Capitolo 03
III° CAPITOLO
Il Karma-yoga
Nelle due lezioni precedenti abbiamo parlato del primo e secondo capitolo. Il primo si chiamava "Osservare gli eserciti sul campo di battaglia di Kuruksetra", il secondo è "Il contenuto della Bhagavad-Gita" e il terzo si chiama "Il Karma Yoga". Alla fine del secondo capitolo Arjuna era rimasto confuso sul campo di battaglia di Kuruksetra, era rimasto confuso sul da farsi e Krishna gli aveva consigliato di usare l'intelligenza ma allo stesso tempo di combattere. Arjuna è confuso, non capisce le istruzioni di Krishna. All'inizio del terzo capitolo della Bhagavad-Gita, Arjuna dice: "Come, Tu mi dici che dovrei essere intelligente però allo stesso tempo mi inciti a combattere questa battaglia; queste Tue istruzioni mi sembrano contraddittorie". Arjuna pensa: "Quale delle due cose è migliore, mettersi nella posizione di chi è intelligente e capisce le cose e perciò distaccarmi, essere distaccato da questa battaglia, dalle vicissitudini della vita, cioè partecipare, rendermi partecipe, addentrarmi nelle cose, quali delle due cose devo fare? Arjuna pensa che le due cose siano incompatibili, ma Krishna spiega ad Arjuna; dice: "Io ti ho dato, praticamente, due sistemi di Yoga nel secondo capitolo; ti ho detto da un canto che alcune persone hanno una certa predisposizione ad analizzare le cose, cioè a vedere il mondo in modo molto analistico e c'è un sistema che si chiama Sankhya, vedere, analizzare tutti gli elementi di questo mondo, prendere la posizione di chi analizza molto attentamente le cose".
Questo Sankhya, Krishna l'aveva spiegato nella prima parte del secondo capitolo, capire la differenza tra anima e corpo, ecc., nella seconda parte del secondo capitolo Krishna dice: "io ti ho spiegato il Buddhi-Yoga". Buddhi-Yoga significa essere fissi con l'intelligenza nel Supremo, cioè concentrati sul Supremo. Cosa significa essere concentrati sul Supremo? Significa che agisci per la soddisfazione del Supremo. Krishna dice: "Tra le due cose, cioè prendere un atteggiamento molto analitico verso questo mondo e l'agire con concentrazione sul Supremo, la seconda è la migliore". E' meglio agire con concentrazione sul Supremo, perché? Perché dice questo Krishna? Perché, dice, anche se le due cose portano allo stesso scopo, il fatto di agire, di impegnarsi direttamente in attività, con concentrazione sul Supremo, su Dio, ti facilita nel senso che i tuoi sensi sono impegnati, la tua mente è impegnata, la tua intelligenza è impegnata praticamente, attivamente, non corri il rischio di vedere i sensi che se ne vanno via, sgattaiolando via, mentre tu analizzi le cose, nel frattempo, scappano fuori dal tuo controllo, per questo dice: "E' meglio impegnarsi direttamente in attività di servizio al Supremo".
Sei già impegnato in uno spirito di devozione, dice Krishna, non devi aspettare ad analizzare tutte le cose e poi arrivare a una conclusione e poi diventare devoto di Dio, è molto più semplice, è molto più pratico, poi dice, una persona non può neanche mantenere il proprio corpo se non agisce, qualche cosa deve fare! Ha il corpo, ha i sensi, qualcosa deve fare per mantenere questo corpo in vita, per cui impegnati in attività, non essere inattivo, l'azione è meglio dell'inazione, dice Krishna, però la condizione è che tu agisca per la soddisfazione del Supremo, cioè non agire per agire e basta, non fare qualsiasi cosa; Invece che analizzare questo mondo, invece che fare un'analisi introspettiva di me stesso, un'analisi dei componenti di questo mondo, "agisco!". Ma come agisco? Non qualsiasi azione, dice Krishna!
VERSO 9
yajnarthat karmano 'nyatra
loko 'yam karma-bhandhanah
tad-artham karma kaunteya
mukta-sangah samacara
Dice Krishna: "Agisci, il lavoro, l'attività deve essere fatta per la soddisfazione di Visnu". Yajnarthat ..... Yajna è un altro nome di Visnu. Yajnarthat karmano 'nyatra loko 'yam karma-bhandhanah... altrimenti il lavoro che svolgi ti lega a questo mondo materiale, ti lega, rimani attaccato, a che cosa? Ai frutti delle tue azioni, rimani attaccato alle cose, devi invece agire per la soddisfazione di Dio, per la soddisfazione di Visnu, Yajna, agisci dunque per la Sua soddisfazione. Mukta-sangah samacara, e sari libero, libero dai vincoli dell'azione; questo è il segreto dell'agire. E' meglio agire che non agire, ma nell'agire agisci per la soddisfazione di Dio, di Visnu; questo dice Krishna, in questo modo sarai libero dai vincoli dell'azione. Poi gli dice che i modi corretti dell'agire "Io li ho stabiliti", cioè come fa uno a capire in che modo deve agire? Come fa a capire se quello che sta facendo lo fa veramente per soddisfare Dio? Ho capito che devo agire non capricciosamente, ma devo agire per la soddisfazione di Visnu, di Dio, ma quali sono i criteri, come posso sapere se sto agendo veramente per la soddisfazione di Dio? Allora Lui dice che all'origine ha dato agli esseri viventi, dei codici, all'inizio ha dato dei codici che sono i sacrifici per gli esseri umani, cioè i compiti che gli esseri umani devono svolgere, le attività che devono svolgere. Non è che si appare su questo pianeta e, così, non si sa quello che si debba fare! No! Proprio come quando creano uno strumento in una fabbrica danno il libretto delle istruzioni, non è che creano una lavatrice e la danno così, uno si chiede come funziona, no! Danno un libretto delle istruzioni che spiega il funzionamento e gli scopi di questa macchina, così Krishna dice: "Io ho spiegato tutto, ho dato i tipi di sacrifici che vanno svolti dagli esseri umani e gli esseri umani cosa devono fare? Devono utilizzare le risorse del pianeta ma poi devono offrire queste risorse che siano nella forma di minerali, grani, frutta, cibi in genere, vestiario, quello che sia, devono utilizzare queste cose per fare un'offerta, un'offerta votiva, cioè un ringraziamento a Me in ultima analisi, a Me o ai Miei rappresentanti. I Suoi rappresentanti sono degli esseri che sono preposti, Deva vengono chiamati, esseri celesti, persone che sono preposte al buon funzionamento dell'universo. Praticamente un essere umano deve essere un buon cittadino che paga le tasse in questo senso, cioè quello che la terra gli dà, per esempio Krishna parla sempre dei cereali, del grano, perché? Perché parla specialmente del grano? Perché il grano è necessario a tutti; anche coloro che vogliono mangiare la carne devono basarsi sui cereali perché gli animali che loro mangiano si nutrono di erba, cereali, vegetali, grano, avena, anche se tu vuoi mangiare degli animali sempre dipendi dal "verde", dai cereali, dall'erba o dai legumi e tutto ciò dipende dalla pioggia. Allora Krishna dice:
VERSO 14
annad bhavanti bhutani
parjanyad anna-sambhavah
yajnad bhavati parjanyo
yajnah karma-samudbhavah
Tutti i corpi sono sostenuti da annat. Annat è un termine generale che significa: grano, riso, avena, erba medica, tutto significa, questo cibo, tutti i corpi sono sostenuti da questi cibi; e questo tipo di cibo, cereali, vegetali ecc., vengono se c'è pioggia, yajnad bhavati parjanyo, e la pioggia viene se c'è sacrificio, se gli uomini fanno dei sacrifici cioè se ringraziano chi ha provvisto questo pianeta, chi ha provvisto le meccaniche che mandano avanti questo pianeta con gli alberi che danno i frutti, con la terra che dà il grano, ecc. yajnah karma-samudbhavah. E questi sacrifici chi li fa? Li fanno coloro che fanno il proprio dovere, cioè quelle persone che svolgono le loro attività per la soddisfazione di Dio; per cui Lui ha dato tutta una serie di sacrifici, agli uomini, da svolgere e gli uomini se svolgono questi sacrifici, cioè se fanno il loro dovere, se impostate la loro vita per la soddisfazione di Yajna, yajno vai Visnu, yajnarthat karmano 'nyatra, abbiamo detto prima, per la soddisfazione del Signore, allora la loro vita è pacifica, è perfetta e fanno un graduale avanzamento spirituale; altrimenti se uno offre indietro queste cose, il grano cresce, bene! Lo taglio, ci faccio la farina, mi mangio un pane ecc., allora è considerato un ladro. Come, ladro perché mangia del pane? Si! E' ladro anche se mangia del pane perché, chi glielo ha dato questo pane? Perché cresce il grano che ti dà il pane? Perché cresce il riso? Perché crescono i frutti sugli alberi? Perché crescono tutte le altre cose? "devi offrirli indietro" dice il Signore, devi offrirli indietro! Questo è il punto. Se uno si impegna in questo modo ad offrire queste cose, allora fa un graduale avanzamento spirituale, la sua coscienza si purifica. Tutti devono svolgere perciò questi doveri prescritti, cioè tutti devono seguire queste istruzioni per gli esseri umani che il Signore ha dato.
Perché un essere umano non può sentirsi avulso dalla realtà del pianeta, di questa terra, non può non avere a che fare col luogo in cui vive, deve avere a che fare, deve mangiare, deve respirare. Solo l'aria che respira, chi te la dà quest'aria? Si, non è scontato che sia qui quest'aria che respiri! Tutto quello che fai perciò, lo devi fare in offerta al Signore, cioè prima di mangiare devi prendere questo cibo e devi offrirlo, devi dire: "Grazie Signore, grazie per quello he ci hai dato!". Questo è il modo di vivere degli umani, questo è quello che Krishna sta dicendo. Ci sono dei sacrifici prescritti da fare, naturalmente questi sacrifici, come abbiamo già detto, fanno avanzare gradualmente perché uno comincia pensare: "Si, tutto quello che sto facendo, che sto ottenendo viene da chi? Viene dall'origine, l'origine è Dio! Allora la sua coscienza comincia a modellarsi sempre più per Krishna, diventa gradualmente sempre più cosciente di Krishna. Certo una persona che è pienamente cosciente di Krishna che è totalmente cosciente di Krishna, non ha più doveri da compiere, perché non ha doveri da compiere? Perché lui spontaneamente fa tutto quello che Krishna vuole che faccia. Non è più qui e dice: "Non è più quella la mentalità! Per una persona che è diventata completamente cosciente di Krishna, cosciente di Dio, la mentalità è diversa". "Tutto questo appartiene a Dio", ne è sempre consapevole. "Tutto è Sua energia" perciò la sua disposizione mentale è la seguente: "Dio, Signore, Krishna cosa vuoi che faccia? Cosa vuoi che muova? Cosa vuoi che offra?", tutto così. Una persona che è pienamente cosciente di Krishna non fa nulla di sua iniziativa senza consultare il Signore vuole che lui faccia; questo è il significato della pura coscienza di Krishna. Mentre chi ha ancora tendenza a dire: "Ok prendiamo e godiamo", deve irregimentarsi e deve compiere dei doveri per diventare onesto nei confronti del Signore e avanzare spiritualmente. Chi è già totalmente arreso al Signore, fa soltanto ciò che il Signore vuole che faccia per cui per lui non ci sono doveri, tutto quello che fa è già puro servizio al Signore e lo fa unicamente per la soddisfazione del Signore.
Capite che differenza tra le due persone? Allora per questa persona non è necessario purificarsi gradualmente, non è che abbia da capire cos'è questo mondo, come utilizzarli, no! E' già arrivata alla comprensione, malgrado ciò, Krishna dice: "Anche una persona che ha raggiunto questa realizzazione, che ha raggiunto la comprensione che tutta questa energia è Mia e fa solo quello che Io voglio, malgrado ciò, quella persona anch'essa segue i doveri prescritti per non causare confusione nella mente degli altri". Perché altrimenti gli altri dicono: "Ma com'è che lui non segue questi doveri prescritti?". La gente, generalmente tende a pensare: "Come sono io, sono tutti gli altri, se io faccio una cosa per una ragione, anche gli altri la fanno per la stessa ragione, per la quale la faccio io, se io compio un'attività con una certa motivazione, un certo intento, anche gli altri se fanno quella stessa cosa, la fanno con lo stesso intento con il quale la faccio io, tutti pensano così. E' sbagliato pensare così! E' sbagliato specialmente perché ci sono delle anime realizzate che non hanno le stesse motivazioni, gli stessi intenti delle persone comuni, però queste anime realizzate pensano: "Oh, meglio che anch'io faccia i miei doveri prescritti perché altrimenti gli altri possono entrare in confusione" e Krishna stesso dice in questo capitolo che , anch'Io seguo i doveri prescritti. Quando Krishna era presente sul pianeta, era un ottimo capofamiglia. Era uno ksatriya, seguiva tutti i Suoi doveri prescritti perché ha detto: "il mondo cadrebbe in rovina, gli uomini cadrebbero in rovina perché tutti direbbero, l'esempio supremo non c'è perché noi dovremmo seguirlo?!". Questo è il punto, per cui Krishna stesso dice: "Bisogna seguire i doveri prescritti", anche una persona che è arrivata a uno stadio elevato di realizzazione spirituale, il più elevato fra gli stadi di realizzazione spirituale.
VERSO 21
yad yad acarati sresthas
tat tad evetaro janah
sa yat pramanam kurute
lokas tad anuvartate
Significa: "Quello che una grande personalità fa è seguito dagli altri, dalla gente in generale. L'esempio che Lui dà, è il criterio stabilito per tutto il mondo per cui quando una grande personalità fa qualcosa, tutti gli altri tendono a seguirlo. Lo vediamo anche nelle cose spicciole, quelle che non sono veramente delle grandi personalità, un cantante famoso si veste in un certo modo, tutti si vestono in quel modo, la maggior parte. Quando uscirono i Beatles, alcuni di voi sono giovani, altri sono meno giovani, si ricordano, avevano un po' i capelli lunghi, si vestivano in un certo modo, gli stivaletti alla Beatles. Quasi tutti si vestivano così, ci fu una grande ondata di questa moda, e questo per le piccole personalità in un certo senso, che dire allora di grandi personalità come al tempo vedico, persone come Maharaja Pariksit, imperatori, grandi personalità, quello che loro facevano, l'esempio che davano se erano devoti, questo esempio veniva seguito da tutti, tutto il mondo lo seguiva. Abbiamo visto nell'era moderna persone che purtroppo non erano devozionali, come Hitler o Napoleone, tutti, decine di milioni di persone li seguivano, decine di milioni di persone; allora Krishna dice è per questo, per insegnare alla gente in generale che uno deve seguire i propri doveri prescritti. Però il saggio sa bene la differenza! Il saggio, la persona realizzata conosce la differenza tra lavorare o agire con attaccamento per il Signore, la sa bene la differenza. Qual è la differenza? La persona attaccata, Krishna dice:
VERSO 27
prakrteh kriyamanani
gunaih karmani sarvasah
ahankara-vimudhatma
kartaham iti manyate
La persona ignorante che è ancora attaccata si identifica come colui che è la causa dell'azione che sta svolgendo è causata da me, io ne sono il fautore, l'artefice: il proprietario, perciò, di tutti i risultati che questa azione genera. Questa è la persona attaccata, identificata. Invece la persona non attaccata, disidentificata o distaccata cosa pensa? Non sono io a compiere tutte queste azioni, ma l'energia di Dio, è lei che sta compiendo queste azioni, ma l'energia di Dio, è lei che sta compiendo queste azioni, io sono semplicemente un testimone, perché l'anima realizzata sa bene che non è lei a determinare il potere visivo degli occhi o il potere di gustare che la lingua ha o il potere di ascoltare che le orecchie o l'udito ha o il potere di percezione tattile che la pelle ha, sa benissimo che non è lui a determinare tutto questo. Vi è nel corpo tutto questo e funziona, ma non sa come funziona, non è neanche lui a determinare il funzionamento della mente, dell'intelligenza, sono strumenti che sta utilizzando, sono delle facilitazioni di cui si sta servendo, ma non è lui a causare il loro funzionamento, non è lui il conoscitore di questi strumenti, colui che li attiva, colui che li congegna e praticamente neanche colui che li usa, in un certo senso.
Molte volte sono la mente e i sensi che ci usano e non noi a usare loro; allora la persona, il saggio, l'anima realizzata, sa bene che c'è una grande differenza perciò la gratificazione dei sensi non gli interessa. La persona ignorante pensa: "Tutto questo sono io, i miei sensi sono io, la mia mente sono io, la mia intelligenza sono io, perciò le attività che essi svolgono sono io. Si identifica completamente, ma non è lui, è l'energia di Dio! le tre influenze della natura materiale si chiamano tecnicamente, è l'energia di Dio che sta facendo tutte queste cose, lui è soltanto immerso in questa attività dell'energia di Dio e ne è il testimone, questo è il punto. Il saggio lo sa per cui non si attacca ai frutti delle azioni, non si attacca a quelle attività, no non si attacca, sa, è l'energia del Signore che sta agendo, io faccio solo quello che il Signore vuole che faccia, intervengo solo nel modo in cui il Signore vuole che intervenga. La persona attaccata vuole attaccarsi a una attività, vuole aggrapparsi a un risultato particolare; Krishna dice: "Il saggio non lo deve distogliere, non lo deve traumatizzare". No, tu non sei questo corpo, no, tu non, non lo deve traumatizzare al punto tale che questo smette di agire, che ogni volta che si aprono gli occhi al mattino dice: "O Dio come funzionano gli occhi?" e li richiude subito perché non sa come andare avanti durante la giornata. Non bisogna traumatizzare, bisogna incoraggiare, dice Krishna, ad agire con devozione! Questo è il significato di questo capitolo, non stare eccessivamente ad analizzare anche se l'analisi è necessaria. Srila Prabhupada spiegava come filosofia e religione sono entrambe necessarie, perché la religione senza filosofia è solo sentimento e la filosofia senza religione è arida speculazione; così uno deve si, può si analizzare questo mondo, Sankhya abbiamo detto. Sankhya, ma l'aspetto predominante della sua vita spirituale è l'impegno devozionale, è il servire Dio con devozione, il concentrarsi su Dio, l'agire con concentrazione su di Lui per il Suo piacere, facendo i doveri prescritti.
Allora: siamo arrivati al punto in cui Krishna dice che un'anima realizzata, anch'ella deve seguire questi doveri prescritti, fare i suoi sacrifici perché non deve dissuadere una persona ignorante ma deve incoraggiarla. Abbiamo descritto la differenza tra una persona ignorante e un'anima realizzata. A questo punto Arjuna, dopo che Krishna gli ha ribadito tutto questo, gli ha detto appunto: "Agisci sempre in questo modo, così non cadrai, sarai protetto". A questo punto Arjuna ha una domanda, dice: "Si, ho capito deve seguire questi doveri...... Questa strada che Tu hai tracciato, in modo da purificarmi e che devo svolgere tutti questi doveri con l'idea di soddisfare te, perché in questo modo posso arrivare a capire la posizione dell'anima, ecc., ma perché..... dice.... se questo è così, perché qualche volta una persona è spinta ad agire nel modo sbagliato anche contro il proprio volere?... Sa che deve agire in un certo modo, ha capito qualcosa, eppure c'è una spinta che gli fa fare la cosa che sa che non deve fare, che è sbagliata; "cos'è che mi spinge, allora ad agire in questo modo?" chiede Arjuna. Krishna risponde:
VERSO 37
sri bhagavan uvaca
kama esa kroda esa
rajo-guna-samudbhavah
maha-sano maha-papma
viddhy enam iha vairinam
"Mio caro Arjuna, è la lussuria, la lussuria soltanto che poi si trasforma in delusione o rabbia che è la tremenda nemica della realizzazione spirituale. Devi distruggere questa lussuria con l'arma della conoscenza". Questa lussuria che nasce dalla passione, dice Krishna, è il nemico di questo mondo e divora tutto. Questa lussuria si è insediata nella tua intelligenza, nella tua mente, nei tuoi sensi, è quella forza che spinge a godere di questo mondo, ad approfittare dell'energia di Dio. Questa è la lussuria, e questo è il tuo più grande nemico. Precedentemente Krishna aveva invitato Arjuna a liberarsi dalla forma letargica di pigrizia dicendogli:
VERSO 30
mayi sarvani karmani
sannyasyadhyatma-cetasa
nirasir nirmamo bhutva
yudhyasva vigata-jvarah
Poco prima Krishna aveva detto, dopo avere spiegato tutto ad Arjuna, aveva detto: "Va bene? Hai capito quello che ti ho detto? Che uno deve agire per la soddisfazione del Supremo,yajnarthat, che deve compiere il proprio dovere? E allora, gli aveva detto, con la mente fissa in Me, avendo Me come scopo, mayi sarvani karmani, offrendo tutte le tue attività a Me, gli aveva detto, sannyasyadhyatma-cetasa, con uno spirito di rinuncia, senza preoccuparti dei tuoi possedimenti personali, del tuo tornaconto personale, yudhyasva, alzati, libero da questa letargia, da questa pigrizia, alzati e combatti. E lì Arjuna aveva avuto il problema, aveva detto: "Si, io mi alzo e combatto, ma perché allora certe colte viene la spinta a non combattere? A non seguire queste istruzioni? A non conformarmi a quello che ho capito?". E Krishna gli ha risposto: "E' lussuria, è lussuria soltanto". Questa lussuria è un grande problema, è un grande problema, è veramente l'unico problema che gli esseri viventi hanno in questo mondo, spiega il Signore in questo capitolo. Originariamente gli esseri viventi hanno amore per Dio, questo amore per Dio li soddisfa, ma quando loro entrano in contatto con questo mondo, questo amore per Dio viene trasformato in lussuria.
Questo mondo è il mondo dell'ignoranza dove uno non vede l'energia in cui vive come appartenente a Dio, ma la vede come appartenente a sé o potenzialmente sua; allora quando uno ama le cose o ama il mondo egoisticamente, quello che era amore diventa lussuria. Quello che uno deve fare. è trasformare questa lussuria nuovamente in amore per Dio. Questo è il processo che uno deve svolgere, deve trasformare nuovamente questa lussuria in amore per Dio. Come? Come fare? Questa lussuria copre molto! Krishna dà degli esempi, dice per esempio, i vegetali sono paragonati a degli embrioni nell'utero, sono così coperti che sono come un embrione, come un feto nell'utero, completamente coperto, indifeso, non ha nessuna capacità di contattare, di capire la realtà delle cose perché è totalmente coperto; gli animali invece sono come specchi coperti da polvere; gli umani sono come dei fuochi coperti dal fumo per cui nella vita umana questa copertura della lussuria è minore. Se uno con molta cautela sventaglia il fuoco, il fuoco può brillare nuovamente, cioè uscire fuori, quando il fuoco è così, così, non acceso bene, c'è molto fumo, no? Mentre quando il fuoco è attizzato bene, allora sfavilla e non c'è tutto questo fumo che esce. Allora, questa lussuria copre, come fare? La lussuria copre l'anima, la vera coscienza dell'anima. Krishna dice: devi capire in primo luogo che i tuoi sensi sono superiori agli oggetti dei sensi, alla materia; che la tua mente è superiore ai sensi; che l'intelligenza è superiore alla mente e che l'anima è superiore all'intelligenza; se tu capisci la posizione dell'anima, dice Krishna, se tu capisci la posizione dell'anima allora di conseguenza controlli i tuoi sensi, rendendoti conto di essere un'anima e come anima, un'anima arresa a Me, in questo modo puoi controllare. Cioè devi cambiare l'impostazione della tua vita, non devi più partire dal presupposto che: "io sono parte di questo mondo e l'attrazione che c'è tra i miei sensi e questo mondo è la cosa più reale che c'è, è l'unica cosa reale". No, nell'ultimo verso di questo capitolo Lui dice:
VERSO 43
evam buddheh param buddhva
samstabhyatmanam atmana
jahi satrum maha-baho
Sapendo, avendo realizzato, capendo che sei trascendentale ai sensi, alla mente, all'intelligenza materiali. Avendo capito che sei un'anima spirituale eterna, devi controllare la spinta dei sensi, samstabhyatmanam atmanajahi satrum maha-baho, devi controllare la spinta dei sensi, devi controllare la spinta dei tuoi sensi, e in questo modo, controllandoli puoi distruggere "satrum" questo nemico formidabile che è la lussuria e la lussuria non è altro che l'attività sregolata dei sensi che contattano gli oggetti dei sensi, cioè la vista che contatta le forme, il tatto le sensazioni tattili, ecc. questo è il problema, se tu riesci a regolamentare, essendoti riconosciuto come un'anima spirituale, riesci a regolamentare l'attività dei sensi e perciò a impegnarti in uno spirito di devozione, non agisci più da vagabondo del karma o del dharma, che è una persona che non sa chi è, una persona che agisce in modo sregolato, smodato, no, capisci, io sono un'anima spirituale, devo agire secondo i doveri prescritti, secondo le istruzioni del Signore. Per la soddisfazione del Signore, agire in uno spirito per la soddisfazione del Signore, se agisci in questo modo, allora i sensi li puoi controllare e controllando i sensi puoi vincere, trascendere la lussuria. Questo è il significato del terzo capitolo della Bhagavad-Gita "Karma-yoga". Karma significa attività, yoga significa unione, unirsi a Dio attraverso le attività che si svolgono, cioè offrire queste attività, impostare queste attività da servitore di Dio per la soddisfazione di Dio; questo è il significato del terzo capitolo della Bhagavad-Gita.
Perciò in sintesi questo capitolo si compone della confusione di Arjuna all'inizio, che chiede: "Cos'è meglio, che io sia una persona intelligente e distaccata o che mi dia da fare, che m'impegni attivamente in questa battaglia?". Arjuna è confuso, non sa quali delle due cose deve fare. Krishna spiega che non c'è contraddizione fra le due cose e che comunque tra un'attitudine analitica e contemplativa, inattiva e un'attitudine invece attiva in uno spirito di servizio e offerta a Dio, la seconda cosa è la migliore cioè l'attitudine attiva; l'azione in uno spirito di offerta a Dio, Krishna, Visnu, Yajna è la cosa migliore. Dice che ci sono dei metodi prescritti per offrire, impegnarsi in sacrifici, cioè per sacrificare, per far si che le proprie azioni siano sacrificio offerto a Dio e che Lui questi metodi li ha dati nelle scritture. Dice anche che svolgendo questi metodi di sacrificio, che impegnandosi in questi sacrifici uno può avanzare nella propria coscienza. Quand'anche una persona fosse arrivata all'apice della Coscienza di Krishna dovrebbe ancora seguire questi doveri prescritti anche se per lui non sono necessari, allo scopo di insegnare agli altri. La differenza dice Krishna, tra una persona che agisce in ignoranza e una persona che agisce in piena conoscenza è che una è attaccata alle attività e ai frutti e pensa di esserne il fautore, l'altra capisce che è solo energia di Dio che si muove e che lui è semplicemente uno strumento nelle mani del Signore e agisce sempre e solo per la soddisfazione del Signore.
Krishna poi dice: "Alzati Arjuna, liberati da questa pigrizia mentale e combatti avendo capito che tutto deve essere fatto per la Mia soddisfazione". Arjuna ha un dubbio finale e dice: "Ma, perché allora io qualche volta sono spinto a compiere attività anche contro il mio volere, che cos'è he mi spinge anche contro il mio volere, che cos'è che mi spinge anche se io capisco qualcosa, ma poi sento che..." E Krishna risponde: "E' la lussuria, questa corrente che si stabilisce tra i sensi e gli oggetti dei sensi in questo mondo, se tu Arjuna, ti stabilisci fermamente nella comprensione di essere trascendentale ai sensi, all'intelligenza, cioè di essere un'anima trascendentale eterna e agisci sempre da quel punto di vista per la Mia soddisfazione, tu sarai libero, sfuggirai questa lussuria, questa 'connection' che si stabilisce tra i sensi e i loro oggetti verrà distrutta sistematicamente e non sarai più vittima della lussuria cioè del contatto dei sensi con i loro oggetti, e poi agisci per la Mia soddisfazione, seguendo la strada tracciata. Questo è il terzo capitolo della Bhagavad-Gita.
Hare Krishna
S.G. Madhusevita Prabhu (Brescia - 1991)