Dieta da pianeti spirituali
Una corretta alimentazione, un'economia equilibrata e una coscienza chiara sono solo l'inizio...
Dieta da pianeti spirituali
Sri Krishna nella Bhagavad-gita spiega lo scopo finale del vegetarianesimo:
"Se qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto e dell'acqua, accetterò la sua offerta" (B.g. - 9.26).
Il vegetarianesimo significa fondamentalmente non violenza e protezione degli animali, ma offrire cibi vegetariani a Krishna accettandoli dopo come Sua misericordia (prasada) significa molto di più: bhakti-yoga, diventare coscienti di Dio, la Persona Suprema.
Quando è unito al canto dei santi nomi del Signore Supremo, Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare/ Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare, il vegetarianesimo stretto diventa molto di più di un semplice principio etico o razionale o un modo di vivere umano: diventa il più semplice e il più piacevole mezzo esistente per la realizzazione spirituale.
La coscienza di Krishna, motivazione spirituale del vegetarianesimo, racchiude tutte le altre motivazioni etiche, estetiche, nutrizionali, economiche, mediche - nello stesso modo in cui una fattura di cinquecento dollari racchiude tutta l'efficacia di una fattura di cento, di venti, di dieci dollari, di cinque o di un dollaro. Solo gli alimenti più freschi, più succulenti, più nutrienti e più belli alla vista vengono preparati e offerti a Krishna. Ciò nondimeno, dato che abbiamo una mentalità scientifica, dovremmo analizzare i numerosi vantaggi che si ottengono mangiando Krishna prasada.
Prenderemo anche in esame alcune delle più importanti obiezioni al vegetarianesimo. Possiamo definire "vegetariano stretto" colui che si astiene completamente dal mangiare carne, pesce e uova. Alcuni vegetariani, chiamati "veganisti", si astengono non solo dalla carne, ma anche dal latte perché temono i pesticidi ed il colesterolo. La frutta, i cereali e le verdure non contengono però colesterolo, perciò un vegetariano può bere un quarto di latte e mangiare un po' di formaggio quotidianamente senza raggiungere i massimi limiti ammessi di colesterolo. Non prendendo latte si è costretti a consumare grandi quantità di alghe, semi di sesamo e pillole per immettere nell'organismo la necessaria vitamina B 12 e il calcio.
Per quanto riguarda i pesticidi occorre tenere presente che qualsiasi cosa mangiamo li contiene a causa dell'ampio uso che viene fatto di fertilizzanti chimici. I cosiddetti ovovegetariani poi non possono essere accettati come vegetariani stretti perché mangiano le uova, che sono, dopo tutto, solo carne ricoperta di calcio, prodotta in massa in modo artificiale, in condizioni ingiustificabili tenendo conto delle numerose altre risorse proteiche. Il concetto di lactovegetiariano (che prevede il consumo di latte) è invece accettabile. Prendere latte di mucche che verranno con tutta probabilità in seguito macellate non è però una scusante per uccidere e, avendone l'opportunità, dovremmo chiudere immediatamente i mattatoi.
Obiezioni dei non vegetariani
Una delle più intransigenti obiezioni che i non vegetariani muovono al vegetarianesimo è che i vegetariani uccidono le piante e che anche questa è una violenza. Ma è assurdo equiparare animali sensibili come le mucche ai vegetali. Inoltre, siamo costretti a mangiare piante, frutta, cereali, ecc. perché le vitamine e i minerali che sono presenti solo in questi alimenti sono essenziali a mantenere uniti il corpo e l'anima.
Chiaramente le piante sono vive allo stesso modo delle mucche; recenti esperimenti infatti hanno dimostrato che le piante hanno sentimenti e la Bhagavad-gita, l'essenza di tutti gli insegnamenti vedici, conferma che tutte le forme di vita contengono anime spirituali qualitativamente eguali tra di loro. Nonostante ciò però noi dobbiamo mangiare qualcosa e i Veda dicono: jivo jiinasya jivanam,
"Un'entità vivente è cibo per un'altra nella lotta per la sopravvivenza".
Quindi, da un punto di visto umano, il problema nella scelta di una dieta non è come evitare di uccidersi a vicenda, una proposta impossibile, ma come causare minor sofferenza cercando di venire incontro alle necessità nutrizionali del corpo.
Una dieta correttamente bilanciata che include frutta, cereali, vegetali e latticini risponde a questi criteri e viene raccomandata in scritture come la Bhagavadgita come dieta più adatta agli esseri umani. Un'altra comune obiezione al vegetarianesimo è: "Gesù Cristo mangiava carne, perché noi non dobbiamo?" Ma i Cristiani vegetariani ribattono che il greco antico, da cui il Nuovo Testamento fu tradotto, non conferma la tesi che Cristo mangiasse carne. Per esempio, parole greche come brosimos, prosphagion e trophe significano soltanto "cibo" o "alimento", e furono tradotte in modo impreciso in "carne" (ad eccezione della Bibbia New English).
I Cristiani vegetariani asseriscono, dove la Bibbia afferma che a Cristo furono offerti pesci e un favo di miele e che lui lo (al singolare) accettò, che quello, significa che accettò il favo di miele. Nel Vecchio Testamento un verso fa questa predizione sul giovane Cristo "Egli mangerà burro e miele e con questo saprà rifiutare il male e scegliere il bene" (Isaia 7.15). La spiegazione a ciò sembrerebbe essere che fare diversamente lo avrebbe condotto ad una mentalità bruta, cosa che non può essere accettata nel carattere del Cristo.
Quando cerchiamo le ragioni che hanno portato alla diffusione del consumo di carne, scopriamo che molta gente è stata condizionata a nutrirsi in questo modo dall'infanzia ("finisci il tuo piatto, caro; c'è gente che muore di fame in India) e si sente colpevole tirandosi indietro. In più miti sulla necessità di consumare bistecche persistono persino di fronte a volumi che provano scientificamente il contrario. Persino la National Live Stock e il Meat Board ammettono che la dieta vegetariana nutre adeguatamente.
Percentuali proteiche comparate
I mangiatori di carne obiettano: "Ma la carne da sola contiene proteine perfette mentre dovrei passare ore per acquistare, cucinare e combinare i vegetali giusti per ottenere la quantità esatta di proteine giornaliere. "Prima di tutto, la carne non è "pura" o "perfetta" proteina, ma contiene proteine dal 25 al 30%. Il suo utilizzo proteico netto (NPU, la quantità veramente digerita e assorbita dal corpo) è del 67% paragonata all'82% del latte, al 70% del formaggio, al 67% dei fagioli mung e al 60% della farina integrale.
Come peso gli alimenti citati hanno meno proteine della carne ma poiché il loro NPU è elevato, mangiando soltanto alcuni di loro, o combinandoli, si risponde al proprio fabbisogno giornaliero (RDA). Per esempio, il latte ha solo il 45% di proteine, ma due tazze danno circa il 40% del fabbisogno proteico giornaliero RDA di 43,1 grammi. Un cubetto di formaggio di dieci centimetri apporta circa il 30%. E l'obiezione che il vegetarianesimo porta via troppo tempo è ridicola. La giusta combinazione degli alimenti fa parte del senso comune ed è naturale proprio come naturale e combinare il pane col burro; tutto ciò evita facilmente carenze dietetiche.
Inoltre la complementarietà aumenta il valore alimentare dei cibi combinati. Ad esempio la NPU di solo riso (60%) e di soli fagioli (40%,) aumenta del 43% quando questi vengono consumati insieme e la combinazione di latte e pane integrale aumenta la NPU del 13%. Le proteine comunque non sono tutto. Sali minerali essenziali come ferro, potassio, magnesio e calcio, così come le vitamine essenziali come la C e la A, la riboflavina, la niacina e il complesso vitaminico B, sono per lo più assenti nella carne.
I cibi vegetariani quindi sono assolutamente necessari per mantenersi in buona salute. Che motivo c'è allora di uccidere gli animali per mangiarli (a parte l'abitudine o il gusto per il sangue), specialmente nei paesi americani e europei così ricchi di alimenti vegetariani? Anche se alcuni insistono nel continuare a cibarsi di carcasse bovine, basterebbe aspettare che gli animali muoiano naturalmente. Gli intenditori, che potrebbero obiettare che questa carne sarebbe troppo dura, dovrebbero tenere presente che le carcasse bovine macellate non sono assolutamente fresche perché vengono frollate per due settimane allo scopo di dissolvere e ammorbidire il rigor mortis.
Queste ragioni puramente estetiche producono spesso dei vegetariani. Molta gente è vegetariana per motivi etici; crede che non sia assolutamente possibile scusare come "dominio dell'uomo", l'uccisione di quattro miliardi di animali all'anno. Molti altri diventano vegetariani subito dopo aver visitato un mattatoio o se devono uccidere con le loro mani gli animali di cui si cibano. Eufemismi come "lombata di manzo", "punta di petto", o "costoletta di vitello" non dovrebbero più nascondere l'orrore di una macelleria bovina e gli acquirenti non dovrebbero più accettare di metter in bocca arti e interiora di mucca. Visite ai mattatoi dovrebbero essere obbligatorie per tutti coloro che si cibano di carne.
Alcuni potrebbero pensare: "E allora? Chi mi potrà punire? La legge non prevede l'arresto per coloro che uccidono le mucche." Ma essi sbagliano: saranno puniti come ora vedremo.
Karma istantaneo, spreco folle
E' stato scientificamente provato che la dieta americana, ricca di carne, provoca malattie. Alcuni esempi: i ricercatori hanno scoperto che la cottura della carne produce molecole cancerogene. Il latte materno di donne non vegetariane contiene dieci volte più pesticidi di quello delle donne vegetariane. Molti americani, in special modo benestanti, assumono almeno il doppio delle proteine a loro necessarie, cosa che spesso tende a far filtrare il calcio dalle ossa nella circolazione sanguigna.
Questo può provocare una diminuzione di calcio con relativa fragilità ossea intorno ai quarant'anni. La dimostrazione di un collegamento tra dieta americana e cancro ha spinto il Senato degli Stati Uniti a raccomandare un aumento di cibi vegetariani nella dieta nazionale. Il nitrato di sodio, gli ormoni e gli antibiotici somministrati agli animali in quantità smisurate per ingrassarli e calmarli, vengono passati al consumatore e secondo l'opinione di molti ricercatori, sono la causa principale della malattia.
Chiaramente questi fattori non sono la causa originale della malattia, ma sono essi stessi manifestazioni di cause più sottili: le violazioni delle leggi della natura. Gli esseri umani sono destinati a cibarsi di alimenti vegetariani, ma quando i loro appetiti incontrollabili li conducono a cibarsi di carne, devono soffrire le reazioni karmiche che vengono divise tra tutti coloro che hanno partecipato alla macellazione dagli allevatori, ai macellai, agli acquirenti, ai cuochi, ai consumatori. Questo è il vero collegamento tra dieta e malattia: il karma istantaneo!
Esso si può manifestare subito, come nel caso del botulismo, un avvelenamento spesso mortale, o successivamente, come nel caso della fragilità ossea; può colpire individualmente, come nell'inferno personale del cancro, o collettivamente, come nella declinazione di massa della peste bubbonica. In ogni caso non c'è alcun modo per sfuggire alle reazioni karmiche. Noi raccogliamo quello che seminiamo, in questa vita e nella prossima, perché la natura ha la propria giustizia, che è al di sopra di quella di ogni stato.
La Bhagavad-gita spiega come il vegetarianesimo stretto, integrato al bhakti-yoga, può neutralizzare il karma:
''I devoti del Signore sono liberi da ogni peccato perché mangiano solo cibo offerto in sacrificio. Gli altri, che preparano il cibo solo per il proprio piacere, in verità mangiano solo peccati" (B.G. - 3.13).
In altre parole, colui che unisce ciò che mangia ai principi del bhakti-yoga trascende tutte le reazioni karmiche, mentre colui che trascura questi principi, si espone ad un karma negativo. Per di più colui che agisce senza karma può unire la propria coscienza a quella di Dio, diventando consapevole della Sua presenza personale ad ogni passo. Questo è il reale beneficio del prasada.
Dal punto di vista economico la dieta non vegetariana è stata una tragedia. Dal 1950 al 1970 la produzione di cereali negli Stati Uniti è aumentata del 50%. Ma come sono stati distribuiti? Attualmente le scorte stanno dando l'85% del mais, orzo, avena, sorgo e soia non esportati, prodotti negli Stati Uniti. Oltretutto gli americani alimentano gli animali con una quantità maggiore di farina di quanta ne consumino essi stessi. Una larga parte della superficie statunitense viene utilizzata come pascolo per l'allevamento del bestiame, terra fertile che potrebbe essere coltivata a cereali.
La maggior parte della gente concorderà sul fatto che sprecare cibo è un peccato, eppure tutto questo dispendio di energie produce solo un chilogrammo di proteine di carne contro sedici chili di cereali; questo spreco da solo potrebbe coprire il 90% del deficit proteico annuale di tutto il mondo. D'altra parte per ogni chilogrammo di cereali che mangia la mucca produce mezzo litro di latte, da cui si possono estrarre formaggio, burro e yogurt. Questi alimenti potrebbero fornire tutti gli elementi nutritivi essenziali se venissero combinati con intelligenza a cereali, frutta e verdura.
Sono disponibili sul mercato almeno quaranta tipi di vegetali, nove tipi di cereali, venti tipi di frutta, venti tipi di fagioli e piselli e dodici tipi di noci, in aggiunta al contributo dei bovini. Qual'è allora la ragione di tutta questa violenza e disobbedienza alle leggi più elevate dell'umanità, della natura e di Dio? Cantiamo Hare Krishna, diventiamo strettamente vegetariani e saremo felici in questa vita e nella prossima.