Oltre il vegetarianesimo
Oltre il vegetarianesimo
Recentemente ho ricevuto una telefonata interessante. Una mia vecchia insegnante d'inglese della High School of Art and Design di New York mi chiedeva se potevo trovarle una tazza di halava, un dolce indiano che i devoti Hare Krishna servono durante le feste e gli altri programmi pubblici. "Sai", mi disse, "quello che voi chiamate prasadam..."
Il prasadam, è il cibo preparato per Krishna e offerto a Lui. La cosa strana era che essa non assaggiava questa delicatezza spirituale, halava prasadam, da quasi trent'anni. Una volta avevo servito qualcosa durante la sua lezione d'inglese, nei primissimi anni del mio coinvolgimento nella coscienza di Krishna. Non l'avevo più vista né avevo pensato a lei fin dai tempi del liceo. Ma eccola qua che mi chiama al telefono dopo tutto questo tempo, chiedendomi del prasadam nella forma di halava. Ricordo che le era piaciuto molto, ma così tanto da chiamarmi al telefono per questo. "Non l'ho mai dimenticato," disse. "Durante questi anni sono andata in vari ristoranti indiani cercando di riprovare quella esperienza, ma non ci sono riuscita." Le chiesi se aveva ordinato halava in questi ristoranti. "Sì, sempre. ma scommetto che si trattava del fattore prasadam. Nessun ristorante indiano ha saputo riprodurre lo stesso gusto." Aveva ragione. Il prasadam è più che un insieme di cereali, frutta, spezie e verdura. E' una trasformazione della materia in spirito, in modo che solo Dio può fare. Il Sigore Caitanya, Krishna stesso nella forma del Suo proprio devoto, glorificava il prasadam in questo modo: "Tutti hanno già assaggiato in altre occasioni queste sostanze materiali. In questi ingredienti però sono presenti un gusto e una fragranza eccezionali. Assaggiateli e ne sperimenterete la differenza. Oltre al sapore, anche la fragranza soddisfa la mente e fa dimenticare ogni altra dolcezza. Si deve quindi comprendere che il nettare spirituale delle labbra di Krishna ha toccato questi ingredienti e vi ha trasferito tutte le Sue qualità spirituali."
- Sri Caitanya-caritamrita, Antya-lila 16.108-112
La Dieta Vegetariana Più Elevata
La maggior parte delle persone vedono la dieta Hare Krishna solo come una variante della nostra tipica dieta vegetariana. Ed è una forma di vegetarianesimo, ma in realtà è molto più di questo. E "Krishna-rianesimo". Poiché il cibo è stato offerto al Signore, la dieta non solo è completa dal punto di vista materiale, ma è anche spiritualmente edificante. Di tutte le diete vegetariane, una dieta lacto-vegetariana, una dieta senza carne che fa uso di latticini, sembra la più pratica e certamente la più salutare per l'uomo moderno. Ho documentato le prove a sostegno di questa tesi nel mio libro "Diet for Trascendence." Ma oltre ad essere perfetta dal punto di vista materiale, la dieta Hare Krishna è anche la migliore fra le diete spirituali perché è esclusivamente composta da cibo offerto a Krishna con amore e devozione.
Secondo la Bhagavad-gita (9.27), l'intero metodo della coscienza di Krishna può essere sintetizzato come segue:
"Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi od offri in carità, come pure le austerità che compi, offri tutto a Me (Krishna)."
Per questa ragione l'offerta del cibo a Krishna è una parte essenziale della tradizione Hare Krishna. La ragione centrale del vegetarianesimo Hare Krishna è che Krishna accetta solo cibi vegetariani e i devoti non mangiano niente senza prima averlo offerto a Lui come sacrificio religioso. In altre parole i devoti di Krishna preferiscono offrirGli spontaneamente questi cibi che Egli stesso (nelle scritture) dice di mangiare volentieri e poi ne accettano i resti come Sua misericordia (letteralmente prasadam significa "misericordia"). Questo, affermano gli antichi testi sacri indiani, è "lo yoga del mangiare."
E Krishna riceve il cibo in un modo che è anch'esso yogico o mistico. Poiché Egli è un'entità spirituale assoluta, ogni parte del Suo corpo può compiere le funzioni di ciascuna delle altre parti. Perciò quando vengono offerte preghiere appropriate, esse attraggono la Sua attenzione ed allora Egli accetta il prasadam guardandolo, lo mangia con i Suoi occhi. E questo non è così difficile da comprendere: come Dio egli può semplicemente mangiare il cibo senza consumarlo davvero e questo è importante perché è per questa ragione che noi ne abbiamo i resti. Ci si potrebbe chiedere perché mai offrire il cibo a Dio. Egli non ha bisogno delle nostre misere offerte; può mantenersi bene senza di esse. Allora qual'è esattamente il significato di prasadam?
La tradizione della coscienza di Krishna ci dice che mentre Dio non ha bisogno delle nostre offerte di cibo, noi abbiamo bisogno dell'intimità e del profondo collegamento di offrire il cibo a Lui. Nella maggior parte dei sistemi religiosi a Dio viene chiesto il cibo (per esempio, "Dacci oggi il nostro pane quotidiano"), ma nella coscienza di Krishna i devoti offrono il cibo a Dio come un'espressione d'amore. Anche nelle comuni relazioni, qualcuno ci può offrire del cibo in segno di calore e di affetto. Non è soltanto il cibo che viene apprezzato, ma la premura e la considerazione che ci vengono messe. Nello stesso modo, la pratica di offrire cibo a Dio è fatta per aiutatarci ad accrescere il nostro amore e la nostra devozione verso di Lui.
Offrire cibo al Signore è al centro di uno scambio d'amore con Lui. Ci aiuta a renderci conto che Egli per primo ci offre il cibo per mezzo della natura, la terra e la madre mucca, e che noi possiamo mostrare la nostra gratitudine compiendo il rito di restituirglielo con amore e devozione. Egli allora ci permette di prendere i resti come Sua speciale misericordia.
L'Eucarestia e il Prasadam
Tutte le persone religiose occidentali o orientali recitano preghiere in relazione al cibo e questo è certamente un elemento importante nell'offerta del pasadam, ma un esempio più calzante in Occidente è l'idea cristiana della transustanzazione, in cui il pane e il vino vengono misticamente trasformati nel corpo (spirituale) e nel sangue di Cristo. Il concetto di prasadam è simile, ma va ben oltre. Il prasadam è l'essenza di tutto il mondo spirirituale. E' Radha e Krishna e il loro scambio d'amore. E' spiritualità sotto forma di cibo. In più, a differenza dell'Eucaristia non è semplicemente un'ostia settimanale. Ogni boccone che entra nella bocca di una persona diventa, si potrebbe dire, un atto di devozione completo. Mentre l'Eucarestia e il prasadam significano entrambi ricevere Dio attraverso le proprie labbra, dando nutrimento spirituale a tutti coloro che partecipano, soltanto il prasadam nutre completamente il corpo.
Questa distinzione è importante. Il prasadam è completamente inserito nella vita quotidiana del devoto e suscita un'intensa consapevolezza della misericordia di Dio, attraverso il cibo e la natura. Il prasadam è completamente spirituale perché Krishna è supremamente potente e tutto quello che entra in contatto con Lui viene sovraccaricato dalla Sua santa presenza. Per mezzo di questo contatto, la materia diventa completamente pura e spirituale, proprio come Lui. Perfino nel mondo fisico alcune cose possono purificare altre sostanze. Per esempio il sole, con i suoi raggi potenti, può distillare acqua pura e fresca da un lago contaminato da inquinanti. Se un oggetto materiale come il sole può agire in questo modo, allora noi possiamo a malapena immaginare la potenza purificatrice del Signore Supremo, che senza sforzo ha creato milioni di soli. Quindi, nella coscienza di Krishna impariamo che Egli, per mezzo delle Sue incommensurabili energie trascendentali, può trasformare la materia in spirito.
L'esempio tradizionale è quello di porre una sbarra di ferro nel fuoco, in poco tempo la sbarra assume tutte le qualità essenziali del fuoco, come il calore, il fumo e la luce. Ti brucerà se lo tocchi. Allo stesso modo le preparazioni materiali offerte a Krishna diventano completamente spiritualizzate se poste con amore alla Sua presenza.
Questo si compie preparando il cibo con cuore gioioso, offrendo opportune preghiere e restituendo con devozione a Krishna i cibi che Egli misericordiosamente ci ha distribuito prima. Quando il cibo vegetariano viene in questo modo riofferto a Dio assume una speciale qualità che purifica tutti coloro che lo consumano e tutti coloro che lo condividono con gli altri. I devoti esperti possono gustarne la differenza. E qualche volta questo può accadere anche a qualche insegnante d'inglese molto fortunata.
Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, collabora regolarmente a Back to Godhead. Ha scritto oltre venti libri e vive con la moglie e una figlia nelle vicinanze di New York City.