Maharaja Prataparudra
Maharaja Prataparudra:
un umile servitore nelle vesti di re
Il Signore Caitanya soddisfece il più intimo desiderio di un potente monarca
che difese l'Orissa dagli invasori provenienti da nord e da sud
di Satyaraja Dasa
Maharaja Prataparudra, un re che ebbe un ruolo centrale nella vita di Sri Caitanya Mahaprabhu, viene ricordato in tutte le biografie sacre di Sri Caitanya come pure negli scritti storici laici. Per esempio, Prabhat Mukherjee, un erudito della storia dell'Orissa, ha scritto alcuni libri sulla tradizione di Caitanya in cui ha trattato la genealogia e la carriera politica di Maharaja Prataparudra. Questi riferimenti storici ci informano che il saggio re Purushottam Deva governò l'Orissa fino al 1497 quando gli succedette Prataparudra, che regnò fino al 1540, circa sette anni dopo che Sri Caitanya era tornato alla Sua eterna dimora. Seguendo la tradizione dei re della sua dinastia, Prataparudra accettò i titoli di Gajapati e di Gaudeshwar. Il suo impero si estendeva dal Gange in Bengala fino al Karnataka e la sua capitale era a Cuttack in Orissa.
Anche se la sua capitale era Cuttack, come i re Gajapati che lo avevano preceduto, egli era molto legato anche a Puri, la città santa dell'Orissa sulla baia del Bengala. Puri è sede del tempio di Jagannatha e da secoli è stata un luogo di pellegrinaggio. Documenti storici narrano delle battaglie di Prataparudra sia contro Hussein Shah, re del Bengala, sia contro il re Krishnadeva Raya di Vijayanagar, un regno del sud dell'India. Hussein Shah ebbe un ruolo nella storia di Caitanya Mahaprabhu: Rupa Gosvami e Sanatana Gosvami, eminenti discepoli di Sri Caitanya, furono ministri nel governo di Shah prima che si ritirassero per unirsi alla missione di Sri Caitanya.
Nonostante le ricorrenti battaglie che caratterizzarono il suo regno, il re Prataparudra condusse una vita regolata e religiosa. Questo risulta evidente dal seguente resoconto consegnato all'imperatore di Vijayanagar da una spia della sua corte: Il re Gajapati si alza presto al mattino, due ore prima del sorgere del sole e prima di occuparsi di qualsiasi altra persona fa gli omaggi a due bramini. Poi accompagnato dai Sedici Patra [il consiglio braminico], compie una cavalcata lunga da trenta a cinquanta chilometri prima di tornare al palazzo. Dopo aver fatto il bagno, si dedica all'adorazione quotidiana del Signore Jagannath, dopo di che prende il suo pasto di mezzogiorno. Poi recita il Ramayana ed infine, vestito con abiti ufficiali e ornato di gioielli, siede nella sua corte per trattare gli affari del giorno.
- Dal The Suryavamsi Gajapatis of Orissa del dott. R. Subrahmayam
Un libro dal titolo Sarasvati-vilasa, riconosciuto come autorevole dagli storici dell'Orissa, dice che il re Prataparudra aveva quattro regine, di nome Padma, Padmalaya, Ila e Mahila. In questo libro c'è anche scritto che quando Prataparudra morì aveva trentadue figli ed alcune figlie. Tra i suoi numerosi figli, il Sarasvati-vilasa mette in risalto la vita di uno di essi, Purushottam (a cui era stato dato il nome del suo predecessore). La Caitanya-caritamrita (Anthya-lila 3.9.99) e la Bhakti-ratnakara (6.65) citano anch'esse Purushottam, a conferma delle informazioni dei testi laici. Documenti del tempio di Jagannatha c'informano che anche prima d'incontrare il Signore Caitanya Mahaprabhu, Prataparudra aveva l'abitudine di spazzare la strada davanti al carro del Signore Jagannatha.
Questi documenti ci dicono anche che era molto colto e un'autorità nel campo dell'insegnamento e della cultura braminica. Egli aveva già acquisito la conoscenza dello Srimad-Bhagavatam e discuteva sulle verità che riguardano Krishna con Ramananda Raya, uno dei più importanti associati di Caitanya Mahaprabhu e con il viceré governatore di Rajamahendri nel sud. Ramananda Raya dedica il verso preliminare di ogni canto della sua opera devozionale Jagannatha-VallabhaNatakam al re Prataparudra sottolineando così quanto grande fosse l'attrazione del re per l'ascolto dei passatempi di Radha e Krishna.
La tenerezza devozionale del cuore del re è forse più chiaramente evidente nella storia che riguarda il dipinto che egli commissionò [Vedi la foto e la didascalia quì sopra]. Dopo che molti intimi associati del Signore avevano lasciato il corpo, il re desiderò "immortalarli" per il piacere dei vaisnava superstiti, in particolar modo per Srinivasa, una personalità di grande rilievo appartenente alla seconda generazione dei devoti di Sri Caitanya Mahaprabhu. Come la storia narra, quando Srinivasa arrivò a Puri sperava di studiare il Bhagavatam sotto la guida di Gadadhara Pandita, ma il suo manoscritto era stato irreparabilmente danneggiato dalle sue lacrime nell'estasi spirituale. Allora egli inviò di nuovo Srinivasa a prenderne un'altra copia in Bengala. Quando tornò però, Gadadhara aveva lasciato questo mondo e Srinivasa ne fu disperato. Per lenire il suo dolore, Maharaja Prataparudra gli donò il dipinto, affinché potesse meditare regolarmente sul Signore e i Suoi devoti. Più tardi il nipote di Srinivasa lo donò a un devoto di nome Nanda Kumar e questo fu il modo in cui il dipinto arrivò a Kunja-ghat, sede della residenza degli antenati della famiglia di Kumar.
L'autenticità di questo dipinto è stata messa in discussione. Il re Prataparudra l'aveva davvero commissionato? Questo dubbio è stato rafforzato dal fatto che vi sono alcune copie moderne dell'opera originale, ognuna caratterizzata da qualche variazione. Gopal Gosh, del Vrindavan Research Institute (UP, India) — dove questi oggetti sono completamente analizzati e catalogati — dopo uno studio accurato afferma: "Non c'è dubbio sull'autenticità del dipinto." Tuttavia non tutti sono d'accordo. È comunque certo che il dipinto per alcuni secoli ha fatto parte della tradizione.
Sebbene ci sia una convincente evidenza storica dell'esistenza di Prataparudra e del suo regno nell'India del sedicesimo secolo, come abbiamo visto, la sua importanza di monarca è messa in ombra dal rilievo spirituale che egli ha avuto nei passatempi di Sri Caitanya. Il libro Gaura-ganoddesa-dipika di Kavi Karnapura è riconosciuto dai maestri spirituali della linea del Signore Caitanya autorevole per identificare gli associati di Sri Caitanya. Nel Gaura-ganoddesa-dipika(118), l'autore scrive: "Maharaja Prataparudra, che era potente come il Signore Indra, era stato precedentemente Maharaja Indradyumna che dette inizio all'adorazione del Signore Jagannatha." Non deve quindi meravigliare il fatto che quest'anima nella forma di Prataparudra sia ancora una volta intimamente legata a Jagannatha, ma questa volta per la grazia di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Le benedizioni che Sri Caitanya Mahaprabhu ha riversato sul re Prataparudra sono state documentate nella maggior parte delle biografie di Sri Caitanya, compreso la Kadaca di Murari Gupta, la Sri Caitanya-mangala di Locana Dasa Thakura, la Sri Caitanya-Bhagavata di Vrindavana Dasa Thakura, la Sri Caitanya-caritamrita di Krishnadasa Kaviraja Gosvami, la Sri Caitanya-caritamrita-maha-kavya e la Sri Caitanya-candrodaya-nataka di Kavi Karnapura. Esse sostanzialmente raccontano la stessa storia: Il re Patraparudra, sebbene fosse un monarca, era un grande devoto di Sri Krishna. Naturalmente, quando Caitanya Mahaprabhu, Krishna stesso, venne a Puri, il re desiderava vederLo. Ma Mahaprabhu disse ai Suoi associati: "Non posso concedergli quello che vuole. Poiché è un re, è come un serpente nero." Poi Caitanya Mahaprabhu chiarì la Sua posizione: "Per un rinunciato come Me," disse "è rischioso associarsi con due tipi di persone: le donne e coloro che sono coinvolti negli affari materiali."
Sebbene questo particolare re fosse un devoto molto avanzato, Mahaprabhu, basandosi sui 'principi, gli negò la Sua associazione. Sri Caitanya era molto severo, perché sapeva di costituire un esempio per gli altri che avrebbero intrapreso la vita di rinunciati. Quando Nityananda Prabhu, Advaita Acarya, Ramananda Raya e Sarvabhauma Bhattacarya — tutti amati associati di Sri Caitanya — Gli chiesero d'incontrare il re, Egli disse loro: "Lascerò Puri per andare ad Alalanata o in qualche altro posto. Non resterò quì. Voi potete restare qui con lui ma io no." Questo mostra quanto Egli fosse deciso ad evitare l'associazione con persone coinvolte in affari di denaro e di potere. Deluso, Prataparudra era pronto perfino a rinunciare al regno. Se Sri Caitanya rifiutava di vederlo a causa della sua posizione di re, allora perché non dimettersi?
Sarvabhauma Bhattacarya, Ramananda Raya e gli altri riferirono a Sri Caitanya la decisione del re ed Egli ne fu compiaciuto. Tuttavia, rimase fermo nel Suo voto di rinunciato ed affermò di nuovo di non voler incontrare il re, nonostante la sua devozione. Nityananda Prabhu allora suggerì a Sri Caitanya d'inviare al re un Suo indumento per accontentarlo. Sri Caitanya lo fece e Prataparudra adorò quell'abito come fosse Sri Caitanya stesso. Infine il grande devoto Ramananda Raya intercedette a favore del re e grazie al suo intervento, Sri Caitanya acconsentì ad incontrare il figlio del re. Dopo tutto, Sri Caitanya ragionava: "Un figlio è un se stesso nato di nuovo," come si usa dire. E il giovane principe naturalmente non era così coinvolto negli affari materiali come suo padre.
Allora gli associati di Sn Caitanya portarono il ragazzo da Lui. Il principe, scuro di carnagione e bello, ricordò a Caitanya Krishna stesso. Il Signore gli mostrò una speciale misericordia. Dopo averlo visto Mahaprabhu lo abbracciò e il giovane principe, in estatico amore per Krishna, svenne. Più tardi andò da suo padre Prataparudra che naturalmente abbracciò suo figlio e ne ricevette quello stesso intenso amore. Sentendo l'estatico amore che Caitanya provava per Krishna, il re ora desiderava più che mai di essere ammesso alla presenza di Mahaprabhu. Sarvabhauma allora studiò un piano. Il festival del Rathayatra si sarebbe tenuto a breve a Puri e Mahaprabhu, nella Sua felicità spirituale, avrebbe danzato come un pazzo davanti al carro del Signore Jagannatha.
Ad un certo punto Sri Caitanya avrebbe voluto riposare e si sarebbe ritirato in un giardino dei dintorni. A quel momento, il re, nelle vesti di un uomo comune, avrebbe potuto avvicinare il Signore, recitando intime parti del Decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam. Questi dolci versi mandavano sempre Caitanya in uno stato di estasi e allora Egli avrebbe abbracciato il re ritenendolo un semplice vaisnava. Finalmente il giorno del festival arrivò e fu segnato dall'umile atto del re di spazzare la strada davanti al Signore Jagannatha. Quando Mahaprabhu vide questo, si sentì più che mai portato verso il re e tenne fisso in mente questo pensiero mentre cantava e danzava estaticamente davanti al maestoso carro. Ad un certo punto, la Sua estasi mistica toccò un crescendo e per poco non lasciò il corpo.
Per un Suo piano divino concesse che proprio Prataparudra si trovasse al Suo fianco per poterLo afferrare nelle sue braccia. Il contatto con il re, comunque, fece riprendere i sensi a Mahaprabhu che Si sentì a disagio per aver toccato una persona comune. La Caitanya-caritamrita ci dice qualcosa di più profondo: Sri Caitanya interiormente godette dell'associazione con il re, ma doveva essere un esempio per gli altri che erano nell'ordine di rinuncia. Più tardi durante il festival anche il piano di Sarvabhauma si realizzò e il re ricevette davvero l'abbraccio di Sn Caitanya. Si dice che Prataparudra cedette il regno a suo figlio quando ancora Sri Caitanya Mahaprabhu era presente in questo mondo.
Subito dopo la dipartita del Signore, egli era così addolorato che lasciò Puri. Secondo il Bhakti-ratnakara (3.217-221): "Quando il re seppe della dipartita del Signore, cadde a terra piangendo e a forza di percuotersi la testa svenne e solo la compagnia di Ramananda Raya lo mantenne in vita. Il re era incapace di sopportare l'assenza di Sri Caitanya e perciò lasciò Puri, trascorrendo altrove il resto dei suoi giorni". Nel suo Archeological Report of Mayurbhanj lo storico N.N. Vasu scrive che Maharaja Prataparudra partì per Vrindavana ma non ci arrivò. Cessò di vivere in viaggio nel villaggio di Ramacandrapur nel distretto di Mayurbhanj in Orissa. In suo onore il nome del villaggio fu cambiato allora in Pratappur, nome con cui oggi è conosciuto.
Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è un redattore esterno di BTG ed ha scritto più di venti libri. Vive con sua moglie e sua figlia vicino a New York.