, come rendere effettivo l'insegnamento filosofico più alto del vaisnavismo Gaudiya. Questa realizzazione dette ai devoti la grande speranza che Srila Prabhupada, e la vita rivoluzionaria della coscienza di Krishna che egli aveva portato con sé, non era finita con la sua scomparsa. Spesso, quando una grande personalità muore, il suo contributo crolla; la presenza di Srila Prabhupada invece è rimasta e si è espansa sostenendo la vita dei devoti. Egli è ancora in carica.
Conclusione
Nel descrivere come i seguaci di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada continuarono a gustare il nettare del loro servizio in separazione, non stiamo parlando del piccolo gruppo di alcune migliaia di devoti che egli iniziò nel corso della sua vita. Chiunque voglia trovare rifugio sfuggendo ai diabolici effetti della presente età atea, può trovarlo accettando il servizio devozionale sotto la guida degli insegnamenti di Sri Caitanya, cosi come Srila Prabhupada ce li ha trasmessi. La predica dinamica e le realizzazioni di Srila Prabhupada rivelano gli insegnamenti sublimi di Sri Caitanya che senza Prabhupada sarebbero stati trascurati, male interpretati, e sarebbero rimasti all'interno dei confini dell'India.
Srila Prabhupada in realtà fu in grado di capire la predizione di Sri Caitanya che la coscienza di Krishna si sarebbe diffusa in ogni città e villaggio del mondo. I doni essenziali della coscienza di Krishna che Sri Caitanya ha offerto a tutti, pace della mente, soddisfazione, libertà dall'ansia, possono essere ottenuti da chiunque voglia accettare con tutto il cuore il servizio devozionale che si offre alla Suprema Personalità di Dio. Questo puro e felice stato può essere realizzato adottando questa eredità, dinamica e sempre disponibile, che Prabhupada ci ha lasciato: i suoi libri, i suoi devoti, la sua Associazione per la Coscienza di Krishna e il suo metodo esperto per applicare la coscienza di Krishna a ogni situazione nel contesto attuale. Chiunque accetti con intelligenza la pratica della coscienza di Krishna erediterà anche la realizzazione più bella: la sua relazione con Srila Prabhupada, il puro devoto di Krishna.
© The Bhaktivedanta Book Trust International. All rights reserved.