Triguna Vedico
La Gestione Globale dell’Ambiente
Triguna Vedico
di Padma Devi Dasi
Oggi si può affermare con certezza che il deterioramento globale dell’ambiente naturale non è più messo in discussione da nessuno. Tutte le nazioni riconoscono come temi concreti di difficile soluzione l’inquinamento, l’aumento della salinità, la deforestazione, la desertificazione, l’esaurimento dello strato di ozono, il grande numero di discariche di rifiuti tossici ed altri. Quello che invece continua ad essere tema di discussione è l’individuazione delle vere cause che sostengono la rovina dello splendore della Terra.
Tra i fattori individuati come cause primarie figurano il consumo della carne, l’industrializzazione, l’instabilità economica e la non conoscenza di pratiche agricole compatibili e produttrici di energia. Un così grande numero di opinioni sul perché la buona salute della Terra sia stata compromessa, lascia facilmente capire perché la società si sforzi di trovare i metodi migliori per la cura dell’ambiente. Come devota Hare Krishna e come ambientalista fin dall’infanzia, ho deciso di cercare le cause che dal punto di vista dei Veda sono alla base di questo deterioramento. Quando mi si presentò l’occasione di fare una ricerca di dottorato attraverso l’Università della Tasmania in Australia, decisi di usare il concetto dei tre influssi della natura materiale per esaminare la qualità della coscienza degli scienziati che studiano l’ambiente.
Comprendere le tre influenze
Sia la Bhagavad-gita sia lo Srimad-Bhagavatam contengono ampie descrizioni delle tre influenze materiali, definite anche come le tre qualità della natura materiale. Sostanzialmente, queste tre qualità compongono un triplice sistema che influenza tutti gli esseri che hanno corpi materiali, come anche tutti gli aspetti della creazione materiale. Questo comprende i corpi e le capacità mentali ed intellettive degli esseri umani, degli esseri celesti e di tutti gli altri esseri viventi.
Nella Bhagavad-gita (3.27) Sri Krishna afferma, prakrteh kriyamanani: ognuno agisce secondo i particolari influssi della natura che lo caratterizzano. E nel Messaggio di Dio Srila Prabhupada scrive: “Finché l’essere vivente è condizionato dalla natura materiale, è costretto ad agire secondo l’influenza della natura che gli è propria.” L’influenza delle tre qualità materiali sugli esseri dotati di corpo materiale è sia psicologica che biologica. Mentre, tuttavia i tre influssi condizionano il corpo e la mente dell’anima incarnata, non possono mai cambiare l’anima.
Nella gerarchia dei tre, il sattva-guna, l’influsso della virtù, è superiore a quelli della passione (raja-guna) e dell’ignoranza (tamo-guna). L’influsso dell’ignoranza è inferiore a quello della passione. Questa gerarchia è necessariamente tale perché le caratteristiche della virtù rendono una persona capace di concentrarsi serenamente sui più elevati obiettivi spirituali. Nella passione la persona si sforza con fervore di ottenere una prosperità materiale che faccia crescere la sua gratificazione dei sensi, quindi le è estremamente difficile concentrarsi su obiettivi spirituali. Nell’ignoranza non c’è alcun interesse per la spiritualità né tanto meno per tutte le circostanze favorevoli in cui coltivarla. Pertanto, le caratteristiche della virtù materiale conferiscono ad una persona un livello di coscienza più elevato di quello dei della passione e dell’ignoranza.
Poiché le caratteristiche e i sintomi di ciascun influsso sono troppo numerosi per essere elencati in questo articolo, ne presento una lista concisa. L’influsso della virtù: felicità, onestà, pulizia, compassione, purezza, umiltà, semplicità, conoscenza più elevata, interesse per la vita spirituale, controllo della mente e dei sensi. L’influsso della passione: lussuria, sofferenza, falso orgoglio, forte attaccamento, gratificazione dei sensi, conoscenza basata sulla dualità, ricerca dell’onore e del riconoscimento, instabilità e confusione della mente e intenso sforzo per progredire a livello materiale. L’influsso dell’ignoranza: mancanza di conoscenza, pazzia, depressione, pigrizia, violenza, delusione, ipocrisia, grande irritabilità, false attese, agire secondo capriccio e mancanza d’interesse per la vita spirituale.
I Risultati delle Azioni Compiute Secondo le Influenze
Sia nella Bhagavad-gita che nello Srimad-Bhagavatam Sri Krishna spiega che le attività compiute in passione sono destinate a finire nella sofferenza, nell’ansietà e nello sforzo inutile, mentre quelle compiute in ignoranza sono destinate a finire nella violenza, nella stupidità e nella disperazione. Le attività compiute in virtù sono invece destinate a generare pace, prosperità, soddisfazione e vera conoscenza. I risultati di queste attività virtuose rendono una persona capace non solo di progredire verso mète spirituali più elevate, ma anche di ottenere con minore difficoltà risultati materiali immediati.
Quindi dalla virtù gli ambientalisti possono ottenere con grande facilità risultati positivi nella gestione globale dell’ambiente, quali minimizzare l’inquinamento, ottenere una compatibilità ambientale, migliorare la qualità dei raccolti destinati all’alimentazione e salvaguardare tutte le specie di vita. Usando le caratteristiche della virtù e operando nei suoi limiti, gli ambientalisti possono ottenere un successo maggiore nella realizzazione degli obiettivi di gestione ambientale rispetto a coloro che restano fermi alle caratteristiche proprie della passione e dell’ignoranza.
Questo viene confermato dallo Srimad- Bhagavatam, che afferma che la Terra conosciuta nei Veda come Madre Bhumi reagisce in modo sfavorevole alle azioni compiute secondo gli influssi inferiori della passione e dell’ignoranza e in modo favorevole a quelle compiute in virtù. Sebbene le tre qualità materiali siano presenti ovunque negli universi materiali, si manifestano in modi diversi e in proporzioni diverse l’una rispetto all’altra secondo le differenti circostanze materiali. Per esempio, in un negozio di liquori o in un bordello l’ignoranza prevale nettamente e le sue caratteristiche d’irreligiosità, degrado morale, intossicazione e mancanza di pulizia sono evidenti. Nel mondo degli affari predomina nettamente la passione, che determina concentrazione sul guadagno materiale realizzato con dura fatica.
Le caratteristiche tipiche di questi ambienti sono lo sforzo intenso, la gratificazione dei sensi e un duro lavoro per ottenere prestigio e ricchezza. Nelle organizzazioni religiose e in quelle a scopo morale, grazie alle numerose caratteristiche della virtù quali la misericordia, la purezza, una conoscenza più elevata e la fede sincera nella vita spirituale, l’influenza della virtù è certamente prevalente. Quindi secondo il prevalere delle diverse caratteristiche derivanti dai diversi influssi, all’interno di ciascuna organizzazione materiale, saranno chiaramente uno o due gli influssi che predominano sugli altri due o sull’altro.
Proprio come l’equilibrio delle caratteristiche che derivano da ciascuno dei tre influssi materiali può variare nelle organizzazioni sopra citate, così accade anche nelle diverse organizzazioni gestionali dell’ambiente. Mentre gli studenti della Bhagavad-gita e dello Srimad Bhagavatam possono facilmente scoprire questa varietà, molto rimane oscuro e nascosto all’occhio nudo di chi non ha preparazione. Le caratteristiche tamasiche della violenza, della mancanza di religione e dell’odio sono evidenti nell’uccisione degli animali. Le caratteristiche rajasiche dell’avidità, dell’insoddisfazione e di un grande attaccamento risultano evidenti nelle pratiche gestionali che coinvolgono i grandi conflitti di proprietà sulla Terra. Le caratteristiche sattviche della misericordia, della religiosità e della visione spirituale sono invece evidenti nella protezione degli animali, nelle coltivazioni di alimenti vegetali e nel prendere decisioni basate sugli aspetti spirituali dell’ambiente naturale.
Un importantissimo insegnamento dei Veda è che le tre qualità materiali si manifestano all’interno di una particolare configurazione materiale secondo la coscienza di coloro che vi partecipano. Perciò le influenze materiali si manifestano nella gestione delle attività ambientali in base alla coscienza degli scienziati ambientalisti, dei dirigenti e dei politici e anche di altre persone che operano nei programmi di gestione ambientale. Tra questi collaboratori, gli scienziati ambientalisti hanno un ruolo chiave. Non solo è affidato a loro il compito oneroso di distribuire informazioni reali sui comportamenti della natura materiale al resto del mondo, ma spesso anche quello di consigliare i dirigenti sulle strategie ottimali. Perciò spesso essi contribuiscono sia alle strategie gestionali sia all’individuazione delle scelte.
Lo Studio Campione
Per il mio studio campione ho scelto la comunità scientifica antartica australiana, composta da alcune centinaia di scienziati ambientalisti. I loro campi di ricerca comprendono la geofisica, la biologia, l’astronomia, la geologia, l’impatto umano, la scienza dei ghiacciai, la meteorologia, la paleontologia, l’oceanografia e le scienze che si occupano dello spazio e dell’atmosfera. Gli scienziati affermano che il continente antartico funziona come sala macchine per le vicende meteorologiche di tutta la Terra. Ne consegue dunque che sia i fenomeni naturali all’interno della regione, sia le applicazioni scientifiche ivi compiute hanno un significato planetario.
L’oggetto ufficiale della mia ricerca era: “Ricercare se per gli scienziati dell’ambiente è necessario elevare la qualità delle loro coscienze allo scopo di potenziare i risultati delle attività gestionali per l’ambiente.” Definivo la “coscienza” come una consapevolezza dell’essere vivente individuale. Ne conseguiva che “la qualità della coscienza” sarebbe stata determinata dal “grado con cui la consapevolezza cosciente di un individuo era influenzata dai desideri materiali e dalle caratteristiche materiali. Quanto maggiore era questa influenza tanto minore era la qualità.”
Questa definizione affermava che in generale il materialismo è la causa prima di una bassa qualità della coscienza. All’inizio della mia tesi avevo stabilito che se le mie ricerche avessero provato che gli scienziati sono in misura predominante soggetti sia alla passione sia all’ignoranza, allora potevano essere considerati vittime di una modesta qualità della coscienza.
Organizzai le caratteristiche di ciascun influsso in base alla loro prevedibile importanza per la scienza dell’ambiente. Affermavo che raccogliendo dati su argomenti come le attività di ricerca degli scienziati, le loro relazioni sul luogo di lavoro e le loro motivazioni professionali, e analizzando questi dati rispetto alle caratteristiche di ciascun influsso, avrei potuto ottenere una dettagliata rappresentazione della posizione degli scienziati dell’ambiente all’interno del triguna. Affermavo inoltre che, individuando quali influenze materiali e quali specifiche caratteristiche fossero predominanti all’interno della comunità scientifica antartica australiana, avrei potuto dare una rappresentazione molto accurata delle effettive qualità della coscienza degli scienziati ambientalisti.
Per esempio, i dati avrebbero messo in evidenza che gli scienziati sono in modo predominante sotto l’influsso della virtù e solo in piccola parte soggetti agli altri due influssi? Oppure avrebbero rivelato che gli scienziati sono fortemente legati a due influenze, virtù e passione, mentre l’ignoranza aveva solo una minima presenza? Oppure avrei trovato una diversa combinazione degli influssi? Per rispondere a queste domande predisposi alcuni modelli per la raccolta dei dati e la loro elaborazione. Lo strumento principale per la raccolta dei dati era un inventario basato sui tre influssi materiali in cui ciascuna delle sessanta affermazioni rappresentavano o le influenze della virtù e della passione o quella dell’ignoranza.
Per esempio, l’affermazione: “Per me è molto importante essere assolutamente onesto in ogni aspetto del mio lavoro di scienziato” rappresentava l’influenza della virtù, perché l’onestà è una caratteristica virtuosa. L’affermazione: “Sono orgoglioso di essere uno scienziato dell’Antartide” rappresentava la caratteristica rajasica del falso orgoglio. L’affermazione invece: “Tendo a rinviare i miei impegni giornalieri” rappresentava la caratteristica tendenza al rinvio propria dell’ignoranza. Chiesi agli scienziati di rispondere a ciascuna affermazione segnando sui loro moduli una delle cinque opzioni in scala Likert che variavano da “sono fortemente d’accordo” a “sono fortemente contrario”. Altri strumenti per la raccolta di dati comprendevano un esame delle pubblicazioni scientifiche australiane sull’Antartide e interviste agli scienziati.
Osservando i Risultati
I risultati complessivi hanno messo in evidenza che fra gli scienziati australiani che si occupano dell’Antartide è predominante l’influsso della passione. Essi mostrano notevoli caratteristiche rajasiche che comprendono la gratificazione dei sensi, un intenso sforzo, la ricerca della fama e la costruzione di teorie e dottrine per mezzo della speculazione logica. Particolarmente rilevante per gli scienziati era la gratificazione dei sensi nella forma di ricerca di una stimolazione mentale che nasce dalla loro attività. Srila Prabhupada descrive la mente come il sesto e il principale senso materiale.
I desideri degli scienziati di soddisfare la mente per mezzo di attività scientifiche interessanti, stimolanti o piacevoli, costituisce quindi un tipo di gratificazione dei sensi indipendentemente da quanto queste attività possano essere sofisticate. L’influsso della virtù ha ottenuto il secondo consenso più elevato da parte degli scienziati con le caratteristiche sattviche della misericordia, dell’onestà, della pulizia e prevalentemente di un attento studio del passato e del futuro.
L’influsso dell’ignoranza ha ricevuto il consenso minore. Erano nettamente prevalenti le caratteristiche tamasiche di parlare (pubblicizzare) ignorando l’autorevolezza delle Scritture, di acquisire conoscenza senza una motivazione più elevata e di non essere interessati e sentirsi estranei agli argomenti spirituali. Il grafico dell’illustrazione riportato in apertura mostra la posizione degli scienziati all’interno del triguna. Il livello di coscienza più comune tra gli scienziati era il raja-guna con cui il 38% di essi è “fondamentalmente d’accordo”.
Sebbene i risultati abbiano rivelato che gli scienziati australiani che si occupano dell’Antartide non hanno molte caratteristiche tamasiche, le risposte alla domanda sette relativa a questo influsso sono state predominanti: “Avete osservazioni sul metodo della revisione paritaria come mezzo con cui assicurare rigore alla ricerca scientifica in Antartico?” Le risposte degli scienziati a questa domanda sono in modo predominante relazionate all’ignoranza perché essi insistono sul fare affidamento sul sistema della revisione paritaria nonostante siano consapevoli che è pieno di errori. Una risposta tipica: “È pieno di ogni tipo di problemi, ma al momento penso sia il sistema migliore che possiamo usare.”
Questi scienziati sono consapevoli della natura difettosa del sistema della revisione paritaria e tuttavia lo usano per distribuire la conoscenza scientifica agli altri scienziati, agli accademici e per proporre pubblicamente caratteristiche tamasiche, quali l’ipocrisia, l’attività irresponsabile, l’indulgere in false speranze, parlare senza l’autorità delle Scritture e agire nell’illusione, senza curarsi degli insegnamenti delle Scritture e senza interesse per il futuro incatenamento da noi provocato o dovuto alla violenza e alla sofferenza causate agli altri.
Nella Bhagavad-gita Così Com’è (14.7) Prabhupada afferma che “la civiltà moderna è ritenuta progredita nello standard della passione”. Mentre i sintomi di una persona la cui coscienza è dominata dalla passione includono instabilità e confusione della mente e alterazione dell’intelligenza a causa dell’eccessiva attività, è facile vedere che sotto questa influenza la scienza ha sviluppato strategie di gestione ambientale dannose. È difficile aspettarsi che gli scienziati, sotto l’influenza di questi sintomi, possano condurre ricerche che aiutino a recuperare e salvaguardare la buona salute della Terra.
Se invece gli scienziati fossero condizionati soprattutto dalla virtù, i loro comportamenti includerebbero sobrietà e capacità di vedere le cose come sono veramente. Le caratteristiche sattviche di usare parole che siano veritiere, piacevoli, benefiche, che non sconvolgano gli altri e di leggere con regolarità la letteratura vedica, possono quindi manifestarsi nella politica ambientale e nelle pubblicazioni relative. Se si potessero promuovere questi cambiamenti, anche i programmi gestionali potrebbero venire indirizzati ad azioni spirituali e non solo materiali. Madre Bhumi, pura devota di Sri Krishna, sarebbe certamente compiaciuta se cambiamenti di questo tipo si manifestassero all’interno delle attuali pratiche gestionali dell’ambiente.
Padma Devi Dasi, dopo aver completato i suoi studi universitari in Australia, si è trasferita a Vrindavana dove spera di restare per scrivere e pubblicare libri sulla coscienza di Krishna.