Gustare il nettare
Gustare il nettare dei nomi di Krishna
Suggerimenti per migliorare il nostro canto ed acquisire un vero gusto per i santi nomi.
di Bir Krishna Swami
I nomi di Krishna sono il ricettacolo di tutta la felicità e della più grande ricchezza. Se cantiamo in modo appropriato, non saremo soggetti alle sofferenze materiali, ma sperimenteremo quello che un materialista potrebbe scambiare per una sofferenza: l’intensa gioia spirituale dovuta alla separazione da Krishna. Poiché quella gioia proviene dal canto eseguito in modo appropriato, potremmo chiederci come possiamo cantare con attenzione e concentrazione anche se non siamo ancora puri devoti di Krishna. Come possiamo controllare la mente? Come possiamo evitare di pensare a milioni di altre cose oltre che ai nomi di Krishna? Cantare in modo appropriato richiede pratica e il primo passo è avvicinarci alla pratica in maniera positiva. Se ci avviciniamo ai santi nomi in modo sbagliato, spesso pensiamo di più a quello che non dovremmo fare che a quello che dovremmo fare. Si dice: “Non si fa nulla pensando troppo a ciò che non si deve fare.” Pertanto invece di pensare: “Ora devo controllare la mente e non pensare ad altre cose,” possiamo pensare, “Ora mi concentrerò sui nomi di Krishna, che sono identici a Lui.
Concentrandomi sui Suoi santi nomi, Krishna mi darà piena intelligenza per amarLo sempre di più.” Oltre che ad un modo positivo di pensare, ci sono altri metodi per restare concentrati sui nomi di Krishna. Generalmente cantiamo in due modi diversi: nei kirtana o canto in gruppo e con il japa o canto individuale sottovoce. Possiamo affrontarli entrambi in modi diversi. Nei kirtana bisogna rivolgere la nostra attenzione ai santi nomi indipendentemente dalla qualità musicale del kirtana. Per esempio, ero solito sentirmi irritato quando la persona che cantava stonava o aveva una brutta voce o non riusciva a tenere il tempo. A volte mi sembrava di essere circondato da persone che s’impegnavano a sbagliare. Altre volte mi sono trovato in posti dove quasi tutti sembravano completamente privi di capacità musicali. In questo modo ho realizzato che Krishna aveva organizzato queste situazioni perché potessi apprezzare i Suoi nomi.
Due livelli di gusto
Ruci, lo stadio in cui si gusta intensamente il santo nome, ha due livelli. Al primo, una persona gusta il kirtana solo quando colui che lo guida è un esperto cantante e gli strumenti sono tutti ben accordati e suonati da esperti. Al secondo livello, una persona gusta veramente il kirtana indipendentemente dal fatto che la persona che lo guida o lo accompagna sia un buon musicista purché il nome sia cantato da devoti che seguono seriamente il metodo del servizio d’amore a Krishna. Si dice che il guru di Prabhupada, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, facesse a volte condurre il kirtana da colui che cantava peggio proprio per stimolare i devoti a raggiungere il livello superiore.
Così ho realizzato che per la grazia del mio maestro spirituale, Srila Prabhupada e del mio nonno spirituale, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, sono stato spinto ad arrivare ad un più alto livello di apprezzamento dei santi nomi. Alla fine mi sono arreso, avendo compreso che l’accompagnamento musicale è solo il veicolo che trasporta i santi nomi e che non dovevo essere attaccato ad esso. Dovevo essere attaccato al passeggero che è nel veicolo: Krishna nella forma dei Suoi nomi. Perciò praticando sono diventato capace di concentrarmi sui santi nomi – Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare – indipendentemente dalle qualità musicali delle persone che eseguono il kirtana. Quando diventai capace di questo, cominciai a gustare tutti i kirtana. Si può scoprire che i santi nomi sono meravigliosi. I devoti che gustano veramente i santi nomi, sentono che non ne avranno mai abbastanza.
Come scrive Srila Rupa Gosvami, il devoto pregherà di avere milioni di lingue e milioni di orecchi con cui cantare ed ascoltare. Il mio precedente attaccamento al mezzo era quello di una persona a cui importa più del piatto che del prasadam, cibo spirituale in esso contenuto. Immaginate di rifiutare un delizioso prasadam perché viene servito su un piatto di foglie anziché su un piatto d’argento. Sarebbe una cosa priva di senso. Quando si partecipa ad un kirtana, si può solo ascoltare il maha-mantra e pensare al suo significato: stiamo chiedendo a Radha e Krishna di porci ai Loro piedi di loto; stiamo implorando la misericordia di Radha e Krishna. Se mi concentro sul fatto che sto chiedendo a Radha e Krishna di darmi la Loro misericordia ed altre qualità devozionali, allora il kirtana diventa una preghiera gioiosa indipendentemente dalla qualità dell’accompagnamento musicale.
Dopo aver praticato per un po’ di tempo questo tipo d’ascolto, mi resta difficile comprendere chi dice qualcosa come: “È stato un kirtana estatico!” (che implica che altri kirtana non lo sono stati) o chi pensa di dover viaggiare per centinaia o migliaia di chilometri per gustare un “kirtana estatico”. Kirtana estatici ci sono per tutti ad ogni momento. Naturalmente quando presentiamo la coscienza di Krishna agli altri è importante che l’accompagnamento musicale sia di ottima qualità. Non dobbiamo cercare di imporre la comprensione più elevata a coloro che non sono pronti a fare questo avanzamento.
Concentrarsi sul canto col japa
Normalmente, sedersi con la schiena dritta aiuta a concentrarsi sul santo nome durante la recitazione sul japa. Può anche essere d’aiuto sedersi su un cuscino incrociando le gambe sul pavimento. In questa posizione si può coscientemente rilassare ogni muscolo del corpo, cosicché l’unico impegno sia quello di prestare attenzione ai santi nomi. Con la mente rilassata ci si può concentrare sul suono dei nomi di Krishna. È molto utile essere consapevoli delle specifiche richieste rivolte a Radha e Krishna, com’è stato detto nella precedente sezione dedicata al kirtana. La richiesta a Radha e Krishna dovrebbe essere accompagnata da un intenso sentimento. Quando cantiamo dovremmo sempre avere un sankalpa: un desiderio o uno scopo spirituale. A questo punto lasciamo che i santi nomi scorrano, senza forzature, senza lottare con la mente, semplicemente un canto sereno dei nomi di Krishna.
Quando vi sedete per rilassare il corpo e cantare sul japa, disponete la mente in modo favorevole a concentrarsi sul suono. Se ripetete questo per qualche volta, la mente ubbidirà. Se c’è desiderio e comprensione appropriati la nostra mente spontaneamente si sentirà attratta dal santo nome e noi nuoteremo in un oceano di nettare. Non c’importerà di nient’altro e il tempo e lo spazio si dissolveranno. E’ importante essere attenti a non usare il proprio tempo dedicato al japa per qualche altra attività. Qualche devoto usa il tempo dedicato al japa nel tempio a socializzare o a prendere decisioni. Escluso situazioni d’emergenza io non interrompo mai il mio japa. Non vogliamo che il nostro tempo dedicato al japa costituisca una parentesi di socializzazione.
Dovremmo applicare la stessa serietà che useremmo quando guidando un kirtana qualcuno pretendesse di parlarci. Sicuramente non interromperemmo il kirtana a meno che non si tratti di una vera emergenza. Si deve cantare ed ascoltare come insegna il Bhagavatam (2.3.10), tivrena bhakti-yogena yajeta purusam param: dobbiamo adorare il Signore con grande concentrazione. Un buon canto al mattino si prepara la sera prima. Ciò che facciamo di buono prima del sonno della notte influenza la nostra coscienza non solo durante il riposo ma anche nel giorno successivo specialmente al mattino. I Veda descrivono due livelli di sonno, uno inconscio e l’altro caratterizzato da sogni – che comportano differenti attività della mente. Per esempio, mentre dormiamo, elaboriamo (quello che riceviamo dal passato), prevediamo (attività attraverso avvenimenti che potremmo dover attraversare in futuro), eliminiamo (liberandoci da dati non necessari o non desiderati).
Queste attività coinvolgono il livello del subconscio. Perciò, per esempio, se i nostri pensieri sono assorti in qualcosa di buono prima che andiamo a dormire, noi elaboriamo questi pensieri durante la notte e questo influenza la nostra coscienza di quando ci alziamo al mattino. Molti anni fa, quando ero un adolescente, mio padre mi comprò una macchina con il cambio manuale che io non sapevo guidare. Ogni tentativo che feci fu privo di successo. Allora studiai i movimenti e la teoria che sono alla base del funzionamento del cambio di una macchina, meditai su di essi e li sognai. Il mattino successivo fui in grado di guidare perfettamente con un cambio manuale.
Srila Prabhupada aveva capito bene questo principio. Questa è la ragione per cui raccomandava di seguire un programma devozionale alla sera e in particolare di leggere il suo libro Krishna: Dio, la Persona Suprema prima di andare a riposare. Se la sera prima di andare a riposare ti assorbi nella Krishna-katha (argomenti che riguardano Krishna), durante la notte la tua mente e il tuo cervello elaboreranno la Krishna-katha e con molta probabilità ti sveglierai pensando a Krishna e il tuo corpo sottile ne sarà purificato. Che modo meraviglioso per diventare coscienti di Krishna! Può succedere che la sera leggendo la Krishna-katha rimaniamo così eccitati dalla lettura dei divertimenti di Krishna che cominciamo a saltare nel letto senza riuscire a dormire. Questa, io la definisco un’occupazione rischiosa! Perciò si deve scegliere un tipo di Krishna-katha che favorisca la meditazione.
Cantare per risvegliarci
Come ci si dovrebbe svegliare al mattino? Di solito quando si svegliano le persone sono intontite, ma questo è meno probabile se la sera si è ascoltata la Krishna-katha. Tuttavia, in qualsiasi stato siamo al risveglio, possiamo immediatamente cominciare a cantare il maha-mantra a voce alta. Io canto anche quando sono in bagno. Spesso anzi sfrutto questa opportunità per provare nuove melodie per il kirtana. Qualche volta è così bello cantare che devo ricordare a me stesso che nella mattinata ho anche altre cose da fare oltre che cantare in casa mia da solo. Un’alternativa è ascoltare una lezione o un kirtana di Srila Prabhupada. È importante ascoltare una lezione o un kirtana solo da qualcuno che pratica il servizio devozionale. A questo dovremmo fare molta attenzione. Se ascoltiamo cantare o parlare qualcuno che pratica la coscienza di Krishna in modo non rigoroso, le influenze della natura materiale possono ricoprire la nostra coscienza.
Il Padma Purana afferma:
avaisnava-mukhodgirnam putam hari-kathamritam sravanam naiva kartavyam sarpocchistam yatha payah
“Non si dovrebbe ascoltare niente che riguardi Krishna da una persona che non sia un vaisnava. Il latte toccato dalle labbra di un serpente diventa velenoso. Allo stesso modo anche i discorsi su Krishna fatti da una persona che non è vaisnava sono velenosi.” Pertanto i due suggerimenti dati precedentemente – cosa fare prima di andare a riposare e cosa fare al risveglio – preparano la mente a cantare il japa in modo appropriato. Avvicinarsi con cura ai santi nomi durante il kirtana e il japa, ci porterà a comprendere meglio quanto la vita spirituale possa essere semplice e sublime nello stesso tempo.
Bir Krishna Swami, un guru dell’ISKCON, è un GBC responsabile delle Fiji e di alcuni paesi dell’Europa orientale e degli Stati Uniti meridionali. Vive nel centro ISKCON di Hillsborough nel North Carolina.