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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
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La storia del Tempio

lastoria

Ente Religioso

In contatto con Srila Prabhupada

8 settembre 1966, New York

Satsvarupa: Alle sei, Prabhupada scese e stava per tenere la sua lezione mattutina come al solito, quando uno dei ragazzi gli chiese se avrebbe letto dal suo manoscritto. Prabhupada sembrava timido, ma non nascose il suo piacere per essere stato invitato a leggere il suo commentario della Bhagavad-gita. Di solito, leggeva un verso dall'edizione Oxford della Gita del dott. Radhakrishnan. Sebbene il commentario presentasse una filosofia impersonalista, le traduzioni, disse Prabhupada, erano accurate al novanta per cento. Ma quella mattina mandò Roy a prendere il suo manoscritto e per un'ora lesse dalle sue pagine dattiloscritte. Per osservare Janmashtami c'erano delle regole speciali: non si doveva mangiare e la giornata doveva essere trascorsa cantando, leggendo e discutendo della coscienza di Krishna. Se qualcuno diventava troppo debole, disse, c'era della frutta in cucina. Ma era meglio che digiunassero fino alla festa di mezzanotte, proprio come i devoti in India. Era uno sforzo mentale e fisico passare tutto il giorno senza mangiare. La maggior parte dei potenziali iniziati trascorse diverse ore quel giorno a infilare le loro perline di legno rosso lucido. Dopo aver legato un'estremità della corda a una sbarra della finestra o a un radiatore, facevano scorrere una perlina alla volta lungo la corda e la annodavano strettamente, cantando un mantra Hare Krishna per ogni perlina. Prabhupada disse che i devoti in India cantavano almeno sessantaquattro giri di perline al giorno. Recitare il mantra Hare Krishna una volta su ciascuna delle 108 perline costituiva un giro. All'inizio, alcuni dei ragazzi pensarono che avrebbero dovuto cantare anche loro sessantaquattro giri, e rimasero perplessi: ci sarebbe voluto tutto il giorno! Come potevi andare a un lavoro se dovevi cantare sessantaquattro giri? Come poteva qualcuno cantare sessantaquattro giri? Poi qualcuno disse che Swamiji gli aveva detto che trentadue giri al giorno sarebbero stati un minimo sufficiente per l'Occidente. Poi Prabhupada offrì il minimo indispensabile: sedici giri al giorno, senza sgarro. Chiunque fosse stato iniziato avrebbe dovuto promettere. L'infilatura di perline, i canti, le letture e il sonnellino continuarono fino alle undici di sera, quando tutti furono invitati nella stanza di Swamiji. Mentre i suoi seguaci sedevano sul pavimento, mangiando contenti prasadam da piatti di carta, Swamiji sedeva in mezzo a loro, raccontando storie sulla nascita del Signore Krishna.

Sri Vamanadeva

15 SETTEMBRE 2024 - Apparizione

vamana 

Sri Vamanadeva, l'avatara nano

Sommario del 18° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Sri Vamanadeva, l'avatara-nano

Questo capitolo descrive come Sri Vamanadeva apparve e come si recò nell'arena del sacrificio di Maharaja Bali, il quale Lo ricevette degnamente e Lo soddisfece offrendoGli benedizioni.

Sri Vamanadeva apparve in questo mondo dal grembo di Aditi, portando la conchiglia, il disco, la mazza e il fiore di loto. Il Suo corpo aveva un colore scuro ed era vestito di abiti gialli. Sri Visnu apparve in un momento fvorevole, in sravana-dvadasi, nel momento in cui sorgeva la stella Abhijit. In quel momento tutti i tre mondi (compresi i sistemi planetari superiori, lo spazio e la Terra), tutti gli esseri celesti, le mucche, i brahmana e perfino le stagioni, provarono una grande felicità per lapparizione del Signore.  Per questa ragione il giorno favorevole della Sua apparizione è chiamato Vijaya. Quando Dio, la Persona Suprema, dotato di un corpo sad-cid-ananda, apparve come figlio di Kasyapa e di Aditi, i Suoi genitori rimasero stupefatti. Dopo esserSi manifestato, il Signore prese la forma di un nano (Vamana). Tutti i grandi saggi espressero il loro giubilo e con Kasyapa Muni davanti a loro compirono la cerimonia per la nascita di Sri Vamana. Al momento della cerimonia per la consegna del filo sacro a Sri Vamanadeva Egli fu onorato dal dio del sole, Brihaspati, dalla dea del pianeta Terra,dalle divinità dei pianeti superiori, da Sua madre, da Brahma, da Kuvera e da altri ancora. Poi Vamanadeva si recò all'arena del sacrificio che si trovava sulla riva settentrionale del fiume Narmada, nel campo conosciuto come Bhrigukaccha, dove i brahmana della dinastia Bhrigu erano impegnati nel compimento degli yajna. Indossando una cintura di erba munja, una pelle di cervo, un filo sacro, e portando nella mano un danda, un ombrello e un vaso per l'acqua (kamandalu), Sri Vamanadeva apparve nell'arena del sacrificio di Bali Maharaja. La Sua presenza trascendentale e luminosa eclissò lo splendore di tutti i sacerdoti, i quali si alzarono dai loro seggi per offrire preghiere a Sri Vamanadeva. Perfino Siva accetta sulla propria testa l'acqua del Gange scaturita dal piede del Signore Vamanadeva. Perciò, dopo aver lavato i piedi del Signore, Bali Maharaja accettò immediatamente sulla propria testa l'acqua dei piedi del Signore e sentì di aver ottenuto una grande gloria, insieme con tutti i suoi predecessori. Poi, Bali Maharaja s'informò sul benessere di Sri Vamanadeva e disse al Signore che poteva chiedergli denaro, gioielli o qualunque altra cosa desiderasse.

 

Sommario del 19° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Sri Vamanadeva chiede la carità a Bali Maharaja

Il diciannovesimo capitolo racconta che il Signore Vamanadeva chiese la carità di tre passi  e bali Maharaja decise di esaudire la Sua richiesta, nonostante la proibizione di Sukracarya.

Quando Bali Maharaja, pensando che Vamanadeva fosse il figlio di un brahmana, Gli disse che poteva chiedere ciò che desiderava, Sri Vamanadeva lodò Hiranyakasipu e Hiranyaksa per le loro gesta valorose, e dopo aver così glorificato la famiglia nella quale Bali Maharaja era nato, chiese al re la carità di tre passi di terra. Bali Maharaja, acconsentì a donarGli la terra che aveva chiesto considerandolo un dono insignificante, ma Sukracarya, avendo capito che Vamanadeva era in realtà Visnu, l'amico degli esseri celesti, proibì a bali Maharaja di acconsentire a questa insolita richiesta. Sukracarya giunse persino a consigliare a Bali Maharaja di ritirare la sua promessa, sostenendo che non c'è nulla di male nel ritirare una promessa al fine di sottomettere altri, oppure per scherzo, per affrontare un pericolo, o per il bene di altri, e via dicendo. Con questa filosofia Sukracarya cercava di dissuadere Bali Maharaja dal consegnare la terra a Sri Vamanadeva.

 

Sommario del 20° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Bali Maharaja consegna l'Universo

Pur sapendo che Sri Vamanadeva aveva l'intenzione d'ingannarlo, Bali Maharaja offrì in carità  al Signore tutto ciò che possedeva; il Signore cominciò allora ad espandere il proprio corpo, assumendo la gigantesca forma di Sri Visnu.

Dopo aver ascoltato le istruzioni e i consigli di Sukracarya, Bali Maharaja si mise a riflettere. Poiché l'uomo sposato ha il dovere di seguire i principi della religione, dello sviluppo economico e della soddisfazione dei sensi, Bali Maharaja pensò che non fosse giusto ritirare la promessa fatta al brahmacari. Mentire o non mantenere la parola data a un brahmacari non è mai un'azione lodevole, perché la menzogna è considerata la colpa più grave. Tutti dovrebbero temere le reazioni karmike dovute alla menzogna, perché madre Terra non sopporta nemmeno il peso di un mentitore. L'espansione di un regno o di un impero è temporanea; se non serve al bene del popolo, non ha alcun valore. Un tempo, tutti i grandi re e gli imperatori ampliavano i propri domini tenendo ben presente il benessere del popolo. Infatti, talvolta, grandi personalità impegnate in tali opere per il bene del popolo arrivarono a sacrificare la propria vita, E' detto che una persona che si comporta in modo glorioso vive in etrno e non muore mai.  Perciò la gloria deve essere lo scopo della vita, e nemmeno cadere in miseria per salvare la propria reputazione può essere considerato una sconfitta. Bali Maharaja peansave che anche se questo brahmacari, Vamanadeva, fosse stato Sri Visnu, anche se dopo aver accettato la sua carità avesse voluto ugualmente arrestarlo, non Gli avrebbe serbato rancore. Facendo queste considerazioni, Bali Maharaja si decise a offrire in carità tutto ciò che possedeva.

Immediatamente Sri Vamanadeva cominciò ad espanderSi in un corpo universale. Per misericordia di Sri Vamanadeva, Bali Maharaja poté vedere che il Signore è onnipresente e che sul Suo corpo tutto riposa. Poté vederLo come il Visnu supremo, col Suo elmetto, vestito di abiti gialli, con il segno dello Srivatsa, la gemma Kaustubha, una ghirlanda di fiori e ornamenti su tutto il corpo. Il Signore coprì gradualmente l'intera superficie del mondo, ed espandendo il Suo corpo occupò anche tutto lo spazio. Con le Sue mani coprì tutte le direzioni, e con il secondo passo coprì tutto il sistema planetario superiore. Non rimaneva dunque altro posto per fare il terzo passo.

 

 

Sommario del 21° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Il Signore cattura Bali Maharaja

Questo capitolo narra come Sri Visnu, nel desiderio di far conoscere a tutti le glorie di Bali Maharaja, lo arrestò perché non aveva potuto mantenere la promessa di concedere al Signore anche il terzo passo di terra.

Con il Suo secondo passo Dio, la Persona Suprema,, raggiunse il pianeta più alto dell'universo, Brahmaloka, che perse molta della sua bellezza a contatto con la radiosità delle unghie dei piedi del Signore. Allora Brahma, accompagnato da grandi saggi come Marici e dalle divinità incaricate di tutti i pianeti superiori, offrì le sue umili preghiere e la sua adorazione al Signore. Essi lavarono i Suoi piedi di loto e Lo adorarono con tutti gli oggetti di culto. Riksaraja, Jambavan, soffiò nel suo corno per celebrare le glorie del Signore. Nel vedere che Bali Maharaja era stato privato di tutto ciò che possedeva, i demoni furono presi da una grande collera. Essi rivolsero le armi contro Sri Visnu, benché Bali Maharaja li ammonisse di non farlo. Tutti i demoni, però, furono sconfitti dai compagni eterni di Sri Visnu, e secondo l'ordine di Bali Maharaja entrarono tutti nei pianeti inferiori dell'universo. Comprendendo le intenzioni di Sri Visnu, Garuda, il Suo portatore catturò immediatamente Bali Maharaja con le corde di Varuna. Quando Bali Maharaja fu così ridotto all'impotenza, Sri Visnu gli chiese dove avrebbe posato il Suo terzo passo. Poiché apprezzava la determinazione e l'onestà di Bali Maharaja, quando vide che questi non era in grado di mantenere la sua promessa, Sri Visnu decise che il pianeta adatto a lui sarebbe stato Sutala, che è il migliore dei pianeti celesti.

 

Sommario del 22° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Bali Maharaja offre la propria vita

Dio, la Persona Suprema, fu soddisfatto del comportamento di Bali Maharaja e lo mandò sul pianeta Sutala; là, dopo avergli concesso le sue benedizioni, il Signore accettò di diventare il suo portiere.

Bali Maharaja era estremamente veritiero. Il pensiero di non aver potuto mantenere la sua promessa lo spaventava perché era consapevole che una persona che si allontana dalla verità perde ogni valore agli occhi degli uomini. Una persona elevata può tollerare le sofferenze di una vita infernale, ma teme molto di essere diffamata per il fatto di essersi allontanata dalla veridicità. Bali Maharaja accettò con piacere la punizione assegnatagli da Dio, la Persona Suprema. La dinastia di Bali Maharaja aveva visto molti asura raggiungere posizioni più elevate di quelle degli yogi mistici, proprio grazie alla loro inimicizia verso Sri Visnu. In particolare, Bali Maharaja, pensava alla determinazione di Prahlada Maharaja nel nel servizio devozionale al Signore. Facendo queste considerazioni, decise di offrire la propria testa in carità affinché Sri Visnu potesse appoggiarvi il Suo terzo passo. Bali Maharaja pensò anche alle numerose grandi personalità che avevano abbandonato ogni legame con la famiglia e tutti i beni materiali per soddisfare Dio, la Persona Suprema. In verità, talvolta avevano perfino sacrificato la propria vita per la soddisfazione del Signore, al fine di diventare i Suoi servitori personali. Così, seguendo l'esempio degli acarya e dei devoti che l'avevano preceduto, Bali Maharaja sentì d'aver raggiunto il successo.

Mentre Bali Maharaja, legato dalle corde di varuna, offriva le sue preghiere al Signore, apparve Prahlada Maharaja e spiegò che Dio, la Persona Suprema, aveva liberato Bali Maharaja togliendogli con un trucco tutto ciò che possedeva. In presenza di Prahlada Maharaja, Brahma e la mogli di Bali, Vindhyavali, parlarono della supremazia del Signore Sovrano. Poiché Bali Maharaja aveva dato tutto al Signore, essi pregarono affinché venisse liberato, Allora il Signore disse che le ricchezze di un non-devoto sono un pericolo, mentre l'opulenza di un devoto dev'essere considerata una benedizione del Signore. Poi, soddisfatto di Bali Maharaja, il Signore Supremo gli offrì il Suo disco come protezione e promise di rimanere accanto a lui.

 

Sommario del 23° capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad Bhagavatam

Gli esseri celesti ottengono di nuovo i pianeti superiori

Questo capitolo racconta l'ingresso al pianeta Sutala di Balli Maharaja, che era accompagnato da suo nonno Prahlada Maharaja, e spiega come Dio, la Persona Suprema, permise a Indra di tornare nel regno celeste.

Bali Maharaja, che era una grande anima, aveva sperimentato che il bene più grande nella vita consiste nel raggiungere il servizio devozionale al rifugio dei piede di loto del Signore, in piena sottomissione. Fisso in questa decisione, con il cuore pieno d'estasi devozionale e gli occhi inondati di lacrime, offrì i suoi omaggi alla persona di Dio ed entrò con i suoi compagni nel pianeta conosciuto come Sutala. Così, Dio la Persona Suprema, soddisfece il desiderio di Aditi e restituì la sua posizione a Indra. Prahlada Maharaja, sapendo che Bali era stato rilasciato, descrisse allora i divertimenti trascendentali di Dio, la Persona Suprema, in questo mondo materiale. Prahlada Maharaja lodò il Signore per aver creato il mondo materiale, per l'equanimitò che manifesta verso tutti gli esseri, e per il fatto di essere generoso verso i Suoi devoti, proprio come un albero dei desideri. In realtà, Prahlada Maharaja disse che il Signore non manifesta la Sua bontà solo verso i Suoi devoti, ma anche verso i demoni. In questo modo descrisse l'illimitata e incondizionata misericordia di Dio, la Persona Suprema; poi a mani giunte, offrì i suoi rispettosi omaggi al Signore, e dopo aver girato intorno a Lui in segno di rispetto entrò nel pianeta Sutala, come il Signore aveva ordinato. Il Signore allora ordinò a Sukracarya d'informarLo sulle mancanze di Bali Mahraja nel corso dell'esecuzione del sacrificio. Sukracarya si liberò dalle reazioni delle attività interessate pronunciando il santo nome di Dio, e spiegò che la recitazione del santo nome può diminuire tutti i difetti delle anime condizionate; quindi terminò la cerimonia sacrificale di Bali Maharaja. Tutti i grandi santi accettarono Sri Vamanadeva come il benefattore di Indra perché gli aveva restituito i pianeti celesti e Lo glorificarono come il sostegno dell'amministrazione dell'universo. Con grande gioia Indra, accompagnato da tutto il suo seguito, desiderò avere Vamanadeva accanto a sé e rientrò col suo aeroplano nella capitale. Dopo essere stati testimoni delle meravigliose gesta di Sri Visnu nell'arena del sacrificio di Bali Maharaja, tutti gli esseri celesti, i santi, i Pita, i Bhuta e i Siddha glorificarono ripetutamente il Signore. Il capitolo si conclude con l'affermazione che la funzione più propizia per l'anima condizionata è quella di cantare e ascoltare le gloriose attività di Sri Visnu.

 SB 8.23.1

 sri-suka uvaca
ity uktavantam purusham puratanam
mahanubhavo ’khila-sadhu-sammatah
baddhanjalir bashpa-kalakulekshano
bhakty-utkalo gadgadaya girabravit

 

TRADUZIONE

Sukadeva Gosvami disse: Quando la suprema, antica ed terna Persona di Dio ebbe così parlato a Bali Maharaja, il quale è universalmente considerato un puro devoto del Signore, e quindi anche una grande anima, Bali Maharaja, con gli occhi pieni di lacrime e le mani giunte, rispose al Signore con voce spezzata per l'estasi devozionale.

 SB 8.23.2

 sri-balir uvaca
aho pranamaya kritah samudyamah
prapanna-bhaktartha-vidhau samahitah
yal loka-palais tvad-anugraho ’marair
alabdha-purvo ’pasade ’sure ’rpitah

 

TRADUZIONE

Quando Vamanadeva apparve davanti a Bali Maharaja, questi volle immediatamente offrirGli il suo rispettoso omaggio, ma ne fu incapace a causa della presenza di Sukracarya e degli altri demoni presenti. Il Signore, però, è così misericordioso che sebbene Bali Maharaja praticamente non avesse potuto offrirGli i suoi omaggi, e si fosse limitato a farlo mentalmente, Dio, la Persona Suprema, lo aveva benedetto con una misericordia più grande di quella che potevano aspettarsi gli esseri celesti. Come conferma la Bhagavad-gita (2.40), svalpam apy asya dharmasya trayate mahato bhayat: "Anche un piccolo progresso su questa via ci protegge dalla pura più temibile." Dio, la Persona Suprema, è detto bhava-grahi janardana perché coglie soltanto l'essenza dell'atteggiamento del devoto. Se un devoto si sottomette sinceramente, il Signore, che è l'Anima Suprema nel cuore di ogni essere, lo capisce immediatamente. Così, anche se esternamente il devoto può non compiere un servizio completo, se interiormente è molto serio e sincero, il Signore accetta ugualmente il suo servizio. Il Signore è conosciuto quindi come bhava-grahi janardana perché accetta l'essenza della mentalità devozionale.

 SB 8.23.15

 sri-sukra uvaca
kutas tat-karma-vaishamyam
yasya karmesvaro bhavan
yajneso yajna-purushah
sarva-bhavena pujitah

 

TRADUZIONE

Sukracarya disse: Mio Signore, Tu sei il beneficiario e il legislatore di tutte le cerimonie sacrificali, e sei anche lo yajna-purusala persona alla Quale vengono offerti tutti i sacrifici. Per chi Ti ha soddisfatto pienamente come si può parlare di difetti nel compimento del sacrificio?


SPIEGAZIONE


Nella Bhagavad-gita (5.29) il Signore dice, bhoktaram yajna-tapasam sarva-loka-mahesvaram: il Signore, il proprietario supremo, è davvero la persona al cui piacere sono destinate le cerimonie dello yajna. Il Visnu Purana (3.8.9) dice:

varnasramacaravata
purushena parah puman
vishnur aradhyate pantha
nanyat tat-tosha-karanam

Tutti i risultati del sacrificio previsti dai Veda sono compiuti allo scopo di soddisfare Sri Visnu, lo yajna-purusa. Le divisioni della società -brahmana, ksatriya, vaisya, sudra, brahmacarya, grihastha, vanaprasta e sannyasa- sono tutte destinate a soddisfare Sri Visnu. Agire conformemente a questo principio dell'istituzione del varnasrama è detto varnasramacarana. Nello Srimad-Bhagavatam (1.2.13) Suta Gosvami dice:

atah pumbhir dvija-sreshtha
varnasrama-vibhagasah
svanushthitasya dharmasya
samsiddhir hari-toshanam

“O migliore tra i nati-due-volte, è stato così concluso che la più alta perfezione della vita può essere raggiunta compiendo il proprio dovere prescritto nell'ambito delle divisioni del varnasrama per soddisfare Dio, la Persona Suprema." Ogni cosa è destinata alla soddisfazione di Dio, la Persona Suprema, perciò, dal momento che Bali Maharaja aveva saputo soddisfare il Signore,era chiaro che non aveva difetti, e Sukracarya ammise di non avere agito bene colpendolo con una maledizione.

 

SB 8.23.16

 mantratas tantratas chidram
desa-kalarha-vastutah
sarvam karoti nischidram
anusankirtanam tava

TRADUZIONE

Possono esserci delle imperfezioni nella pronuncia deimantra e nell'osservanza dei principi regolatori, e inoltre ci possono essere irregolarità che riguardano il tempo, il luogo, la persona e gli oggetti necessari. Ma quando il santo nome di Tua Grazia è pronunciato, ogni cosa diventa perfetta.


SPIEGAZIONE


Sri Caitanya Mahaprabhu ha racommandato:

harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva
nasty eva gatir anyatha

"In questa era di discordia e d'ipocrisia l'unico metodo di liberazione è il canto del santo nome del Signore. Non c'è altro modo, non c'è altro modo, non c'è altro modo." (Brihan-naradiya Purana 38.126) In quest'era di Keli è molto difficle compiere le cerimonie rituali vediche o i sacrifici in modo perfetto. Quasi nessuno è in grado di cantare i mantra vedici con una pronuncia perfetta o di accumulare gli oggetti necessari per il compimento del sacrificio. Per questa ragione il sacrificio raccomandato per l'era di Kali è il sankirtana, il canto costante del santo nome del Signore. Yajnaih sankirtana-prayair yajanti hi sumedhasah (S.B. 11.5.29). Invece di perdere tempo nel compimento di sacrifici vedici, le persone intelligenti, coloro che sono dotati di cervello, dovrebbero dedicarsi al canto del santo nome del Signore, compiendo così il perfetto sacrificio. Ho visto che molti capi religiosi si danno una gran da fare per compiere yajna e spendono centinaia di migliaia di rupie per compiere cerimonie sacrificali che rimangono tuttavia imperfette. Questa è una lezione per le persone che si dedicano inutilmente al compimento di sacrifici imperfetti. Dovremmo invece seguire il consiglio di Sri Caitanya Mahaprabhu (yajnaih sankirtana-prayair yajanti hi sumedhasah). Sukracarya era un brahmana ortodosso, attaccato alle cerimonie, ma anch'egli dovette ammettere, nischidram anusankirtanam tava: "Mio Signore, il canto costante del santo nome di Tua Grazia rende perfetta ogni cosa." Nel kali-yuga le cerimonie rituali non possono più essere compiute perfettamente come un tempo, perciò Srila Jiva Gosvami ha raccomandato di seguire con grande attenzione tutti i principi che regolano ogni attività spirituale, specialmente nell'adorazione delle Divinità, ma poiché è sempre presente la possibilità che si verifichino delle irregolarità nella procedura, è necessario porre rimedio a a queste mancanze col canto del santo nome di Dio, la Persona Suprema. Nel nostro Movimento per la Coscienza di Krishna attribuiamo quindi un'importanza particolare al canto del mantra  Hare Krishna in tutte le nostre attività.

 

SB 8.23.26-27

 brahma sarvah kumaras ca bhrigv-adya munayo nripa
pitarah sarva-bhutani siddha vaimanikas ca ye
sumahat karma tad vishnor gayantah param adbhutam
dhishnyani svani te jagmur aditim ca sasamsire


TRADUZIONE

Brahma, Siva, Karttikeya, il grande saggio Bhrigu, altre sante personalità, gli abitanti di Pitriloka e tutti gli altri esseri presenti, compresi gli abitanti di Siddhaloka e gli esseri che viaggiano nello spazio con le loro aeronavi, si accinsero tutti insieme a glorificare le eccezionali imprese di Sri Vamanadeva. O re, mentre tornavano nelle loro dimore, sui pianeti celesti, tutti glorificavano il Signore cantando. Essi glorificarono anche la posizione di Aditi.

 

SB 8.23.28

 sarvam etan mayakhyatam
bhavatah kula-nandana
urukramasya caritam
srotriinam agha-mocanam

 

TRADUZIONE


O Maharaja Pariksit, gioia della tua dinastia, ora ti ho descritto tutto ciò che riguarda le meravigliose imprese di Dio, la Persona Suprema, Sri Vamanadeva. Coloro che le ascoltano sono certamente liberati dalle reazioni dei loro peccati.

 SB 8.23.29

param mahimna uruvikramato grinano
yah parthivani vimame sa rajamsi martyah
kim jayamana uta jata upaiti martya
ity aha mantra-drig rishih purushasya yasya

 

TRADUZIONE

 

Una persona che è soggetta alla morte non può valutare le glorie di Dio, la Persona Suprema, Trivikrama, Sri Visnu, più di quanto non possa contare gli atomi della Terra intera. Nessuno, che sia già nato o che debba ancora nascere, sarebbe in grado di farlo. Questo è ciò che ha affermato il grande saggio Vasistha.

SPIEGAZIONE

Vasishtha Muni ci ha lasciato un mantra che riguarda Sri Visnu: na te visnor jayamano na jato mahimnah param anantam apa. Nessuno può valutare l'estensione delle incredibili gesta di Sri Visnu. Sfortunatamente, molti cosiddetti scienziati che possono morire da un momento all'altro cercano di comprendere con la speculazione mentale la meravigliosa creazione dell'universo. Questo è un tentativo sciocco. Moltissimo tempo fa Vasistha Muni che nessuno nel passato aveva mai potuto misurare le glorie del Signore, e che nessuno mai ci sarebbe riuscito nemmeno futuro. Bisogna soltanto ritenersi soddisfatti di poter contemplare le le gloriose attività della creazione del Signore Supremo. Per questo il Signore afferma nella Bhagavad-gita (10.42), vistabhyaham idam kritsnam ekamsena sthito jagat: "Con un semplice frammento di Me stesso, pervado e sostengo l'universo intero." Il mondo materiale è composto di innumerevoli universi, ognuno dei quali è pieno di innumerevoli pianeti che sono tutti considerati prodotti dell'energia materiale di Dio,la Persona Suprema. Eppure, tutto questo no è che un quarto della creazione di Dio. Gli altri tre quarti della creazione sono rappresentati dal mondo spirituale. Tra gli innumerevoli pianeti che sono contenuti in un solo universo, coloro che sostengono di essere scienziati non riescono nemmeno a capire la Luna o Marte, eppure cercano di sfidare la creazione del Signore Supremo e la Sua eccezionale energia. Queste persone sono definite pazze. Nunam pramattah kurute vikarma (S.B. 5.5.4). Questi pazzi perdono inutilmente illoro tempo, il loro denaro e le loro energie cercando di sfidare le gloriose imprese di Urukrama, Dio, la Persona Suprema.

SB 8.23.30

ya idam deva-devasya
harer adbhuta-karmanah
avataranucaritam
srinvan yati patram gatim

TRADUZIONE

Chi ascolta le attività straordinarie di Dio, la Persona Suprema, nei Suoi diversi avatara, sarà certamente elevato ai pianeti superiori, o perfino a Dio, nella Sua dimora originale.

SB 8.23.31

kriyamane karmanidam
daive pitrye 'tha manuse
yatra yatranukirtyeta
tat tesam sukritam viduh

TRADUZIONE

Ogni volta che nel corso di una cerimonia rituale si racconta la storia di Vamanadeva - che la cerimonia abbia luogo in onore degli esseri celesti, degli antenati di Pitriloka, oppure per festeggiare un lieto evento sociale come il matrimonio - l'intera cerimonia dev'essere considerata estremamente propizia.

SPIEGAZIONE

Esistono tre categorie di cerimonie: in paricolare, le cerimonie che sono destinate a soddisfare Dio, la Persona Suprema, o gli esseri celesti quelle che sono compiute in occasione di avvenimenti sociali, quali il matrimonio o la nascita, e quelle destinate agli antenati, come la cerimonia dello sraddha. In tutte queste cerimonie si spendono grandi omme di denaro destinate a diverse attività, ma questo verso suggerisce che se nel corso della cerimonia si racconterà la meravigliosa storia di Vamanadeva, certamente l'intera cerimonia si realizzerà nel pieno successo e sarà libera da ogni irregolarità

Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul ventitreesimo capitolo dell'ottavo Canto dello Srimad-Bhagavatam, intitolato: "Gli esseri celesti ottengono di nuovo i pianeti superiori".

FAQ

Che cos'è il bhakti-yoga?

Bhakti deriva dalla parola sanscrita bhaj, che significa servizio amorevole. Yoga in sanscrito significa connessione. Bhakti yoga significa connettersi al supremo per mezzo dell'amore del puro servizio devozionale.Tutti noi abbiamo amore o Bhakti dentro di noi; tuttavia, è in uno stato dormiente. C'è un modo semplice per risvegliare questo servizio d'amore dormiente a Dio, la Persona Suprema. Questo processo è stabilito dal Signore Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Il Signore, Sri Chaitanya Mahabrabhu, l'incarnazione del Signore Krishna in questa era attuale ha misericordiosamente reso questo processo molto semplice e piacevole. Srila prabhupada, il fondatore dell'ISKCON, ha reso questo processo famoso in tutto il mondo. Il processo del risveglio dell'amore non è solo purificante ma anche pienamente soddisfacente. Questo processo di purificazione consiste in tre principi principali: canto, danza e festa. Il canto dei puri nomi del Signore può essere fatto semplicemente cantando regolarmente l'Hare Krishna mahamantra - Hare Krishna Hare Krishna / Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama / Rama Rama Hare Hare. Il canto può essere fatto come giri minimi fissi sul japa mala o può essere fatto insieme in congregazione con strumenti musicali. La danza è anche una parte importante della purificazione per raggiungere l'amore. La danza è fatta con grazia davanti al Signore. La danza impegna tutto il nostro corpo nella glorificazione di Dio, la Persona Suprema. Banchettare significa solo mangiare cibo che è stato specificamente cucinato e offerto amorevolmente a Sri Krishna. Tale cibo o anche chiamato prasadam è privo di karma e non ci intrappola nel ciclo di nascite e morti ripetute.

Che cos'è la I.S.K.Con.?

La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna è stata fondata nel 1966 da Prabhupada A.C. Bhaktivedanta Swami, venuto dall'India su ordine del suo Maestro Spirituale per predicare l'amore di Dio al popolo dell'Occidente. Prabhupada è in una linea di successione disciplica che risale direttamente a 500 anni fa, quando Sri Chaitanya apparve in India, e da lì ancora più indietro di 5000 anni, al tempo in cui Krishna parlò per la prima volta La Bhagavad Gita al Suo discepolo Arjuna. La Coscienza di Krishna è vissuta come un processo di auto purificazione. I suoi mezzi e il suo fine sono un segreto di Pulcinella, e non vi è alcun onere finanziario per imparare la Coscienza di Krishna o ricevere l'iniziazione al canto del mantra Hare Krishna. L'essenza del servizio devozionale a Krishna è che si prende qualunque capacità o talento si abbia e lo si combina con gli interessi del Supremo Goditore, il Signore, Sri Krishna. Lo scrittore, scrive articoli per Krishna e noi pubblichiamo periodici in questo modo. L'uomo d'affari, fa affari per fondare molti templi in tutto il paese. I capifamiglia, allevano i figli nella scienza di Dio, e marito e moglie vivono in mutua cooperazione per il progresso spirituale. Queste attività sono svolte sotto la sanzione dell'esperto Maestro Spirituale e in linea con le Scritture. Il servizio devozionale nella Coscienza di Krishna significa cantare regolarmente nel tempio, ascoltare discorsi sui passatempi di Krishna dallo Srimad Bhagavatam e prendere cibi preparati e offerti a Dio, la Persona Suprema. Con libri, letteratura e documenti, la Società si dedica a risvegliare il pubblico mondiale allo stato normale ed estatico della Coscienza di Krishna, in modo che tutti possano riguadagnare la loro posizione eterna di servire favorevolmente la volontà di Krishna. Il canto congregazionale del Sankirtan viene portato alla gente: nei parchi pubblici, nelle scuole, in televisione, a teatro, per le strade. La Coscienza di Krishna non è la filosofia di un pigro. Piuttosto, cantando e impegnandosi nel servizio di Krishna, chiunque partecipi sperimenterà lo stato di "Samadhi", l'assorbimento estatico nella coscienza di Dio, 24 ore al giorno! Poiché la filosofia della Coscienza di Krishna non è settaria, qualsiasi uomo, indù o cristiano, migliorerà nella sua fede cantando il Santo Nome di Dio e ascoltando la Bhagavad Gita. Senza conoscenza, realizzazione e servizio amorevole all'Unico Dio Supremo, non può esserci religione. Che tutti si rallegrino nel Movimento del Sankirtan, e potremo così vedere l'adempimento della predizione fatta da Sri Caitanya 500 anni fa: che il canto dei Santi Nomi di Dio, Hare Krishna, sarebbe stato portato in ogni città e villaggio del mondo. Solo così potrà prevalere la vera pace. È' sublime e facile.

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Chi è Krishna?

Nella filosofia del Bhakti Yoga, la Verità Assoluta è conosciuta come una persona. Il suo nome è Krishna, una parola sanscrita che significa “coLui che attrae tutti”. Krishna è l'oggetto più attraente dell'amore della tua anima. Ogni essere vivente cerca il piacere. L'essenza del piacere è il piacere dell'amore. Ne abbiamo bisogno. Senza amare qualcuno ed essere amati da qualcuno, la vita è molto vuota e superficiale. L'origine di quell'amore è l'amore dell'anima per Dio e l'amore di Dio per l'anima. Siamo attratti da qualcuno che è bello, potente, colto, famoso, rinunciato, ricco. Queste sono opulenze che attirano il nostro cuore. Il nome Krishna significa che possiede tutte le opulenze nella loro totalità. Egli è la fonte di tutta la bellezza, di tutta la forza, di tutta la conoscenza, di tutta la ricchezza, di tutta la fama e di ogni rinuncia. E l'amore di Krishna per l'anima è illimitato e incondizionato. Questo è Krishna. Egli è il nostro eterno padre, la nostra eterna madre, il nostro eterno amico, il nostro eterno amante. Potremmo servire Krishna attraverso il sentiero della bhakti. Bhakti è il processo che Dio ci ha dato attraverso il quale possiamo servirlo 24 ore al giorno. Krishna è nei nostri cuori. Krishna è nel cuore di ogni essere vivente. Krishna è dentro ogni atomo e tra gli atomi attraverso le sue varie energie. Ma alla fine, la fonte di tutto è quella persona divina, quella persona onnipotente, amorevole e attraente con cui desideriamo eternamente ricongiungerci. Bhakti Yoga significa ricongiungersi con la nostra fonte, con Dio, attraverso atti di devozione, ricordandoci di lui, cantando i Suoi nomi e le Sue glorie, pregandolo, adorando la divinità, rendendo servizio a Lui, ai Suoi devoti e a tutti gli esseri viventi. Questi sono i modi attraverso i quali potremmo sempre sentire la presenza di Dio.

Chi ha iniziato il Movimento Hare Krishna?

Nel 1965, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada viaggiò da solo dall'India agli Stati Uniti d'America per stabilire la tradizione senza tempo della coscienza di Krishna nel mondo occidentale. Ha fondato da solo l'International Society for Krishna Consciousness (I.S.K.CON.), una società mondiale di oltre 500 templi, comunità agricole e scuole, con un'adesione di oltre tre milioni di membri in Occidente, cinquanta milioni in tutto il mondo. Srila Prabhupada ha tradotto oltre 50 libri sulla coscienza di Krishna, ora disponibili in oltre 65 lingue. Prima di morire nel 1977, fece in modo che il movimento fosse guidato da una Commissione del Corpo Direttivo composta dai suoi discepoli più anziani. Inoltre, dopo la dipartita di Srila Prabhupada, i suoi stessi discepoli iniziarono ad accettare discepoli, portando avanti l'antico sistema della successione disciplica. Pertanto, ha toccato abbastanza persone che possono trasmettere questa conoscenza ad altri che questo movimento continuerà anche nel futuro.

Chi sono io?

Queste sono le domande secolari che ogni filosofo nel corso dei secoli ha cercato di comprendere e comprendere. Dopo tutto, come saprai cosa fare nella vita se non sai nemmeno chi o cosa sei? " Tuttavia, l'antica letteratura vedica dell'India ha fornito le risposte più chiare che sono state trovate ovunque per rispondere a queste domande. Ad esempio, il Mundaka Upanishad (3.1.9) spiega che l'essere vivente è l'anima e che: "L'anima è di dimensioni atomiche e può essere percepita dalla perfetta intelligenza. Questa anima atomica è situata nel cuore e diffonde la sua influenza su tutto il corpo delle entità viventi incorporate. Quando l'anima viene purificata dalla contaminazione dei cinque tipi di aria materiale, la sua influenza spirituale viene esibita.

"Il Chandogya Upanishad (6.11.3) afferma anche che sebbene il corpo avvizzisca e muoia quando il sé o l'anima lo abbandonano, il sé vivente non muore. Ulteriore illuminazione è data nello Srimad-Bhagavatam (7.2.22) in cui spiega che l'anima spirituale non ha morte ed è eterna ed inesauribile. È completamente diverso dal corpo materiale, ma per essere stato fuorviato dall'abuso della sua leggera indipendenza, è obbligato ad accettare corpi sottili e grossolani creati dall'energia materiale e quindi essere sottoposti alla cosiddetta felicità materiale e angoscia.La natura eterna del sé viene anche spiegata nella Bhagavad-gita dal Signore Sri Krishna, dove Egli dice specificamente che non c'è mai stato un tempo in cui Lui non esistesse, né alcuno degli esseri viventi, incluso te. L'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza alla giovinezza fino alla vecchiaia in questo corpo. ">Ma per chi si è realizzato da solo, non c'è sconcerto in un simile cambiamento. Si spiega inoltre che dovremmo sapere che ciò che pervade l'intero corpo attraverso la coscienza è indistruttibile. Nessuno è in grado di distruggere l'anima imperitura. Solo il corpo materiale dell'eterno essere vivente è soggetto alla distruzione. Per l'anima non c'è mai nascita né morte. Non viene ucciso quando il corpo muore o viene ucciso. Come una persona indossa nuovi indumenti, rinunciando a quelli vecchi, allo stesso modo, l'anima accetta nuovi corpi materiali, rinunciando a quelli vecchi e inutili. Certamente questa conoscenza può alleviare chiunque dall'ansia che viene dal pensare che la nostra esistenza sia finita alla morte. Spiritualmente, non moriamo; tuttavia, il corpo viene utilizzato fino a quando non è più adatto per continuare. A quel tempo, potrebbe sembrare che moriamo, ma non è così. L'anima continua il suo viaggio verso un altro corpo secondo il suo destino.

Viene anche spiegata l'indistruttibilità dell'anima. L'anima individuale è infrangibile e insolubile, e non può essere né bruciata né secca. L'anima è eterna, immutabile e eternamente uguale. Sapendo questo, non dovremmo addolorarci per il corpo temporaneo. Quindi, il corpo si assottiglia e muore ma l'anima non muore: semplicemente cambia corpo. Pertanto, il corpo è come una camicia o un cappotto che indossiamo per qualche tempo, e quando è consumato, lo cambiamo per uno nuovo. Pertanto, la letteratura vedica, come la Chandogya Upanishad (8.1.1), menziona che la conoscenza del sé interiore è ciò che dovrebbe essere cercato e compreso da tutti. Realizzare la propria identità spirituale risolve i problemi e i misteri della vita. Più realizziamo la nostra identità spirituale, più vedremo che siamo oltre questi corpi materiali temporanei e che la nostra identità non è semplicemente un corpo bianco, o nero, o giallo, o grasso, magro, intelligente, stupido, vecchio , giovane, forte, debole, cieco, ecc. La cecità reale significa non essere in grado di vedere attraverso le condizioni corporee temporanee e superficiali e nella persona reale interiore. Vedere la realtà significa riconoscere la natura spirituale di tutti. Lo Srimad-Bhagavatam (11.28.35) spiega che l'anima è auto-luminosa, al di là della nascita e della morte, e illimitata dal tempo o dallo spazio e, quindi, oltre ogni cambiamento. Il Bhagavatam (11.22.50) sottolinea anche che come si assiste alla nascita e alla morte di un albero ed è separato da esso, allo stesso modo la testimonianza della nascita, della morte e delle varie attività del corpo è dentro ma separata da esso. La dimensione dell'anima è descritta anche nella Svetasvatara Upanishad (5.9): "Quando il punto superiore di un capello è diviso in cento parti e ancora ciascuna di tali parti è ulteriormente suddivisa in cento parti, ciascuna di tali parti è la misura della dimensione dell'anima spirituale. "Quindi considerando che il diametro di un tipico pelo è largo circa tre-millesimi di pollice, allora dividerlo in cento parti, e poi dividere una di quelle parti di nuovo in cento parti significa che sarebbe microscopico. E poiché è spirituale e non fatto di sostanza materiale, percepire la presenza dell'anima non è così facile. È invisibile alla nostra visione materiale. La Katha Upanishad riferisce che all'interno del corpo, più in alto dei sensi e degli oggetti dei sensi, esiste la mente. Più sottile della mente è l'intelligenza, e più alto e più sottile di quanto l'intelletto sia il sé. Quel sé è nascosto in tutti gli esseri e non brilla, ma è visto dai sottili veggenti attraverso il loro acuto intelletto. Da questo possiamo capire che all'interno del corpo fisico grossolano, composto da vari elementi materiali, come terra, aria, acqua, ecc., c'è anche il corpo sottile composto dai sottili elementi sottili della mente, dell'intelligenza e del falso ego. Le attività psichiche si svolgono all'interno del corpo sottile. È anche all'interno del corpo sottile in cui esistono i ricordi delle vite passate, per quanto profonde possano essere. Tuttavia, l'essere vivente ha la sua forma spirituale che è più profonda di questa sottigliezza, altrimenti non potrebbe aver ripetuto nascite. Una persona vede effettivamente il suo sé spirituale così come la presenza dell'Essere Supremo quando percepisce che sia il corpo grossolano sia quello sottile non hanno nulla a che fare con il puro sé spirituale interiore. Pertanto, si potrebbe chiedere che, poiché siamo separati dai corpi grossolani e sottili, perché ci identifichiamo così fortemente con il corpo materiale? Si spiega che sebbene il corpo materiale sia diverso dall'anima, è a causa dell'ignoranza dovuta all'associazione materiale che ci si identifica erroneamente con le condizioni corporee alte e basse. È ulteriormente elaborato che solo a causa della mente e dell'ego tale sperimentiamo felicità materiale e angoscia. Tuttavia, in realtà, l'anima spirituale è al di sopra di tale esistenza materiale e non può mai essere realmente influenzata dalla felicità materiale e dall'angoscia in qualsiasi circostanza. Una persona che percepisce veramente questo non ha nulla da temere dalla creazione materiale o dall'apparizione di nascite e morti. Così, può ottenere una vera pace. Il Chandogya Upanishad (8.1.5-6) ​​continua a spiegare che il sé è libero dal peccato e dalla vecchiaia, dalla morte e dal dolore, dalla fame e dalla sete, dalla lamento e dalla tristezza e da tutte le forme corporee identificazione. Desidera solo ciò che dovrebbe desiderare e non immagina altro che ciò che dovrebbe immaginare. Chi si allontana da questa vita senza aver scoperto il sé e quei desideri veri o spirituali non ha libertà in tutti i mondi. Ma quelli che partono da qui dopo aver realizzato la propria vera identità spirituale e quelle inclinazioni spirituali hanno la libertà in tutti i mondi. Quindi, per riassumere, l'anima è una particella di coscienza e beatitudine nel suo stato purificato di essere. Non è materiale in alcun modo. È ciò che parte dal corpo al momento della morte e, nel corpo sottile, trasporta le sue impressioni, i desideri e le tendenze mentali, insieme ai risultati karmici delle sue attività da un corpo all'altro. Comprendere e percepire questo sé, che è la nostra autentica identità spirituale, è il vero obiettivo della vita. Tale realizzazione allevia uno di ulteriore esistenza materiale. Come è spiegato, coloro che hanno purificato la loro coscienza, sono stati assorbiti dalla conoscenza spirituale e hanno assolto ogni impurità nella mente, sono liberati dal karma che li libera da qualsiasi nascita futura. Sono liberi da altre nascite nel mondo materiale e vengono liberati nell'atmosfera spirituale. Come fare questo è il risultato finale dell'esistenza umana.

Da dove provengono le vostre Scritture?

Sebbene il movimento Hare Krishna sia stato fondato in Occidente solo nel 1966, le sue radici si estendono per migliaia di anni nel passato, nella tradizione vedica dell'India. I Veda erano originariamente una tradizione vocale, ma poi furono scritti in sanscrito più di 5000 anni fa. Il compilatore della letteratura vedica, Srila Vyasadeva, divise la conoscenza vedica in vari dipartimenti di conoscenza, materiale e spirituale, affidando ai suoi discepoli sezioni particolari. In questo modo, le scritture si sono sviluppate nei quattro Veda, nei Vedanta Sutra, nelle 108 Upanishad principali, nel grande Mahabharata che include la Bhagavad-gita e nei 18 Purana principali, tra gli altri testi. Dei Purana, il Bhagavata Purana o Srimad-Bhagavatam è descritto come il frutto più maturo di tutta la letteratura vedica. È accettato dalla tradizione vedica come la conclusione dei principi e della comprensione vedantica, e mette in relazione i passatempi e le caratteristiche del Signore Supremo. Il processo di sviluppo spirituale descritto nella letteratura vedica è un processo graduale di realizzazione di Dio e amore per Dio. Questa saggezza è stata attentamente preservata e tramandata attraverso i secoli attraverso il veicolo della successione di maestri autorealizzati. Questa antica saggezza spirituale viene ora nuovamente presentata in Occidente attraverso il Movimento Hare Krishna. Invitano persone di ogni tipo a visitare i loro templi, comunità e siti web e a partecipare in qualsiasi modo desiderino a questo sublime e facile processo di <em>bhakti-yoga</em> e Coscienza di Krishna. Ci sono anche molti libri che possono aiutare a comprendere come puoi iniziare questo processo spirituale.

Hare Krishna mantra, che cos'è?

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Un mantra è una vibrazione sonora spirituale che purifica la coscienza e risveglia l'amore di Dio. Il canto del maha-mantra Hare Krishna - Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare - è raccomandato nella letteratura vedica come il metodo più facile per quest'epoca (il kali-yuga), per raggiungere la realizzazione spirituale. Krishna è il nome sanscrito di Dio che significa "CoLui che attrae tutti", e Rama è un altro nome per Dio che significa "riserva di ogni piacere". Hare si riferisce all'energia divina del Signore. Quindi il mantra Hare Krishna significa: "O onnipotente, onnipotente Signore, o energia del Signore, per favore impegnami nel Tuo servizio". Ci sono due modi per cantare questo mantra: canto di gruppo (kirtana) e canto individuale su corona (japa). Per entrambi i metodi non si applicano regole rigide e chiunque può recitare in qualsiasi momento.

Ascolta il commento di Srila Prabhpada

Karma, che cos'è?

Il karma è uno di quegli argomenti che molte persone conoscono poco, ma pochi ne comprendono le complessità. Per cominciare, la terza legge del moto di Newton afferma che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale, questa è la legge del karma. La legge del karma afferma fondamentalmente che ogni azione ha una reazione e qualsiasi cosa tu faccia agli altri, in seguito, tornerà da te. Inoltre, l'ignoranza della legge non è una scusa. Siamo ancora responsabili per tutto ciò che facciamo, indipendentemente dal fatto che lo comprendiamo o meno. Pertanto, la cosa migliore è imparare come funziona. Se tutti capissero la legge del karma, vivremmo tutti una vita più felice in un mondo più luminoso. Perché? Perché potremmo sapere come regolare le nostre vite in modo da non subire le continue reazioni di ciò che abbiamo fatto a causa dei falsi obiettivi della vita. Secondo la letteratura vedica, il karma è la legge di causa ed effetto. Per ogni azione c'è una causa oltre che una reazione. Il karma viene prodotto eseguendo attività interessate allo sviluppo fisico o mentale. Si possono compiere attività pie che produrranno buone reazioni o un buon karma per il futuro divertimento. Oppure si può compiere egoismo o ciò che alcuni chiamano attività peccaminose che producono cattivo karma e sofferenza futura. Questo segue una persona ovunque vada in questa vita o in una vita futura. Tale karma, così come il tipo di coscienza che una persona sviluppa, stabilisce reazioni che è necessario sperimentare. La Svetashvatara Upanishad (5.12) spiega che l'essere vivente, l'anima jiva, acquisisce molti corpi fisici e sottili grossolani a causa delle azioni che compie, come è motivato dalle qualità materiali a cui ottiene. Questi corpi acquisiti continuano ad essere una fonte di illusione finché egli è ignorante della sua vera identità. Il Brihadaranyaka Upanishad (4.45) chiarisce ulteriormente che come l'atma o l'anima nei corpi grossolani e sottili agisce, così in tal modo ottiene condizioni diverse. Agendo santo diventa un santo e agendo immoralmente diventa soggetto alle conseguenze karmiche. In questo modo, acquisisce di conseguenza la pietà o il peso dell'empietà. Allo stesso modo, si afferma che come un uomo semina, così mieterà. Pertanto, mentre le persone vivono la loro vita presente, coltivano un particolare tipo di coscienza con i loro pensieri e attività, che possono essere buoni o cattivi. Questo crea il karma di una persona. Questo karma ci indirizzerà verso un corpo più appropriato per le reazioni che dobbiamo affrontare, o le lezioni che dobbiamo imparare. Quindi, la causa della nostra esistenza deriva dalle attività delle nostre vite precedenti. Poiché tutto è basato su una causa, è il karma di uno che determinerà la propria situazione, come razza, colore, sesso o area del mondo in cui uno apparirà, o se uno è nato in una famiglia ricca o povera, o essere sani o malsani, ecc. ecc. Grazie per aver letto Hare Krishna [learn_more caption = "Ulteriori informazioni"] Quindi, quando gli esseri viventi rinascono, ottengono un certo tipo di corpo che è più adatto al tipo di coscienza che hanno sviluppato. Pertanto, secondo il Padma Purana, ci sono 8.400.000 specie di vita, ognuna delle quali offre una particolare classe di corpo per qualsiasi tipo di desiderio e coscienza che l'essere vivente possa avere in questo mondo. In questo modo, l'essere vivente è il figlio del suo passato e il padre del suo futuro. Quindi, è attualmente influenzato dalle attività della sua vita precedente e crea la sua esistenza futura dalle azioni che compie in questa vita. Una persona si reincarnerà in varie forme di corpi che sono più adatti per la coscienza, i desideri e la dignità dell'essere vivente e per ciò che merita. Quindi l'essere vivente continua inevitabilmente in questo ciclo di nascita e morte e le conseguenze per le sue varie attività buone o cattive finché è materialmente motivato. Ciò che crea il karma buono o cattivo è anche la natura dell'intento dietro l'azione. Se si usano le cose egoisticamente o per rabbia, avidità, odio, vendetta, ecc., Allora la natura dell'atto è oscurità. Uno incorrerà in un cattivo karma che in seguito si manifesterà come un'inversione nella vita, eventi dolorosi, malattie o incidenti. Mentre le cose che sono fatte a beneficio degli altri, per gentilezza e amore, senza alcun pensiero di ritorno, o per adorare Dio, sono tutte azioni di bontà e pietà, che porteranno l'elevazione o la fortuna a voi. Tuttavia, se fai qualcosa di male che accade a causa di un incidente o di un errore, senza l'intenzione di arrecare alcun danno agli altri, il karma non è così pesante. Forse eri destinato a essere uno strumento nel karma di qualcun altro, che è anche tuo. Prenderà in considerazione la tua motivazione. Tuttavia, maggiore è l'intento o la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato, maggiore sarà il grado di reazione negativa che ci sarà. Quindi è tutto basato sull'intento che sta dietro l'azione. Tuttavia, dovremmo capire che, essenzialmente, il karma è per correggere una persona, non per una semplice retribuzione delle azioni passate. L'universo è basato su compassione. Ognuno ha certe lezioni e modi in cui deve svilupparsi, e la legge del karma in effetti la dirige in un modo per farlo. Nondimeno, non si è condannati a rimanere in questo ciclo di ripetute nascite e morti per sempre. C'è una via d'uscita. Nella forma umana si può acquisire la conoscenza della realizzazione spirituale e ottenere la liberazione dal karma e da ulteriori cicli di nascita e morte. Questo è considerato il risultato più importante che si possa ottenere nella vita. Questo è il motivo per cui ogni processo religioso nel mondo incoraggia le persone che vogliono la libertà dall'esistenza terrena a non desiderare attaccamenti materiali o piaceri sensuali che li legano a questo mondo, ma a lavorare verso ciò che può liberarli da ulteriori cicli di nascita e morte.Tutti il karma può essere negato quando si aspira veramente a comprendere o realizzare lo scopo superiore nella vita e nella verità spirituale. Quando si raggiunge quel punto, la sua vita può essere veramente spirituale che dà l'eterna libertà dal cambiamento. Cercando la Verità Assoluta o servendo Dio nel servizio devozionale, specialmente nel bhakti-yoga, una persona può raggiungere il punto in cui è completamente sollevato da tutti gli ostacoli o le responsabilità karmiche. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad-gita (18.66): "Abbandona ogni varietà di religione e arrenditi a Me. Ti libererò da ogni reazione peccaminosa. Non temere ". Senza essere allenati in questa scienza spirituale, è molto difficile capire come l'essere vivente lascia il suo corpo o quale tipo di corpo otterrà in futuro, o perché ci sono varie specie di vita che accolgono tutte le persone gli innumerevoli livelli di coscienza delle entità viventi. Come riferito nella Bhagavad-gita, coloro che sono spiritualmente ignoranti non possono capire come un'entità vivente può lasciare il corpo al momento della morte, né possono capire quale tipo di corpo godrà sotto l'influenza dei modi di natura. Tuttavia, chi è stato addestrato alla conoscenza può percepirlo. Quindi, incoraggiamo tutti a comprendere la legge del karma in modo più completo e come si può impegnarsi nel servizio di devozione del Signore per liberarsi da ogni karma buono o cattivo e sviluppare una coscienza puramente spiritualizzata. Questa è vera libertà e liberazione da tutti i limiti materiali attraverso i quali si può raggiungere lo strato spirituale.

Qual è lo scopo della vita?

Gli esseri viventi sono anime spirituali. Come tali, siamo parte integrante dell'assoluto supremo, Sri Krishna. Lo scopo della nostra vita è stabilire la connessione perduta con la Persona Suprema - Sri Krishna. Tutti noi stiamo cercando l'amore. Tuttavia, stiamo cercando di trovare il cosiddetto amore in questo mondo materiale - un mondo che è pieno di avidità, invidia, lussuria, rabbia, falso ego, illusione. Questo mondo materiale è pieno di tristezza e miseria. È' un mondo temporaneo. Si può venire sommersi da problemi in qualsiasi momento. Quindi i nostri tentativi di trovare la vera felicità in questo mondo materiale invariabilmente finiscono con la frustrazione. La vera felicità può essere trovata quando risvegliamo l'amore dormiente o la coscienza di Krishna. La vita umana è una possibilità per noi di ristabilire questa relazione. La coscienza di Krishna si ottiene pensando sempre a Lui, cantando il Suo santo nome, servendoLo, servendo i Suoi devoti e diffondendo le glorie del santo nome. Quindi, quando siamo impegnati nella coscienza di Krishna, sperimentiamo il più alto amore trascendentale: l'amore per Krishna, la Suprema personalità di Dio o prema bhakti. Raggiungere la prema bhakti è l'obiettivo della vita. Una vita di eternità, conoscenza e beatitudine!

Reinarnazione, che cos'è?

La reincarnazione è chiamata samsara nei classici testi vedici dell'India. La parola samsara è sanscrito e significa essere legati al ciclo di ripetute nascite e morti attraverso numerose vite. Il modo in cui funziona è che coloro che sono condizionati materialmente trasmigrano attraverso corpi diversi in base ai propri desideri e attività (o karma) passate e familiarità. I loro desideri, se materialmente motivati, richiedono un corpo fisico per consentire loro di continuare a elaborare i loro desideri materiali in varie condizioni di vita. Generalmente, nelle tradizioni orientali si considera che tutte le forme di vita o di specie hanno un'anima, che è l'entità che si reincarna. Prima di quando un'entità è pronta a incarnarsi come essere umano sulla Terra, l'anima può aver attraversato un'intera serie di vite per sperimentare vari livelli di esistenza e di coscienza. Il principio è che un'entità può effettivamente progredire attraverso le diverse specie di vita, gradualmente salendo fino a raggiungere la forma umana. Certo, il corpo è solo la copertura dell'anima in cui appare. L'essere vivente si muoverà continuamente verso l'alto nei suoi cicli di reincarnazione finché non avrà sperimentato tutte le principali varietà di esistenze che il regno materiale ha da offrire. In questo modo l'essere vivente è pienamente esperto nell'elaborare desideri o desideri materiali in tutti i tipi di forme quando raggiunge il livello umano. Naturalmente, non tutti gli esseri potrebbero dover affrontare tutto questo. Come funziona la reincarnazione è descritto più dettagliatamente nei testi vedici dell'India. La Bhagavad-gita (8.6) spiega che qualunque stato di coscienza si raggiunge quando lui o lei abbandona questo corpo, uno stato simile sarà raggiunto nella prossima vita. Ciò significa che dopo che la persona ha vissuto la sua vita, le numerose attività variegate della persona formano una coscienza aggregata. Tutti i nostri pensieri e azioni nella nostra vita influenzeranno collettivamente lo stato di essere in cui siamo al momento della morte. Questa coscienza determinerà a cosa sta pensando quella persona alla fine della propria vita. Quest'ultimo pensiero e coscienza dirigeranno quindi dove quella persona molto probabilmente andrà nella prossima vita perché questo stato di essere passa da questa vita alla successiva. Come viene ulteriormente spiegato, l'entità vivente nel mondo materiale trasporta i diversi livelli di coscienza da un corpo all'altro nello stesso modo in cui l'aria porta aromi. In altre parole, non possiamo vedere gli aromi trasportati dall'aria, ma può essere percepito dal senso dell'olfatto. In modo simile, non possiamo vedere i tipi di coscienza che l'essere vivente si è sviluppato, ma è trasportato da questo corpo al momento della morte e procede verso un altro corpo nella prossima vita per riprendere da dove era stato interrotto dal precedente esistenza. Naturalmente, la prossima vita potrebbe essere in un altro corpo fisico o in un corpo sottile tra le nascite, o anche negli stati d'essere celesti o infernali. Dopo la morte, si continua la coscienza che è stata coltivata durante la vita. Sono i nostri modelli di pensiero che costruiscono la coscienza, che poi ci indirizza verso l'esperienza richiesta dopo la morte. Il proprio stato di coscienza o concezione della vita esiste nel corpo sottile, che consiste nella mente, nell'intelligenza e nel falso ego. L'anima è coperta da questo corpo sottile, che esiste all'interno della forma materiale grossolana. Quando il veicolo fisico non può più funzionare, il corpo e l'anima sottili ne sono costretti a uscire. Poi, quando è il momento giusto, sono collocati in un'altra struttura fisica che adatta adeguatamente lo stato della mente dell'entità vivente. È così che lo stato mentale che attira l'uomo morente determina come inizia la sua prossima vita. Se il morente è assorto in pensieri di guadagno materiale o di piaceri sensuali di moglie, famiglia, parenti, casa, ecc., Allora deve, a un certo punto, ottenere un altro corpo materiale per continuare a perseguire i suoi interessi mondani. Dopo tutto, come si può soddisfare i suoi desideri materiali senza un corpo materiale? Per questo motivo, è meglio che una persona coltivi sempre attività pie e pensieri spirituali per aiutarlo a entrare in una vita migliore dopo la morte. Se una persona ha provato a tagliare i nodi dell'attaccamento alla vita materialistica e si è impegnata in attività spirituali, al grado di avanzamento che la persona ha fatto, lui o lei può andare in un regno celeste dopo la morte, o persino raggiungere il regno di Dio . In ogni caso, possiamo cominciare a capire che morire nella coscienza giusta per liberarsi dal ciclo di nascita e morte è un'arte che richiede pratica. Dobbiamo prepararci per il momento della morte in modo da non essere presi alla sprovvista o in uno stato mentale inadatto. Questo è uno degli scopi dello yoga. Dopo quello che può essere milioni di nascite e morti attraverso molte forme di vita, cercando di soddisfare tutti i desideri materiali, l'anima può cominciare a stancarsi di questi continui tentativi di felicità che spesso si rivelano così temporanei. Allora la persona può tuper trovare un significato spirituale nella vita. Nella ricerca del significato più alto, a seconda del livello di coscienza che una persona sviluppa, lui o lei può gradualmente entrare in livelli sempre più alti di sviluppo. Infine, se una persona scopre che in realtà non è questo corpo ma un essere spirituale al suo interno, e raggiunge un livello spirituale di coscienza, può perfezionare la sua vita in modo che entri negli strati spirituali e non debba più incarnarsi nel fisico mondo. Quindi, la liberazione è raggiunta attraverso la realizzazione del Sé e lo sviluppo del servizio di devozione a Dio, che è la perfezione del sentiero spirituale. Attraverso l'esistenza umana sulla Terra, è possibile accedere a molti altri piani di esistenza, incluso l'ingresso nel mondo spirituale. Dipende solo da come usiamo questa vita. L'idea che una persona abbia una sola vita per diventare qualificata per entrare in paradiso o per entrare nella dannazione eterna non offre all'anima alcun mezzo per la riabilitazione e solo una infinita sofferenza. Questo non è ragionevole. La dottrina della reincarnazione offre a chiunque ampie possibilità di correggere e rieducarsi nelle future nascite. Un'eternità all'inferno significa che un effetto infinito è prodotto da una causa finita, che è illogica. Dio non ha creato gli uomini per diventare niente più che un combustibile duraturo per nutrire i fuochi dell'inferno. Un tale scopo nella sua creazione non proviene da un Dio sempre amorevole, ma deriva dalle idee difettose dell'uomo e dalle sue concezioni imperfette di Dio. Dopo tutto, quanti uomini senza macchia potevano esserci in questo mondo? Chi ha un personaggio così puro da ricevere un passaggio immediato in paradiso? La Bhagavad-gita spiega che anche il peggiore peccatore può attraversare l'oceano della nascita e della morte salendo la barca della conoscenza trascendentale. Dobbiamo semplicemente essere sinceri nel raggiungere quella barca. Inoltre, una persona raccoglie i risultati delle sue azioni peccaminose per un periodo di tempo limitato. Dopo essere stato purgato dai propri peccati, cioè soffrendo le reazioni dolorose delle proprie cattive attività, una persona, sapendo il bene dal male, può avere una nuova possibilità di lavorare liberamente per la sua emancipazione da un ulteriore intreccio nella vita materiale. Quando merita e ottiene tale libertà, l'anima può godere della felicità perfetta ed eterna nella sua unione devozionale con l'Essere Supremo. Questo è il motivo per cui è sempre incoraggiato uno a cercare la conoscenza spirituale e la pratica dell'illuminazione. Sviluppando devozione sincera e purificata per il Signore, non ci si deve preoccupare della propria futura nascita. Una volta che una persona ha iniziato questo percorso di devozione, ogni vita si avvicina alla perfezione spirituale, in qualunque situazione si trovi. Così una persona è incoraggiata a pentirsi dei propri peccati o delle cattive scelte che sono state fatte sotto l'influenza di lussuria, rabbia o avidità e coltivare il perdono, la purezza e la generosità. Una persona dovrebbe anche impegnarsi in carità, penitenza, meditazione, japa (canto personale dei santi nomi del Signore), kirtan (canto congregazionale dei santi nomi del Signore) e altre pratiche spirituali, che distruggono tutti i peccati e rimuovono tutti i dubbi sulla conoscenza spirituale . Quindi attraverso la pratica costante si può raggiungere gradualmente il mondo spirituale ed essere liberi da ogni ulteriore entanglement nella reincarnazione.

Vegetariani, perché essere o diventare?

Sul sentiero spirituale, ci sono diversi motivi per cui una persona è raccomandata per essere vegetariana. Una ragione principale è che abbiamo bisogno di vedere la natura spirituale all'interno di tutti gli esseri viventi, e ciò include anche gli animali e le altre creature. Fratellanza universale significa nonviolenza sia agli umani che agli animali. Consiste nel comprendere che anche gli animali hanno un'anima. Sono vivi, coscienti e provano dolore. E queste sono le indicazioni della presenza della coscienza, che è il sintomo dell'anima. Persino la Bibbia (Genesi 1,21; 1,24; 1,30; 2,7; e in molti altri luoghi) si riferisce sia agli animali che alle persone come nefesh chayah, anime viventi. Coloro che mangiano carne, tuttavia, a causa del loro desiderio di mangiare animali o di vederli come una fonte di cibo per lo stomaco, non sono così facilmente in grado di comprendere la natura spirituale di tutti gli esseri. Dopo tutto, se sai che tutte le entità viventi sono essenzialmente spirituali e che tutti gli esseri viventi che sono coscienti mostrano i sintomi dell'anima interiore, allora come puoi ucciderli inutilmente? Ogni creatura vivente è anche la stessa di cui siamo nel rispetto che è anche figlia dello stesso padre, una parte dello stesso Essere Supremo. Pertanto, l'uccisione di animali mostra una grande mancanza di consapevolezza spirituale. Molte parti della letteratura Vedica descrivono come l'Essere Supremo sia il mantenitore di innumerevoli entità viventi, gli umani così come gli animali, ed è vivo nel cuore di ogni essere vivente. Solo quelli con coscienza spirituale possono vedere lo stesso Essere Supremo nella Sua espansione come Anima Suprema all'interno di ogni creatura. Essere gentili e spirituali verso gli umani e essere un assassino o un nemico verso gli animali non è una filosofia equilibrata, e mostra la propria ignoranza spirituale. La prossima ragione per essere vegetariani è considerare la quantità di paura e sofferenza che gli animali provano nel settore della macellazione. Ci sono innumerevoli storie di come nella paura le mucche piangono, urlano e talvolta cadono morte mentre sono dentro o anche prima che vengano portate nel macello. O come le vene dei maiali morti sono così grandi da mostrare che sono praticamente esplose dalla paura che il maiale ha provato e dall'adrenalina prodotta mentre veniva portata al macello. Ciò causa certamente un'immensa quantità di violenza per permeare l'atmosfera, che si spegne e ricade su di noi in una qualche forma. Inoltre, l'adrenalina e la paura nell'animale producono anche tossine che poi permeano il corpo di questi animali, che ingeriscono i mangiatori di carne. Le persone che consumano queste cose non possono fare a meno di esserne influenzate. Causa tensioni all'interno di loro individualmente, che poi si diffonde nelle loro relazioni con gli altri. L'antico testo Vedico della Manu-samhita (5,45-8) dice: "Chi ferisce gli esseri infetti dal desiderio di darsi piacere non trova mai la felicità, né vivente né morta. Colui che non cerca di causare la sofferenza dei legami e della morte alle creature viventi, ma desidera il bene di tutti gli esseri, ottiene una felicità infinita. . . La carne non può mai essere ottenuta senza danni alle creature viventi, e la ferita agli esseri senzienti è dannosa per il conseguimento della beatitudine celeste; Lascialo quindi evitare l'uso della carne. " La Bibbia (Romani 14,21) dice anche: "Non è né buono mangiare carne né bere vino". Un altro comandamento biblico (Esodo 23.5) ci istruisce ad aiutare gli animali nel dolore, anche se appartengono a un nemico. Anche le scritture buddhiste (Sutta-Nipata 393) consigliano: "Non distruggere o far distrarre alcuna vita o sanzionare le azioni di coloro che lo fanno. Lascia che si astenga dal ferire persino qualsiasi creatura, sia quelle forti che quelle che tremano nel mondo. "Si dice anche nelle scritture buddiste, il Sutra Mahaparinirvana," Il mangiare carne estingue il seme della grande compassione ".Per gli ebrei, il Talmud (Avodah Zorah 18B) vieta l'associazione con i cacciatori, per non parlare della caccia. Nel Nuovo Testamento Gesù preferì la misericordia al sacrificio (Matteo 9.13, 12.7) e si oppose all'acquisto e alla vendita di animali per il sacrificio (Matteo 21,12-14, Marco 11,15, Giovanni 2,14-15). Una delle missioni di Gesù era di eliminare il sacrificio animale e la crudeltà verso gli animali (Ebrei 10.5-10). Troviamo specialmente in Isaia dove Gesù disprezza il massacro e lo spargimento di sangue di uomini e animali. Dichiara (1,15) che Dio non ascolta le preghiere degli assassini animali: "Ma le tue iniquità hanno separato te e il tuo Dio. E i tuoi peccati ti hanno nascosto la sua faccia, così che Lui non ascolti. Perché le tue mani sono macchiate di sangue. . . I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente. . . non conoscono le vie della pace ". Isaia si lamenta anche di aver visto," Gioia e allegrezza, macellazione di bestiame e uccisione di pecore, consumo di carne e consumo di vino, come pensavi, 'mangiamo e beviamo, per domani noi moriamo. '"(22.13) È anche stabilito nella Bibbia (Isaia 66,3): "Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo". A questo proposito San Basilio (320-379 d.C.) insegnava: "Il vapore della carne daruccide la luce dello spirito. Difficilmente si può avere virtù se si gustano pasti a base di carne e di carne. "Quindi dovremmo trovare alternative all'uccidere gli animali per soddisfare i nostri appetiti, specialmente quando ci sono molti altri cibi sani disponibili. Altrimenti, devono esserci reazioni a tale violenza. Non possiamo aspettarci la pace nel mondo se continuiamo a uccidere inutilmente tanti milioni di animali per il consumo di carne o per abuso. Il terzo fattore per essere vegetariani è il karma. Come afferma la seconda legge della termodinamica, per ogni azione deve esserci una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale questa è chiamata la legge del karma, il che significa che ciò che gira intorno viene fuori. Questo riguarda ogni individuo, così come le comunità e i paesi. Come la nazione semina, così raccoglierà. Questo è qualcosa che dovremmo prendere molto seriamente, specialmente nel nostro tentativo di portare pace, armonia e unità nel mondo. Se tanta violenza viene prodotta dall'uccisione di animali, dove pensi che le reazioni a questa violenza vadano? Ci torna in tanti modi, come la forma del crimine di quartiere e della comunità e le guerre mondiali. La violenza genera violenza. Pertanto, questo proseguirà a meno che non sappiamo come cambiare.Isaac Bashevis Singer, che ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ha chiesto: "Come possiamo pregare Dio con misericordia se noi stessi non abbiamo pietà? Come possiamo parlare di diritti e giustizia se prendiamo una creatura innocente e versiamo il suo sangue? "Continuò dicendo:" Personalmente credo che finché gli esseri umani verseranno il sangue degli animali, non ci sarà mai alcuna pace . "In conclusione, possiamo citare il numero del 10 marzo 1966 de L'Osservatore della Domenica, il settimanale vaticano, in cui mons. Ferdinando Lambruschini ha scritto: "La condotta dell'uomo nei confronti degli animali dovrebbe essere regolata dalla giusta ragione, che proibisce di infliggere loro dolore e sofferenza senza scopo. Maltrattarli e farli soffrire senza ragione è un atto di deplorevole crudeltà da condannare da un punto di vista cristiano. Farli soffrire per il proprio piacere è un'esibizione di sadismo che ogni moralista deve denunciare. "Mangiare gli animali per il piacere della propria lingua quando ci sono molti altri cibi disponibili certamente si adatta a questa forma di sadismo. È ovvio che questo è controproducente per ogni pace, unità o progresso spirituale che desideriamo fare. È una delle cose che dobbiamo considerare seriamente se vogliamo migliorare noi stessi o il mondo. Quindi ecco alcuni motivi per cui una persona sinceramente spirituale sceglierà di essere vegetariana.

VALORE VEGETARIANO

Nel processo di bhakti-yoga, la devozione va oltre il semplice vegetarianismo e il cibo diventa un mezzo per il progresso spirituale. Nella Bhagavad-gita, il Signore Krishna dice: "Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri e reggi, così come tutte le austerità che puoi compiere, dovrebbero essere fatte come offerta a Me". ciò che mangiamo al Signore è parte integrante del bhakti-yoga e rende il cibo benedetto con potenze spirituali. Allora tale cibo è chiamato prasadam, o la misericordia del Signore. Il Signore descrive anche ciò che accetta come offerta: "Se uno mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o acqua, lo accetterò". Così , possiamo vedere che il Signore accetta frutta, cereali e cibi vegetariani. Il Signore non accetta cibi come carne, pesce o uova, ma solo quelli che sono puri e naturalmente disponibili senza danneggiare gli altri. Quindi sul sentiero spirituale mangiare cibo che viene offerto a Dio è la perfezione ultima di una dieta vegetariana. La letteratura Vedica spiega che lo scopo della vita umana è risvegliare la relazione originale dell'anima con Dio, e accettare il prasadam è il modo per aiutarci a raggiungere questo obiettivo.

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