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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
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La storia del Tempio

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Ente Religioso

In contatto con Srila Prabhupada

27 ottobre 1976, Vrindavana

Hari Sauri: Srila Prabhupada era seduto alla sua scrivania e si stava applicando il tilaka in preparazione della sua passeggiata mattutina quando sentì il canto forte e melodioso delle preghiere di Brahma, la Brahma-samhita, provenire dalla stanza della Divinità, che era adiacente al suo appartamento. Chiedendo chi fosse il devoto che stava cantando, gli fu detto da Akshayananda Swami che era Yashodanandana Swami, che aveva imparato le preghiere e quella particolare melodia mentre era in viaggio nel sud dell'India. Egli entrava nella stanza della Divinità ogni giorno e cantava gli shloka mentre le Divinità venivano vestite. Prabhupada fu così contento che chiese a Yashodanandana Swami non solo di continuare ogni mattina con questa pratica ma anche di addestrare alcuni dei ragazzi della gurukula.

Srila Prabhupada (Apparizione)

27 AGOSTO 2024 - Apparizione

srilaprabhupadavp

Apparizione di Srila Prabhupada

 

Srila Prabhupada nacque come Abhay Charan De il primo settembre del 1896 a Calcutta, in India. Suo padre Gour Mohan De, era un mercante di stoffe, sua madre si chiamava Rajani. Secondo la tradizione bengalese, i genitori chiesero a un astrologo di fare l'oroscopo del neonato e furono felici della lettura di segni di buon auspicio. L'astrologo fece una specifica predizione: quando quel bambino avrebbe raggiunto i settant'anni avrebbe attraversato l'oceano, sarebbe diventato una grande personalità spirituale e avrebbe fondato centootto templi.

(Satsvarupa das Gosvami.1987. "Your Ever Well-wisher". pag. x)

 

Da notare che proprio nello stesso anno in cui nacque Abhay Charan De, un libro scritto da Srila Bhaktivinoda Thakura fu adottato come testo di studio dall'Università candadese McGill,  una spia si era così accesa nella predica in Occidente. Quando il giovane Abhay si mostrò riluttante ad andare a scuola, suo padre lo prese come uno scherzo e gli mostrò sempre comprensione e gentilezza. Tuttavia sua madre preferì assumere un uomo per accompagnare tutti i giorni Abhay a scuola. Gour Mohan De era un puro vaisnava ed era solito portare quotidianamente il giovane Abhay al vicino tempio di Sri radha-Govinda. Lì, Abhay era solito stare per molte ore davanti alle divinità e offrire Loro preghiere. "Le divinità erano così belle con i Loro occhi a mandorla."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-wisher". pag. xiii.)

 

Appena Abhay fu cresciuto, dimostrò tutta la sua devozione attaccandosi alle divine forme del Signore. Lui era molto attratto dal Festival del Ratha Yatra del Signore Jagannatha che si teneva a Calcutta ogni anno. Ascoltando e comprendendo il significato del Festival, Abhay ogni tanto controllava gli orari dei treni per andare a Jagannatha Puri, dove il Signore Caitanya stesso partecipò al Festival poco più di cinquecento anni fa. Ogni anno, circa cinque milioni di persone partecipano a questo Festival e ciò era per Abhay fonte di grande meditazione sul sentimento del Ratha Yatra. 

Nel 1901, il giovane Abhay fece personalmente il suo primo Ratha Yatra. Suo padre costruì un carro alto circa un metro a cui erano attaccate due funi simili a quelle dei grandi carri di Jaganntha Puri; tutti i bambini della zona, ed anche adulti, parteciparono. Abhay mostrò le sue qualità organizzative impegnando ed assegnando compiti a tutti, come la cucina dove impegnò sua sorella Bhavatarini che cucinò preparazioni speciali che furono distribuite a tutti come prasadam del Festival del Ratha Yatra.

All'età di sei anni, suo padre comprò, a seguito della sua richiesta, delle divinità di Radha-Govinda. Per lui era del tutto naturale poiché aveva visto fin dalla nascita suo padre che faceva l'adorazione in casa ed andava regolarmente a fare gli omaggi alle divinità di Radha-Govindaji. Da quel giorno, qualsiasi alimento fosse stato comprato dai genitori, lui l'avrebbe offerto alle divinità di Radha-Govinda e poi sarebbe stato rispettato come Loro prasadam. Abhay offriva ogni giorno una lampada di ghee e regolarmente metteva le divinità a riposare alla sera. Poco si sa della sua adolescenza.

Mentre ancora lui andava a scuola, suo padre arrangiò il suo matrimonio, scegliendo Radharani Datta come sua sposa. Si sposarono nel 1918, ma per diversi anni ognuno di loro visse in casa con i propri genitori. Questo fu un arrangiamento per permettere ad Abhay di finire tranquillamente i suoi studi siccome per lui sarebbe stato molto difficile studiare e contemporaneamente mantenere la responsabilità di una famiglia.

Durante il quarto anno di studi superiori Abhay perse l'interesse per l'ottenimento della laurea che sarebbe stata riconosciuta dagli inglesi (che allora occupavano l'India). Lui era diventato un simpatizzante del movimento nazionalista che invocava la libertà dal dominio inglese. Alla stessa scuola di Abhay, lo Scottish College, ma un anno più avanti, c'era uno studente di nome Subhas Chandra Bose che sarebbe poi diventato la guida della National Army, il movimento che si prefiggeva l'allontanamento degli inglesi dall'India.

Abhay fu attratto dalla purezza e semplicità dell'insegnamento di Mohandas K. Gandhi (il Mahatma Gandhi) che proveniva dagli antichi e puri principi dell'India, contenuti nellla Bhagavad-gita, prima fra tutti i libri di saggezza. Fu attratto anche dal suo stile di vita, siccome lui viveva come un sadhu, una persona santa. Abhay aveva conosciuto molti sadhu in precedenza per cui non rimase molto impressionato da ciò ma, Gandhi era più coerente degli altri.

Gandhi chiamò tutti gli studenti alla ribellione incitandoli a rifiutare l'insegnamento mondano e di controllo che in ultima analisi li avrebbe portati a diventare schiavi del dominio inglese e avrebbe negato la libertà di religione e di cultura all'India. Le scuole stavano facendo una specie di lavaggio del cervello agli studenti insegnando filosofie corrotte quali espressioni del pensiero della Chiesa Cristiana fondata da Indologi Occidentali che volevano così controllare le generazioni future.

Abhay considerò quindi i 'pro' e i 'contro' ed alla fine rifiutò la laurea anche dopo aver terminato e superato i suoi studi. Così facendo lui si adeguò alla chiamata di protesta di Gandhi e quando, dopo che Gandhi ebbe incitato tutti alla non-cooperazione e al boicottaggio dei prodotti inglesi, questi uccisero centinaia di persone disarmate ed innocenti al Jallainwalla Bagh, Abhay si avvicinò ancor di più al movimento per l'indipendenza di Gandhi.

In un modo o nell'altro, il padre di Abhay era molto preoccupato per il suo futuro ma non lo ostacolò e comunque riuscì ad arrangiare attraverso un suo amico, un distinto chirurgo e chimico industriale, il Dottor Kartick Chandra Bose, che Abhay venisse assunto nella sua azienda come capo dipartimento. Nel 1921 sua moglie diede alla luce un bambino all'età di soli 14 anni.

(Srila Prabhupada-8 giugno 1974. Conversazione durante la passeggiata del mattino a Ginevra)

 

Il 1922 fu l'anno del primo incontro di Abhay con il suo maestro spirituale. Alcuni amici di Abhay stavano andando ad incontrare un sadhu che stava predicando a Calcutta; un discendente della linea Brahma Madhva Gaudiya proveniente da Bhaktivinoda Thakura che era nientemeno che suo padre. I suoi amici avevano chiesto anche al rettore dello Scottish College di andare a quell'incontro. A casa sua, Abhay, aveva visto così tanti sadhu, suo padre che era un puro devoto del Signore, ne invitava tutti i giorni per prendere prasadam e regolarmente lui non ne rimaneva molto colpito. I suoi amici, sapendo che lui era un grande devoto con grande conoscenza, apprezzavano molto le sue opinioni e così insistettero per avere la sua presenza all'incontro con Bhaktisiddhanta Sarasvati Gosvami. Abhay non era convinto ma alla fine cedette alla richiesta degli amici ed andò con loro.

"Abhay ed i suoi amici non avevano ancora offerto i loro omaggi a Srila Bhaktisiddhanta che lui disse loro, 'Voi siete giovani ed educati. Perché non andate a predicare il messaggio di Sri Caitanya per tutto il mondo?'

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. Your Ever Well-wisher. pag. xvi)

 

Abhay rimase molto sorpreso dal fatto che il sadhu avesso chiesto immediatamente loro di diventare predicatori per suo conto. Impressionato da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, Abhay volle metterlo alla prova ponendogli domande intelligenti.

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. You Ever Well-wWisher. pag. xvi)

 

Vestito di Khadi, Abhay chiese: "Chi potrà ascoltare il messaggio di Sri Caitanya? Noi non siamo un paese dipendente. Prima l'India deve diventare indipendente. Come possiamo diffondere la cultura indiana se siamo sottomessi al governo inglese?" Abhay non aveva obiettato riguardo al concetto della diffusione del messaggio di Sri Caitanya, ma riguardo agli apparenti ostacoli che si trovavano sulla strada. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati dissipò qualsiasi dubbio riguardo ai potenziali ostacoli dicendo che la coscienza di Krishna non doveva aspettare i cambiamenti politici indiani per essere diffusa e che non era nemmeno dipendente da chi era al governo. Lui disse: "La coscienza di Krishna non può essere compromessa da niente e da nessuno ed è così importante che non può aspettare. Per questo voi dovete farlo." Abhay rimase colpito dalla sua determinazione. Srila Bhaktisiddhanta diede così uno scossone mettendo da parte le miserie delle condizioni materiali e temporali lasciando intendere che l'unica cosa utile alla conclusione e soluzione delle difficoltà materiali fosse la coscienza di Krishna. In un breve lasso di tempo Abhay fu convinto, "E' meraviglioso!" Abahy disse ai suoi amici, "Il messaggio del Signore Caitanya è nelle mani di una persona molto esperta."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your ever Well-wisher", pag. xvii.)

 

Fu proprio quella sera che il giovane Abhay accettò Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Prabhupada come suo maestro spirituale.

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-wisher", pag. xvii-xviii.)

 

Nel 1925 Abhay Charan De visitò per la prima volta Sri Vrindavana, il luogo santo dei divertimenti di Krishna. Per motivi di affari, Abhay sua moglie e tutta la famiglia si spostarono ad Allahabad. Come commerciante di medicinali, Abhay viaggiò molto in treno, specialmente nel nord dell'India. Ma ora Abhay Charan aveva sviluppato una forte relazione con Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Prabhupada, tanto che gli chiese formalmente l'iniziazione spirituale. Il 21 di novembre del 1932, nella Gaudiya Math, in Allahabad, Abhay Charan De ricevette l'iniziazione diksha.

Abhay cercò di organizzare delle visite al suo maestro spirituale ma ogni volta che si recava a Calcutta, Srila Bhaktisiddhanta non si trovava là. A differenza di altri suoi confratelli, Abhay non ebbe così la possibilità di trascorrere del tempo e viaggiare con il suo maestro spirituale. Nei successivi quattro anni si incontrarono solo una dozzina di volte.

Quando finalmente poterono veramente incontrarsi, Abhay Charanaravinda das prese tutti gli accorgimenti per poter ascoltare Srila Bhaktisiddhanta. "Sebbene Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati avesse argomentazioni molto dure nei confronti delle più diverse filosofie,  i suoi discepoli erano molto cauti nell'avvicinarsi a lui quando era solo, e sebbene Abahy avesse avuto pochi scambi con lui, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati lo trattò sempre molto gentilmente. Srila Prabhupada in seguito ricordò, "... qualche volta i miei confratelli mi criticavano perchè io parlavo un po' liberamente con lui e loro erano soliti citare un detto inglese che dice: "Gli sciocchi corrono la dove gli angeli hanno paura di camminare."  Ma io pensavo, 'Sciocco? Si può essere. Ma sono fatto così.' Il mio Guru Maharaja fu sempre molto, molto affezionato a me."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-wisher", pag. xx.)

 

Nel 1935, nell'occasione del 62° compleanno di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, Abhay presentò all'incontro con i suoi confratelli a Bombay una poesia e degli articoli. Gli articoli furono ben accettati ed anche pubblicati sull'Harmonist, da qui il soprannome di kavi attribuitogli dai suoi confratelli, il poeta erudito. Il vero piacere di Abhay riguardo alla sua offerta fu quando questa giunse a Srila Bhaktisiddhanta, il quale la apprezzò e la mostrò a tutti i suoi ospiti.

'L'Assoluto è senziente e tu l'hai dimostrato, in questo modo la calamità dell'impersonalismo è stata rimossa.'

Più in là nel tempo, Srila Bhaktisiddhanta disse all'editore dell'Harmonist, riferendosi ad Abhay Charanaravinda, "qualsiasi cosa scriva, pubblicala." Nel 1935 ci fu uno dei più significativi incontri con il suo maestro spirituale a Vrindavana. Una volta mentre Abhay Charanaravinda das stava camminando con Srila Bhaktisiddhanta ed altri suoi confratelli, Srila Bhaktisiddhanta iniziò a parlargli in modo confidenziale a riguardo della disputa fra discepoli anziani riguardo a chi avrebbe dovuto usare le stanze con le facilitazioni connesse al quartire generale della Gaudiya Math a Calcutta (Bagh Bazaar). Srila Bhaktisiddhanta disse ad Abhay Charan: "Se loro litigano adesso, cosa faranno quando non sarà più presente il loro maestro spirituale?" Srila Bhaktisiddhanta era amareggiato. Lui disse ad Abhay Charan: "Ci sarà il fuoco...!"

Un giorno ci sarà il fuoco alla Gaudiya Math a Calcutta e quel fuoco delle parti interessate si diffonderà e distruggerà tutto. Abhay Charan ascoltò ma senza saper cosa fare. "Sarebbe meglio togliere il marmo dai muri del tempio e mettere al sicuro il danaro ricavato dalla vendita. Se io potessi lo farei e poi stamperei libri, questo sarebbe ottimo," disse Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati. Poi Srila Bhaktisiddhanta disse direttamente ad Abhay Charan, "Ho il desiderio di stampare libri. Se tu avrai del denaro, stampa libri."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-wisher", pag. xxi.)

 

"Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Prabhupada lasciò questo mondo mortale nel dicembre del 1936. Un mese prima della sua dipartita Abhay Charan gli scrisse una lettera dove diceva che un uomo di famiglia, un grihastha, non può servire completamente il suo maestro spirituale e di conseguenza voleva sapere come si sarebbe dovuto comportare. Gli chiese: "C'è un servizio in particolare che posso fare?" Due settimane più tardi Abhay Charan ricevette la risposta: "Io sono convinto che tu potrai predicare il nostro pensiero e la nostra filosofia alle persone che non parlano Bengali e Hindi... ciò sarà di beneficio per te e per coloro che ti ascolteranno. Ho la grande speranza che tu possa diventare un eccellente predicatore in lingua inglese."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-wisher", pag. xxi.)

 

Accettando queste parole come la sua missione, Abhay Charan iniziò a fare dei piani per il futuro, ma intanto "Il fuoco nella Math", menzionato da Srila Bhaktisiddhanta Sarsvati era già molto vivo nonostante lui fosse appena scomparso. Dispute legali iniziarono e come anticipato da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, la missione andò in rovina.

Srila A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada credette di poter fare intendere questa spiegazione, ma fu tutto vano. "All'inizio, durante la presenza di Om Visnupada Paramahamsa Parivrajakacarya Astottara-sata Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Prabhupada, tutti i discepoli collaboravano, ma subito dopo la sua scomparsa andarono in disaccordo. Una fazione seguì strettamente le istruzioni di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura mentre un altro gruppo creò un suo modo di soddisfare i suoi desideri. Bhaktisiddhnta Sarasvati Thakura, al momento della sua dipartita, richiese a tutti i suoi discepoli di formare un corpo governativo per condurre le attività della missione in cooperazione. Lui non istruì un uomo in particolare per diventare il nuovo acarya, ma appena lui se ne andò, il suo segretario fece dei piani, senza alcuna autorità, per diventare il nuovo acarya . Conseguentemente a ciò, le due fazioni divennero asara o inutili, perché entrambe non avevano autorità avendo disobbedito agli ordini del maestro spirituale. Nonostante gli ordini del maestro spirituale fossero quelli di formare un corpo governativo e di procedere con le attività missionarie della Gaudiya Math, le due fazioni iniziarono a litigare e ancora dopo quarant'anni non sono arrivati ad una conclusione.

"Quindi, non facciamo parte di nessuna delle fazioni. Ma siccome le due compagini, interessate a dividersi le proprietà dell'istituzione della guadiya Math, hanno fermato il lavoro di predica, noi abbiamo stiamo attuando la missione di Bhaktisiddhanta Sarsvati Thakura e di bhaktivinoda Thakura, di predicare il culto di Sri Caitanya Mahaprabhu in tutto il mondo, sotto la protezione degli acarya precedenti e vediamo che che il nostro umile tentativo ha avuto successo. Noi abbiamo seguito i principi spiegati da Srila Visvanatha Cakravarti Thakura nel suo commentario al verso vyavasayatmika buddhir ekeha kuru-nandana della Bhagavad-gita. In accordo a questa istruzione di Srila Visvanatha Cakravarti Thakura, è dovere del discepolo di seguire rigidamente gli ordini del maestro spirituale. Il segreto del successo nell'avanzamento della vita spirituale di un discepolo è la sua ferma fede nel seguire le istruzioni del suo maestro spirituale. Ciò è confermato dai Veda.

yasya deve para bhaktir
yatha deve tatha gurau
tasyaite kathita hy arthah
prakasante mahatmanah

"Il significato e il valore del sapere vedico si rivelano immediatamente e in tutta la loro pienezza solo alle grandi anime dotate di una completa fede in Dio e nel maestro spirituale." Il Movimento per la Coscienza di Krishna si sta propagando sulla base di questo principio,  e perciò, nonostante i molti impedimenti frapposti dagli antagonisti demoni, la nostra opera di predica sta progredendo con buoni risulatati perché stiamo ricevendo l'aiuto; positivo dai nostri acarya precedenti. Si deve giudicare un'azione dal suo risultato. I membri del partito degli acarya che si sono autodesignati e hanno occupato la proprietà della Gaudiya Math sono soddisfatti, ma essi hanno progredito nella loro predica. Perciò dai risultati delle loro azioni risulta chiaro che essi sono asara, ossia inutili, mentre il successo della I.S.K.Con., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, che segue rigidamente guru e Gauranga, sta gironalmente sviluppandosi da un capo all'altro del mondo. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura voleva stampare il numero maggiore di libri possibili e distribuirli in tutto il mondo. Noi abbiamo  fatto del nostro meglio a questo proposito e stiamo ricevendo risultati che sono al di là delle nostre aspettative."

(A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada; Sri Caitanya Caritamrta Adi lila 12:8. spieg).

 

asarera name ihan nahi prayoiana bheda janibare kari ekatra ganana

"Non è necessario nominare coloro che sono inutili. Li ho ricordati soltanto per distinguerli dai devoti utili."

(Sri Caitanya Caritamrta Adi lila 12:11. testo.)

 

dhanya-rasi mape yaiche patna sahite pascate patna udana samskara karite

"All'inizio il riso è mischiato con la paglia, e bisogna ventilarlo per separare il riso dalla paglia."

(Sri Caitanya Caritamrta Adi Lila 12:12. testo.)

"L'esempio dato da Krishnadasa Kaviraja Gosvami è molto appropriato. Nel caso dei membri della Gaudiya Math si può applicare un procedimento simile. I discepoli di Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura sono molti, ma per giudicare chi sono in realtà i suoi discepoli, per dividere l'utile dall'inutile, si devono valutare le attività di tali discepoli nel compiere la volontà del maestro spirituale. Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura fece del suo meglio per diffondere il culto di Sri Caitanya Mahaprabhu nei paesi non indiani. Quando era presente egli incoraggiò i discepoli a uscire dall'India per predicare il culto si Sri Caitanya Mahaprabhu, ma essi non ebbero successo perché la loro mente non era seriamente impegnata nella predica del culto di Sri Caitanya nei paesi stranieri; essi volevanosoltanto ricevere il credito di essere andati in terre straniere e, una volta tornati in patria, volevano servirsi di questo riconoscimento per farsi pubblicità come predicatori. Molti svami si sono serviti di questi ipocriti strumenti di predica negli ultimi ottant'anni e più, ma nessuno ha predicato il vero culto della coscienza di Krishna in tutto il mondo. Essi si sono limitati a tornare in patria, dichiarando falsamente di aver convertito tutti gli stranieri alle idee del Vedanta o della coscienza di krishna, poi hanno raccolto fondi in India e sono vissuti soddisfatti del loro benessere materiale. Come si ventila il riso per separare il vero riso dall'inutile paglia, così seguendo il criterio raccomandato da Krishnadasa Kaviraja Gosvami si può molto facilmente capire chi è un genuino predicatore del mondo e chi è inutile."

(A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada; Sri Caitanya Caritamrta Adi Lila 12:12. spieg.)

 

Nel 1939 Abhay Charan Prabhu, quale riconoscimento per i suoi studi vaisnava, riceve il titolo onorifico di "Bhaktivedanta" dalla Gaudiya Math.

Nel febbraio del 1944 A.C. Bhaktivedanta dà vita alla rivista "Back to Godhead", scritta solo da lui e pubblicata quindicinalmente. Srila Prabhupada la scriveva, la impaginava, la controllava ed infine provvedeva in prima persona alla sua distribuzione copia per copia.

L'indipendenza indiana raggiunta nel 1947, fu seguita dall'orrore della guerra indo-pakistana. Centinaia di migliaia di persone trovarona la morte nella guerra per la spartizione delle terre fra India e Pakistan. Abhay Charan vide sempre l'evento da un punto di vista spirituale, riflettendo sui suoi ricordi, "noi abbiamo visto nel 1947, la guerra fra Hindu e Musulmani. Da una parte gli Hindu e dall'altra i Musulmani. Loro combatteremo e molti morirono. E dopo la morte non ci fu più distinzione fra chi era Hindu e chi era Musulmano - gli addetti raccoglievano i corpi sia degli uni sia degli altri e li gettavano insieme da qualche parte."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxiii.)

 

Riguardo al problema, Abahy Charan presentò una soluzione nel BTG (Rivista ritorno a Dio), nel suo articolo "Colloquio fra Gandhi e Jinnah", dove scrisse: "La guerra proseguirà fra Hindu e Musulmani, fra Cristiani e Cristiani, fra Buddhisti e Buddhisti, fino al momento dell'annientamento."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxii.)

 

Fin quando l'uomo dimentica lo scopo della vita, la sua relazione con Dio e tutto ciò che lo lega agli interessi materiali come la gratificazione dei sensi, continuerà a combattere. "La'unità reale è possibile solo sulla piattaforma spirituale comprendendo il Supremo e servendoLo."

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxii.)

 

Il 7 di dicembre del 1947 Abhay Charan scrisse una lunga lettera a Gandhi (Nuova Delhi). Avendo qualche dubbio sul fatto che lui la potesse ricevere, Abhay Charan si firmò come "amico sconosciuto di Gandhi". Scrisse: "Ti dico quale sincero amico che tu ti devi ritirare immediatamente dall'attività politica se non desideri morire di una morte ingloriosa." Abhay non ricevette mai risposta e il 30 di gennaio del 1948 Gandhi fu ucciso, la sua lettera sembrava una profezia.

Negli anni successivi Abhay Charan diminuì sempre più le energie impiegate negli affari ed aumentò quelle dedicate a scrivere e predicare. Un giorno Abhay Charan fu invitato a parlare al Gita Mandir di Jhansi da un ex collega che aveva incontrato all'ospedale di Jhansi. Il pubblico era composto in prevalenza da studenti e professionisti principalmente interessati a speculazioni socio-culturali. Molti oratori vennero e se ne andarono. Abhay Charan era ambizioso e intraprendente così lasciò i suoi affari ad Allahabad nelle mani di suo figlio ed iniziò un movimento spirituale a Jahnsi. Il nome era "La lega dei devoti." Nel 1950 si ritirò dalla vita di famiglia adottando l'asrama di vanaprastha (vita ritirata). In effetti era ancora lontano dalla vita ritirata in quanto stava dedicando le sue energie per studiare e scrivere.

Nel 1953 iniziò il suo primo discepolo nel centro di Jhansi, Acarya dasa. Il 16 di maggio ci fu l'inaugurazione del centro di Jhansi e la grande apertura del movimento della Lega dei devoti. Gli anni '50 furono pieni di difficoltà per Abhay Charan. Dovette lasciare lo stabile dove aveva sede la Lega dei devoti perché la moglie del governatore lo volle utilizzare come sede per un club di donne. Senza un posto dove stare e senza un supporto reale, lasciò Jhansi ma non il suo piano per un'associazione mondiale di devoti. Si spostò in un asrama a Delhi, stette con differenti confratelli, ora sapeva quello che voleva. Visse come mendicante, un po' qui e un po' là per periodi di una settimana a volta, nei vari templi o nelle case di persone pie che lo accoglievano. Questo periodo difficile lo vide senza soldi, vestito in maniera semplice, con poco cibo, ecc., ma pieno di risorse. Lui prese queste difficoltà come un bene.

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxix.)

 

Non tanto in termini materiali ma quanto era servito per la sua fede. Non aveva nessuno, era solo. Rifiutato dalla famiglia e dagli amici come un materialmente fallito, la sua unica consolazione era la missione del suo maestro spirituale. Per realizzarla, avvicinò molte personalità prominenti incluso il Dottor Rajendra Prasad, l'allora Presidente dell'India, senza ottenere risposta alcuna.

Nel settembre del 1956, Abhay Charan si spostò a Vrindavana Dhama, 120 Km a Sud di Delhi, per iniziare la missione della sua vita affrontando un intenso periodo di preparazione e di studi. Il suo piano era quello di trarre sufficiente energia e purezza dal pozzo di Sri Vrindavana Dhama dove scriveva in un'atmosfera tranquilla per poi andare a Delhi a distribuire i suoi scritti e raccogliere così donazioni da persone rispettabili.

Avendo piena fede in guru e Krishna e sempre aspettandosi la loro misericordia, Abhay Charan continuò il suo programma quotidiano anche con i 60° delle calde estati di Delhi e Vrindavana. Vivendo semplicemente in una stanza economica al Tempio di Vamsi-Gopalaji, situato sulle rive del fiume sacro Yamuna, entrò così nel sentimento e nelle qualità della vita di Vrindavana.

Fu molto difficile fare il pendolare per Delhi sul primo treno della mattina, senza avere un posto dove stare e ritornare a Vrindavana la sera stessa. Stava solo qualche ora a Delhi, dove tutto era così caro per uno che aveva un conto prossimo allo zero. Ma lui continuò, viaggiando, stampando e spedendo per posta. Dopo aver prodotto il quindicinale "Ritorno a Dio" per dodici volte consecutive, Abhay finì i soldi. Lo stampatore gli disse che non era sufficiente l'amicizia per poter stampare e così s'interruppe il suo programma. Abhay Charan però continuò a scrivere costruendo una pila sempre più alta di materiale di per la predica, anche se il momento della pubblicazione era ancora lontano.

Dopo molti anni di pendolarismo per sostenere e mantenere la sua famiglia, finalmente nel 1954, A.C. Bhaktivedanta Prabhu la lasciò per dedicare il resto della sua vita al completamento e alla soddisfazione del desiderio del suo maestro spirituale.

Si avventurò ancora a Delhi per predicare.  Risoluto nel raggiungimento del suo scopo principale, Srila Prabhupada si stabilì al tempio di Chippiwada (Delhi) traducendo giorno e notte, fedelmente al Vedanta Sutra di Srila Vyasa, lo Srimad Bhagavatam arricchendolo di spiegazioni che avrebbero inciso i cuori simili alla pietra dei miscredenti, attuali abitanti della terra. Srila A.C. Bhaktivedanta Prabhu lavorò velocemente in maniera meticolosa con concentrazione ed attenzione allo scopo di preparare le basi per la diffusione della coscienza di Krishna nel mondo.

Dopo qualche tempo andò a Vrindavana al tempio di Radha-Damodara dove era solito mangiare, dormire e scrivere nelle sue umili stanze affacciate sul cortile del tempio di Sri Sri Radha-Damodara, dove i sei gosvami, quattrocento anni prima, sedevano, prendevano prasadam e discutevano della filosofia vaisnava e dei passatempi d'amore di Sri Sri Radha Krishna in presenza del Signore Caitanya. Nel luogo santo, la casa della Gaudiya Vaisnava, Srila Prabhupada si caricò d'energia spirituale grazie alla misericordia della parampara. La sua convinzione, di scrivere e predicare, divenne manifesta dopo profonde riflessioni sul ruolo ed il metodo col quale realizzarla.

Vivendo nello storico tempio di Sri Sri Radha-Damodara a Vrindavana, iniziò il suo monumentale 'capolavoro della vita', la traduzione ed il commento dei diciottomila versi dello Srimad Bhagavatam (Maha Bhagavat Purana).

Riflettendo, con un sentimento solitario di rinuncia, Abhay Charan Bhaktivedanta Prabhu compose un poema in bengali intitolato "Bhajan a Vrindavana". Le sue strofe iniziali erano molto riflessive e personali:

Verso 1.

Seduto solo a Vrindavana-dhama.
In questo sentimento capisco molte cose.
Ho moglie, figli, figlie, nipoti, tutto,
ma non ho denaro, perciò essi sono una gloria senza frutto.
Krishna mi ha mostrato la nuda forma della natura materiale;
per la Sua forza oggi tutto questo ha perso sapore per me.
Yasyaham anugrihnami harisye tad-dhanam sanaih:
"Gradualmente porto via tutte le ricchezze di coloro che hanno la Mia misericordia."
Come ho potuto capire questa misericordia dell'infinitamente misericordioso?


Verso 2.

Tutti mi hanno abbandonato, vedendomi sul lastrico,
moglie, parenti, amici, fratelli, tutti.
Questa è miseria, ma mi fa ridere. Seduto qui solo rido.
In questo maya-samsara, chi amo veramente?
Dove sono andati padre e madre che tanto mi amavano?
Dove sono tutti i miei vecchi, che erano la mia famiglia?
Chi mi darà notizie di loro, ditemi chi?
Tutto ciò che resta è una lista di nomi.

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pagina xxxi.).>

Una notte Abhay fece un sogno che lo colpì profondamente. Era lo stesso sogno che aveva già fatto altre volte, nei giorni in cui era un uomo di famiglia. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati gli apparve, proprio come l'aveva conosciuto Abhay; era l'alto, erudito sannyasi che veniva direttamente dal mondo spirituale, dalla compagnia personale di Krishna. Chiamò Abhay e gli disse di seguirlo. Continuava a chiamarlo, e a fargli cenno di seguirlo. Stava chiedendo ad Abhay di accettare il sannyasa. Vieni, lo sollecitava, diventa un sannyasi.

Quando Abhay Charan si svegliò riflette attentamente sul sogno. "Abbay Charan dasa pensò che il suo maestro spirituale stava dicendo ‘ ora prendi sannyasa e sarai realmente in grado di compiere la tua missione. Prima il tempo non era quello giusto."

(Satsvarupa dasa Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxxiv.)

 

Umilmente Abbay Charan (Bhaktivedanta prabhu) nonostante fosse preoccupato, avvicinò il suo confratello più anziano, Srila Bhakti Prajna Keshava Maharaj a Mathura che insisteva sul fatto che Abbay Charan prendesse ‘sannyasam’ immediatamente. 17 Settembre 1959, egli riceve formalmente l’iniziazione come ‘sannyasa’ presso Mathura da Srila Bhakti Prajna Keshava Maharaj, un caro confratello e discepolo anziano di Srila Bhaktisiddhanta Saraswati Thakur Prabhupada. Fu dato il suffisso di Goswami al suo nome, e così il suo nome completo era A.C. Bhaktivedanta Swami. Quel giorno fu incornato da un toro al mercato e considerò l’evento come una purificazione conseguente all’iniziazione. Nell’autunno del 1959, “Srila Prabhupada viveva a Sri Vrindavan Dham e ogni tanto avrebbe praticato madhukari. Madhukari significa raccogliere un po’ di cibo porta a porta per il proprio mantenimento proprio come un’ape raccoglie un po’ di polline da fiore in fiore. Comunque Srila Prabhupada richiedeva stesso ai padroni di casa di dargli carte e penna per i suoi scritti piuttosto che riso, dahl e chappatti che sono tradizionalmente ricercati da santi uomini che praticano madhukari. Su queste carte che riceveva come elemosina, Srila Prabhupada scriveva pagine e pagine, preparando i suoi messaggi che riguardavano il Signore per tutto il mondo. Pubblicò alcuni dei suoi manoscritti nella sua rivista ‘Ritorno al Signore’ e altri li stampò in piccolo opuscoli, come ‘Viaggio facile verso altri pianeti’. Anche se non era in grado di pubblicare qualsiasi cosa scrivesse, comunque Srila Prabhupada continuò a scrivere e raccogliere i suoi manoscritti. Purtroppo alcuni dei primi scritti di Sua Divina Grazia vennero persi dopo che Srila Prabhupada partì da Sri Vrindavan Dham per portare avanti in tutto il mondo la diffusione della coscienza di Krishna."

(J.G. Bhaktigaurava Narasingha Swami. 1993. Introduction to 'In Search of the Ultimate Goal of Life'. Pag. xv.)

 

In funzione dell’umore del periodo, riconoscendo la lotta e il controllo mondiale tra le ‘due superparti post guerra’ per ‘l’inesplorato, sconosciuto reame dello spazio’, e conoscendo la mente delle persone di quell’epoca, A.C. Bhaktivedanta Swami pubblicò, a Delhi nell’autunno del 1960, il suo primo libro ‘Viaggio facile verso altri pianeti’. Come culmine di molti anni di studi, riflessioni, meditazione, discussione e pensiero A.C. Bhaktivedanta Swami pubblicò il commento del Primo Canto, Volume Uno della Srimad Bhagavatam con super concentrati, sintetiche spiegazioni che erano un prodotto cristallizzato di una vita di studio e realizzazioni. Dalla sua piccola stanza al tempio di Radha-Damodar, dove preparava i suoi pranzi e riposava, poteva vedere il ‘samadhi’ di Srila Rupa Goswami e le Divinità che erano installate là. Bhaktivadanta Swami pregava là, ai piedi di Rupa Goswami, il suo predecessore affinché lo guidasse per ricevere ispirazione, intima direzione, come fece lo scriba Ganesh che scrisse per conto di Srila Vyasadeva come se Vyasa gli dettasse. Nel 1962, dopo aver pubblicato il suo Srimad Bhagavata, viaggiò personalmente predicandone le glorie e vendendone delle copie. Utilizzando, per farsi pubblicità, giudizi favorevoli da parte di importanti personaggi come Hanuman Prasad Poddar (Gita Press - Gorakpur), il filosofo hindu Dr Radhakrishnan, il prestigioso 'Adyar Library Bulletin', Scholarly Godrothers, il primo ministro Lal Bahadur Shastri, Dr Zakir Hussain – il vice presidente dell’India, Sri Biswanatha Das – governatore di Uttar Pradesh.

Bhaktivedanta Swami visitò i futuri donatori, mentre cercava di raccogliere fondi per ulteriori volumi. Per pubblicare il primo Canto in tre volumi ci aveva impiegato un po’ più di due anni

Quando rivolse la sua attenzione verso la predica in Occidente, A.C: Bhaktivedanta Swami aveva 69 anni. Aveva fatto tesoro, alimentato e sviluppato l’istruzione del suo maestro spirituale per quaranta anni. Sembravano una coltivazione e preparazione lunghe. Infatti Satswarupa das Goswami dolcemente chiama il primo volume della sua biografia di Srila Prabhupada “una vita in preparazione”, preparandosi a piantare i semi. A Vrindavana Bhaktivedanta Swami incontrò il signor Agarwal, un uomo di affari di Mathura, e come faceva con chiunque incontrava, gli disse che voleva andare in Occidente. Nonostante il signor Agarwal, conoscesse Bhaktivedanta da pochi minuti, volontariamente cercò di procurargli uno sponsor in America, chiedendo a suo figlio Gopal, un ingegnere in Pensilvania, di inviargli un modulo di sponsorizzazione. Quando il signor Agarwal offrì volontariamente in suo aiuto, Bhaktivedanta Swami lo spinse per favore a farlo”.

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. xxxviii.)

 

Nel frattempo A.C. Bhaktivedanta Swami andava in giro a svolgere i suoi affari quotidiani vendendo libri, cercando qualsiasi opportunità. Un giorno, con suo piacere e stupore, fu contattato dal ministro degli affari esteri e informato che era pronto un certificato per viaggiare negli Stati Uniti. Il signor Gopal Agarwal di Butler Pensilvania aveva solennemente dichiarato che avrebbe sostenuto tutte le spese di Bhaktivedanta Swami durante la sua permanenza negli Stati Uniti. Con il nuovo passaporto, il visto, il 'P-form', lo sponsor e il biglietto per il viaggio, A.C. Bhaktivedanta Swami si recò a Bombay in cerca di assistenza per andare in America. Fu avvicinato da Srimati Sumati Morarji, responsabile della Scindia Steamship Line, che lo aveva precedentemente aiutato con una importante donazione per la stampa di due volumi dello Srimad Bhagavatam. Preoccupata per la sua salute e il suo benessere Sumati Morarjii gli negò l’aiuto.

Bhaktivedanta Swami con le lusinghe persuase il segretario, il sig. Choksi, suggerendogli esattamente quello che avrebbe dovuto dire: "Ho notato che questo signore è molto ispirato ad andare a predicare alle persone, negli Stati Uniti, il messaggio di Krishna..." e di nuovo lei disse di no. Domandò un incontro personale, che ottenne, e nel quale presentò enfaticamente la sua singolare richiesta: "Per favore mi dia il biglietto!!!" Finalmente lei glielo concedette dandogli un posto sulla nave Jaladuta che sarebbe dovuta salpare il 13 di agosto del 1965. Lei fece tutti gli arrangiamenti necessari perché lui potesse viaggiare con un capitano che avrebbe compreso le necessità di una persona vegetariana e brahmana. Si assicurò inoltre che il capitano, Arun Pandia, portasse a bordo frutta e vegetali extra per Bhaktivedanta Swami.

Un paio di giorni prima della partenza, Bhaktivedanta Swami arrivò a Calcutta. Sebbene avesse trascorso lì diversi anni della sua vita crescendo e conoscendo così tante persone, come scritto nella sua poesia, ora non conosceva più nessuno. Il giorno prima della partenza si recò a Mayapur per visitare il samadhi, la tomba, del suo maestro spirituale Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Prabhupada e chiedergli così le sue benedizioni. Ora era pronto. Il suo bagaglio principale era costituito da alcuni bauli contenenti duecento collane di tre volumi del primo Canto dello Srimad Bhagavatam, una borsa come bagaglio personale, un ombrello e una scorta di cereali secchi nel caso non avesse trovato cibo adatto nella terra dei mangiatori di carne. Se la situazione al suo arrivo fosse stata proprio quella, lui era già preparato a vivere mangiando patate bollite con i cereali che aveva portato con sé. Venerdì 14 agosto 1965, alle ore 09:00, salì a bordo del piroscafo Jaladuta pronto a partire per l'America. Il giorno dopo, Bhaktivedanta Swami ebbe mal di mare, vertigini e vomito a causa di forti pioggie che avevano interessato la baia del Bengala. Raggiunto Colombo, nello Sri Lanka il giorno 19, Bhaktivedanta Swami potè scendere a terra e trovare un po' di sollievo dal mal di mare. Una registrazione del percorso esatto si trova nel libro diSatsvarupa das Gosvami, capitolo "Lottava da solo".

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag. 1-3.)

 

Dopo aver sperimentato il mal di mare nell'attraversata dei mari agitati dell'Atlantico, alla veneranda età di 63 anni, Bhaktivedanta Swami dovette tollerare due attacchi di cuore. "Se ne arrivaerà un terzo, non sopravviverò!" Quella notte il Signore gli apparve in sogno su di una nave piena di incarnazioni e rassicurò, il dedicato mendicante, che lo avrebbe protetto. Sri Krishna fu molto gentile con lui e Srila A.C. Bhaktivedanta Swami apprezzò molto. Nel suo diario scrisse: "Se l'Atlantico avesse mostrato la sua vera faccia, io sarei morto; ma il Signore Sri Krishna Si è personalmente preso cura della nave".

Dopo 35 giorni di viaggio da Calcutta, la Jaladuta attraccò al molo Commonwealth alle 05:30 del mattino del 17 settembre 1965. La nave attracca a Boston, Stati Uniti d'America, fermandosi brevemente prima di proseguire per New York City Harbour; per A.C. Bhaktivedanta Swami era iniziato un nuovo viaggio. Il Capitano commentò il viaggio dicendo che questa era stata l'attraversata atlantica più tranquilla che avessa mai fatto in vita sua e chiese poi, con molto riguardo per la sua salute, se Bhaktivedanta Swami avesse voluto ritornare con la sua nave per affrontare un altro viaggio tranquillo.

Con solo 40 Rupie in tasca ed un baule di metallo pieno di Srimad Bhagavatam, A.C. Bhaktivedanta Swami già vedeva il movimento che avrebbe creato e l'effetto che avrebbe avuto nel cambiare la vita di tutti, in un modo o nell'altro, in questo mondo.

 

Tompkins Square Park

A differenza di molti indiani che lo avevano preceduto nel venire qui in Occidente, lui non era venuto a prendere ma a dare! Egli ne era convinto. Senza compromessi, con la testa rasata, il Vaisnava Tilak, la collana di Tulasi al collo, il dhoti color zafferano, il kurta, un vecchio chadar e pantofole di gomma, tutto ciò era comune per un sadhu in India. Ma chi si sarebbe mai sognato in America di vedere qualcuno vestito così, nella tradizione Vaisnava? Egli fu probabilmente il primo Sannyasi Vaisnava ad arrivare a New York in maniera inequivocabile e senza compromessi.  (Satsvarupa dasa Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag 5)

Srila Prabhupada ricordava, "Non sapevo se andare a destra o a sinistra".

(Satsvarupa das Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag 5.)

 

Dopo aver passato le formalità dell'immigrazione fu accolto da un rappresentante di aiuto ai viaggiatori mandato da Agarwal di Butler in Pennsylvania. Rimase un po' lì sempre pensando al modo migliore per predicare. Con l'ardente desiderio d'iniziare il suo movi,ento di predica, arrivò Gopal Agarwal che lo portò a Pittsburg dove prese un autobus per New York City. A.C. Bhaktivedanta Swami non conosceva nessuno a New York, aveva un solo contatto: il Dott. Ramamurthi Misra, dotato di una sgargiante e drammatica personalità. Il Dott. Ramamurthi diede a Bhaktivedanta Swami una stanza del suo appartamento ma appena ne ebbe l'occasione, spostò Bhaktivedanta Swami giu nello studio di Hatha Yoga, vicino al Central Park. Bhaktivedanta Swami vi soggiornò per un breve periodo, si trovava sempre in disaccordo con Misra che si rivelò essere un Mayavadi.

Era stato confinato a Butler dalla sensibilità della classe media degli Agarwal, ora doveva dipendere dalla bontà di un Mayavadi, era trattato con gentilezza ma era visto come un pericolo. Il Dott. Misra cercò disperatamente di tenere i suoi studenti di yoga lontano dalla filosofia personalista che usciva dalla bocca dello Swami.

L'otto novembre 1965 Bhaktivedanta Swami scrisse al suo confratello Tirtha Maharaja, che nel frattempo era diventato il presidente della Gaudiya Math. Cercò di sollecitare i suoi confratelli sull'urgenza che qualcuno venisse in suo aiuto per predicare ed aprire nuovi centri. Tre settimane più tardi arrivò la risposta di Tirtha Maharaja che, anche se gentile, diceva che i fondi della Gaudiya Math non potevano esssere usati per aprire un centro a New York.

La sua fede nella missione del suo Guru Maharaja era ferma e quella lettera non l'avrebbe di sicuro fermato; sapeva quello che voleva e che tutto ciò che doveva fare era di seguire il piano del Signore. In prima linea nella sua mente c'era l'esempio pratico di Arjuna che era sicuro che la battaglia era già vinta, l'umile e senza età seguace di questa tradizione ora si ergeva in mezzo  a numerosi potenziali nemici e dichiarava di aver vinto la battaglia. La prova della lungimiranza della sua fede, come coloro che nel buio del primo mattino sanno che dopo un po' apparirà la luce del giorno, venne rivelata a coloro che incontrò e che si rivelarono degni della sua associazione.

Nei suoi viaggi solitari per Manhattan, Bhaktivedanta Swami conobbe delle persone, tra queste il sig. Ruben, un Ebreo Turco, che lavorava come direttore della Metropolitana. Il sig. Ruben incontrò Bhaktivedanta Swami su di una panchina di un parco, ed essendo un tipo socievole ed un viaggiatore del mondo, parlò con il santo indiano.

Il sig. Ruben: "Sembrava che sapesse che in futuro avrebbe avuto templi pieni di devoti. Guardava senza fissare un punto e diceva che non era povero ma ricco e che esistono templi e libri, ma solo il tempo mi separa da loro. Diceva sempre 'noi' quando parlava e spiegava chi era l'altro, che l'aveva mandato lì, il suo maestro spirituale. Pur non conoscendo persone, al momento, lui diceva di non essere mai solo, ma a ne sembrava solo. Questo però mi faceva pensare a lui come ad un uomo santo, come Elia che probabilmente non ha mai avuto seguaci".

(Satsvarupa dasa Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag 14.)

 

Il 15 febbraio 1965, anche nelle più severe condizioni di bufere e di neve, Bhaktivedanta Swami lavorava al suo "Libro di Krishna" tratto dallo Srimad Bhagavatam e predicava dalla Bhagavad-gita ed offriva il suo cibo. Bhaktivedanta Swami si trasferì dallo studio del Dott. Misra in un posto tutto suo, un piccolo ufficio senza mobili e senza telefono. Dormiva su di una coperta per terra e la sua scrivania di fortuna era un tronco di legno ricoperto di un panno. Non c'erano il bagno e la cucina per cui due volte al giorno andava ancora allo studio del Dott. Misra. Ora Bhaktivedanta Swami si manteneva semplicemente vendendo i suoi libri a coloro che incontrava e che si dimostravano interessati.

Anche in quella stanza spoglia Bhaktivedanta Swami iniziò a predicare. Registrò su di un nastro, regalatogli assieme ad un registratore, alcuni suoi bhajans solitari dove si accompagnava con un paio di karatalas; registrò anche una introduzione alla Bhagavad-gita. Srila Bhaktisiddantha Sarsvati gli aveva detto... "Anche se nessuno partecipa, si può andare avanti predicando ai quattro muri". Ora, libero di parlare, iniziò a tenere delle lezioni il Lunedì, il Mercoledì ed il Venerdì per tutti coloro che si sarebbero presentati. Alla sua prima lezioni si presentarono solo studenti del Dott. Misra ai quali aveva predicato quando viveva nel suo asrama. In breve però la notizia si diffuse come il fuoco nel Lower East Side di New York, era il momento giusto e le persone cominciavano a venire. Deluso, per il furto della macchina da scrivere e del registratore, Bhaktivedanta Swami si trasferì alla Bowery, dove si trovavano le persone che frequentavano le lezioni e dove gli era stato offerto un alloggio.

Le lezioni continuavano e i musicisti della zona venivano a cantare con Bhaktivedanta Swami; anche se dovevano cantare "Hare Krishna", non importava. Ma la zona della Bowery era piena di persone che facevano uso di droghe per cui fu messo in guardia circa la pericolosità del luogo per un gentiluomo come lui.

Con l'aiuto di alcuni suoi allievi, Bhaktivedanta Swami visse a casa di Carl Yeargens e di sua moglie Eva finché loro non lo aiutarono a trovare un posto dall'altra parte della strada, un ex negozio di ricordi, al 26 della Seconda Avenue, chiamato "Regali incomparabili". L'affitto era di 71 Dollari al mese, comprese le spese energetiche, e ce ne vollero 196 per poter entrare. Carl, Mike ed altri si stabilirono lì, lo dipinsero e fecero tutti lavori necessari per collegare l'acqua, il gas, l'energia elettrica ed anche il telefono, quindi anche Bhaktivedanta Swami vi si trasferì - tutto pagato dai suoi amici.

 

matchless-gifts

 

I musicisti e la gente della Bowery consideravano Bhaktivedanta Swami "Molto avanzato", e si sentirono quindi inclini a seguirlo nel nuovo posto. Egli fu contento ed incoraggiato di ritrovarli lì e di vedere che le cose, anche se lentamente ma inesorabilmente, stavano evolvendo nella direzione della missione voluta dal suo maestro spirituale. Il momento era giusto, le cose stavano radicalmente cambiando in occidente, i giovani erano alla ricerca di qualcosa di positivo e di alternativo per la pace dopo decenni di guerre.

"Ora si trovava in un luogo strategico, messo lì dal Signore, per ricevere l'afflusso di potenziali ricercatori spirituali venuti da ogni parte degli Stati Uniti, il Lower East Side, che nel gergo degli agenti immobiliari era diventato noto come East Village".

(Satsvarupa dasa Gosvami. 1987. "Your Ever Well-Wisher", pag 34.)

 

"La loro ricerca era, a differenza degli altri immigrati dell'area, non tanto per un lavoro o per essere accettati nella società materiale, ma per trovare il vero amore, la vera pace, l'esistenza reale, l'integrità ed in ultima analisi la vera coscienza spirituale. Si erano ribellati alla guerra in Vietnam, alle manipolazioni politiche, alla propaganda della Televisione, alle curiosità, alla pubblicità banale, all'influenza dei mezzi di comunicazione - in realtà si erano ribellati a quelli che erano tutti gli effimeri obiettivi della classe media americana, quella dalla quale essi provenivano. Delusi da insegnanti, genitori, sacerdoti, dirigenti pubblici e dai mezzi di comunicazione, erano pronti per la vita spirituale.

(Satswarup das Goswami. 1987". "Your Ever Well-Wisher", pag 34.)

 

Con il completo disprezzo per la propria incolumità, andò in luoghi che normalmente un vaisnava trova riprovevoli, luoghi dove conta solo il successo materiale, terra della passione e dell'ignoranza irta di follia giovanile e di scienziati demoniaci dove l'intossicazione, il sesso e l'uccisione delle mucche, sono l'unico modo di vivere. A.C. Bhaktivedanta Swami, ad un'età in cui la maggior parte delle persone pensa solo al riposo ed al ritiro, ha iniziato, senza alcun dubbio, la rivoluzione che ha cambiato la faccia della terra.

aitam sa asthaya paratmanistha
madhyasitam purvatamairmaharsibhih
aham tarisyami durantaparam
tamo mukundanghri nisevayaiva

 

"Seguendo le orme di loto dei grandi rishi, ha attraversato l'invalicabile oceano dell'esistenza materiale per mezzo della devozione al Signore Supremo e del servizio trascendentale reso a Sri Mukunda, il Signore della liberazione".


I liberi e puri vaisnava come Srila Prabhupada, agiscono sempre in modo gradito al Signore Supremo e in nessun altro modo, come nel caso del servitore di Sri Caitanya Mahaprabhu che, dope che il Signore Caitanya si fu addormentato davanti alla porta della stanza, scavalcò il Suo corpo per eseguire il servizio devozionale al Signore.  Al Suo risveglio, Sri Caitanya, Si accorse che il Suo caro servitore era ancora lì nella stanza e non aveva preso il suo prasadam. Sri Caitanya gli chiese allora come mai ed il devoto Gli rispose che non avrebbe potuto in quanto Lui si era addormentato in mezzo alla porta. E Sri Caitanya gli chise allora come aveva fatto ad entrare nella stanza, al che il devoto Gli rispose che per fare servizio Lo aveva scavalcato ed era entrato nella stanza ma che per soddisfare la propria lingua ed il proprio stomaco non avrebbe potuto commettere l'offesa di scavalcarLo.

Ci sono molte storie come questa nello Srimad Bhagavatam. Una storia racconta di come una volta Krishna fece finta di avere il mal di testa e nell'occasione disse che l'unica medicina era quella di prendere la polvere dei piedi di loto dei brahmana e, in quel sentimento, si avvicinò ad un brahmana. Pensando a sè e non al bene di Krishna, tutti i brahmana dissero che se avessero messo i loro piedi sulla testa di Krishna, sarebbero finiti all'inferno e non sarebbero più tornati da lì. Tuttavia, quando Krishna si avvicinò alle gopi, le giovani pastorelle di Vrindavana con la stessa richiesta, esse offrirono subito e senza esitazione i loro piedi che Krishna prese e pose sulla propria testa. Il loro pensiero era motivato dalla soddisfazione di Krishna e per questo sarebbero andate anche all'inferno. Se Krishna soffre, faremo di tutto per alleviare la Sua sofferenza, anche a costo di finire all'inferno.

Un'altra volta, al tempio di Jagannatha Puri, che era strapieno di gente, una vecchia signora salì sulle spalle di Sri Caitanya Mahaprabhu per poter vedere la forma di Sri Jagannatha, Sri Baldeva e Srimati Subhadra. Molti devoti rimasero perplessi ma Sri Caitanya potè vedere il profondo amore che la donna nutriva per il Signore e così le permise di farlo.

Un altro è il caso nel quale Krishna ruppe la promessa di non combattere per poter salvare il Suo devoto Arjuna. Quando Bhisma attaccò Arjuna mettendolo in difficoltà, Krishna corse contro Bhisma brandendo la ruota di un carro anche se aveva fatto la promessa di non intervenire in battaglia; per salvare il Suo devoto non pensò alla Sua reputazione.


Così, allo stesso modo, quale immacolato "paramahamsa vaisnava sannyasi" del Signore, il nostro Srila Prabhupada, per il servizio del Signore e del genere umano e di tutti gli esseri viventi, ha assunto la missione di predica, così come stabilito dal Signore, Sri Caitanya Mahaprabhu, mettendo a rischio la sua personale incolumità e la sua tranquillità.

Srila A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada non si è mai preoccupato per le critiche meschine della casta cosciente degli smarta e dei gosai o di altri che non hanno mai predicato per cercare di ridurre le sofferenze delle entità viventi di questo mondo o di trasformare gli appartenenti alla casta degli Hindu o dei brahmana in sinceri brahmana vaisnava. Piuttosto, ha seguito rigorosamente il più alto principio della compassione per tutte le anime condizionate, così come pronunciato da Sri Caitanya Mahaprabhu:


bharata-bhumite haila manusya janma
yara janma sarthaka kari kara para upakara

"Chi è nato come essere umano sulla terra dell'India, Bharata-varsa, dovrebbe fare della sua vita un successo operando per il bene degli altri".

ateva saba phala deha 'yare tare
khaiya ha-uk loka ajara amare

Distribuite questo movimento per la coscienza di Krishna da un capo all'altro del mondo. Mangiando questi frutti, gli uomini alla fine si libereranno dalla vecchiaia e dalla morte".

atheva ami ajna dilun sabakare
yahan tahan prema-phala deha 'yare tare

"Perciò ordino che ogni uomo nell'universo accetti questo movimento per la coscienza di Krishna e lo distribuisca in ogni luogo".

Anche a costo della sua fama, a proprie spese e a rischio della sua salute e sicurezza.

"Chiameremo la nostra associazione I.S.K.Con., aveva detto ridendo e scherzando Bhaktivedanta Swami quando aveva coniato la sigla. Aveva iniziato il lavoro legale di costituzione dell'associazione in primavera, quando ancora viveva nella Bowery ma ne aveva già parlato tanto che in India la notizia era già apparsa sui giornali ancora prima della sua costituzione. Un amico aveva suggerito di trovare una sigla più familiare agli occidentali mettendo "Divina" al posto di "Krishna". Ma Dio è un termine vago, mentre Krishna è esatto e scientifico, coscienza Divina è spiritualmente più debole, meno personale e gli occidentali devono capire che Krishna è Dio la Persona Suprema. Srila Prabhupada ha preso il termine "coscienza di Krishna" dal Padyavali di Srila Rupa Gosvami, scritto nel XVI° secolo: krishna-bhakti-rasa-bhavita; Essere assorbito nel morbido gusto di eseguire il servizio devozionale a Krishna. Gli scopi dichiarati all'interno degli articoli contenuti nell'atto costitutivo della I.S.K.Con., rivelano il pensiero di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Sette punti simili a quelli della lega dei devoti di Jhansi, India 1954. Quel tentativo era rimasto infruttuoso ma i suoi scopi sono rimasti invariati.

I sette scopi dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna:

(a) Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale nelle masse, educare ogni persona nelle tecniche della vita spirituale per combattere lo squilibrio di valori della vita, e raggiungere la vera unità e la vera pace nel mondo.

(b) Diffondere la coscienza di Krishna, così com'è rivelata nella Bhagavad-gita e nello Srimad Bhagavatam.

(c) Avvicinare tra loro i membri dell'Associazione e avvicinarli a Krishna, l'essere primordiale, sviluppando così nei suoi componenti, e nell'umanità in generale, l'idea che ogni anima è un frammento qualitativo di Dio (Sri Krishna).

(d) Insegnare e incoraggiare il movimento del sankirtana, il canto pubblico e collettivo del santo nome di Dio, così com'è stato rivelato negli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.

(e) Costruire per i componenti dell'Associazione e per la società in genere un luogo sacro dedicato ai divertimenti trascendentali della Persona di Krishna.

(f) Avvicinare tra loro i suoi componenti per insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.

(g) Pubblicare e distribuire periodici, riviste, libri e altri scritti al fine di promuovere gli scopi sopra menzionati.


Nel gennaio del 1967 Bhaktivedanta Swami sperimenta il suo primo viaggio aereo a San Francisco per essere accolto dai devoti che stavano costruendo lì un nuovo tempio.
Il 9 luglio 1967 Bhaktivedanta Swami ispira i suoi discepoli a celebrare, a San Francisco, il primo Ratha Yatra fuori dall'India.
Nel settembre del 1967 si trova a dover subire per la terza volta ad un attacco di cuore.
Il 24 di luglio 1967 Srila Prabhupada parte per l'India per questioni di salute ma troverà una calda accoglienza ad aspettarlo.
Nel maggio del 1968, A.C. Bhaktivedanta Swami visita la nuova comunità nascente di New Vrindavana nel West Virginia.

Il 23 giugno 1969 si apre un nuovo capitolo con l'installazione delle prime Divinità di Radha e Krishna fuori dall'India nel tempio ISKCON di Los Angeles. Essendo Los Angeles costruita su di una faglia sismica potrebbe, a seguito di un terremoto di cui esiste una previsione, sprofondare nel mare come Dvaraka, così le divinità furono chiamate Sri Sri Rukmini-Dwarakadisha.

Nel settembre del 1969 Srila Prabhupada visitò per la prima volta la Gran Bretagna per incontrare i suoi discepoli e risiedette nella tenuta di campagna del 'Beatle' John Lennon a Tittenhurst, vicino a Reading.

Il 14 di dicembre del 1969 Srila Prabhupada conduce l'installazione di Sri Sri Radha-Londonisvara al tempio di radha Krishna al 7 di Bury Place Holborne a Londra, vicino al British Museum.

Il 28 luglio 1970, come richiesto dal suo maestro spirituale Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, fonda il G.B.C., la commissione governativa della I.S.K.Con.

Il giorno successivo, il 29 luglio 1970, stabilisce la Bhaktivedanta Book Trust (B.B.T.), la fiduciaria addetta esclusivamente alla pubblicazione delle opere di Sua Divina Grazia. Molto stimatodalle autorità e dagli studiosi per la profondità e la chiarezza del messaggio, i suoi testi sono ora utilizzati come libri di scuola in molti College e corsi universitari. La B.B.T. ha prodotto e distribuito un numero incomparabile, di testi in tutto il mondo, anche per le normali case editrici. (In alcuni testi della I.S.K.Con., la costituzione della B.B.T. viene datata nel 1972).

Il 29 agosto 1970 segna l'istituzione a Calcutta del programma "Life Membership Program". Dopo di ciò Srila Prabhupada inizierà una serie di programmi di predica con i suoi discepoli in America e in Europa.

Nel maggio del 1971 Srila Prabhupada firma il contratto con la Mac Millann Book Publishing Company per la stampa integrale della "Bhagavad-gita così com'è".

Sempre nel maggio del 1971 vengono acquistati cinque acri di terreno a Sridhama Mayapura, vicino al luogo di nascita di Sri Caitanya, Nadia, nel Bengala Ovest. Questo sarà uno degli ulteriori scopi dell'Associazione.

Alcune volte, dei confratelli di Srila Prabhupada, l'avevano criticato dicendo che quando era andando a Mayapur non si sarebbe fermato alla Gaudiya Math a fare gli omaggi come tutti gli altri fanno al samadhi di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura. Srila Prabhupada dichiarò che lui non vedeva il suo maestro spirituale solo in quel luogo e che non c'era un secondo durante la giornata nel quale sentiva la sua mancanza. Egli sentiva sempre la presenza di Srila Bhaktisiddhanta perché viveva sempre nella sua associazione.

Possiamo veramente vedere con quale sentimento Srila Prabhupada ha seguito i grandi acarya precedenti come Sripad Madhvacarya, Sripad Vyasa Tirtha e i sei Gosvami di Vrindavana, in quanto lui non è mai stato attaccato al sistema mondano dei varna e dell'asrama nè tantomeno alle etichette materialistiche o ai dogmi.

Chiunque ha potuto vedere che lui era un grande Vaisnava brahmana del carattere più alto, ma che in caso di necessità non ha esitato a lasciarsi coinvolgere giorno dopo giorno nell'amministrazione per potersi assicurare che la sua missione di predica andava avanti e poter così soddisfare l'ordine del suo Guru Maharaja. Ordinariamente, chi pensava a sè come a un grande sannyasi o a un grande guru, non era riuscito ad andare avanti e se n'era andato via. In molte occasioni avevav difatti detto che avrebbe fatto di tutto pur di contribuire alla missione di predica del suo Guru Maharaja. Difatti in un'occasione, mentre lui era steso a letto, disse ad un suo discepolo, distributore di libri, che per necessità avrebbe potuto salirgli anche sulla testa se ciò l'avesse aiutato nella distribuzione dei suoi libri.

Una volta, arrivando in una città, Srila Prabhupada parlò del sistema delle caste in India. Egli definì i quattro ceti sociali e glorificò in particolar modo i brahmana. Pensando di aver trovato un suo punto debole nel suo carattere senza macchia, un giornalista gli chiese a quale classe lui appartenesse. L'umile risposta di Srila Prabhupada fu: "Io sono di quinta classe perché servo le altre quattro" e così tutti rimasero intimoriti dalla sua personalità.


Jaya, patita pavana Srila Prabhupada ki! Jaya!

FAQ

Che cos'è il bhakti-yoga?

Bhakti deriva dalla parola sanscrita bhaj, che significa servizio amorevole. Yoga in sanscrito significa connessione. Bhakti yoga significa connettersi al supremo per mezzo dell'amore del puro servizio devozionale.Tutti noi abbiamo amore o Bhakti dentro di noi; tuttavia, è in uno stato dormiente. C'è un modo semplice per risvegliare questo servizio d'amore dormiente a Dio, la Persona Suprema. Questo processo è stabilito dal Signore Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Il Signore, Sri Chaitanya Mahabrabhu, l'incarnazione del Signore Krishna in questa era attuale ha misericordiosamente reso questo processo molto semplice e piacevole. Srila prabhupada, il fondatore dell'ISKCON, ha reso questo processo famoso in tutto il mondo. Il processo del risveglio dell'amore non è solo purificante ma anche pienamente soddisfacente. Questo processo di purificazione consiste in tre principi principali: canto, danza e festa. Il canto dei puri nomi del Signore può essere fatto semplicemente cantando regolarmente l'Hare Krishna mahamantra - Hare Krishna Hare Krishna / Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama / Rama Rama Hare Hare. Il canto può essere fatto come giri minimi fissi sul japa mala o può essere fatto insieme in congregazione con strumenti musicali. La danza è anche una parte importante della purificazione per raggiungere l'amore. La danza è fatta con grazia davanti al Signore. La danza impegna tutto il nostro corpo nella glorificazione di Dio, la Persona Suprema. Banchettare significa solo mangiare cibo che è stato specificamente cucinato e offerto amorevolmente a Sri Krishna. Tale cibo o anche chiamato prasadam è privo di karma e non ci intrappola nel ciclo di nascite e morti ripetute.

Che cos'è la I.S.K.Con.?

La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna è stata fondata nel 1966 da Prabhupada A.C. Bhaktivedanta Swami, venuto dall'India su ordine del suo Maestro Spirituale per predicare l'amore di Dio al popolo dell'Occidente. Prabhupada è in una linea di successione disciplica che risale direttamente a 500 anni fa, quando Sri Chaitanya apparve in India, e da lì ancora più indietro di 5000 anni, al tempo in cui Krishna parlò per la prima volta La Bhagavad Gita al Suo discepolo Arjuna. La Coscienza di Krishna è vissuta come un processo di auto purificazione. I suoi mezzi e il suo fine sono un segreto di Pulcinella, e non vi è alcun onere finanziario per imparare la Coscienza di Krishna o ricevere l'iniziazione al canto del mantra Hare Krishna. L'essenza del servizio devozionale a Krishna è che si prende qualunque capacità o talento si abbia e lo si combina con gli interessi del Supremo Goditore, il Signore, Sri Krishna. Lo scrittore, scrive articoli per Krishna e noi pubblichiamo periodici in questo modo. L'uomo d'affari, fa affari per fondare molti templi in tutto il paese. I capifamiglia, allevano i figli nella scienza di Dio, e marito e moglie vivono in mutua cooperazione per il progresso spirituale. Queste attività sono svolte sotto la sanzione dell'esperto Maestro Spirituale e in linea con le Scritture. Il servizio devozionale nella Coscienza di Krishna significa cantare regolarmente nel tempio, ascoltare discorsi sui passatempi di Krishna dallo Srimad Bhagavatam e prendere cibi preparati e offerti a Dio, la Persona Suprema. Con libri, letteratura e documenti, la Società si dedica a risvegliare il pubblico mondiale allo stato normale ed estatico della Coscienza di Krishna, in modo che tutti possano riguadagnare la loro posizione eterna di servire favorevolmente la volontà di Krishna. Il canto congregazionale del Sankirtan viene portato alla gente: nei parchi pubblici, nelle scuole, in televisione, a teatro, per le strade. La Coscienza di Krishna non è la filosofia di un pigro. Piuttosto, cantando e impegnandosi nel servizio di Krishna, chiunque partecipi sperimenterà lo stato di "Samadhi", l'assorbimento estatico nella coscienza di Dio, 24 ore al giorno! Poiché la filosofia della Coscienza di Krishna non è settaria, qualsiasi uomo, indù o cristiano, migliorerà nella sua fede cantando il Santo Nome di Dio e ascoltando la Bhagavad Gita. Senza conoscenza, realizzazione e servizio amorevole all'Unico Dio Supremo, non può esserci religione. Che tutti si rallegrino nel Movimento del Sankirtan, e potremo così vedere l'adempimento della predizione fatta da Sri Caitanya 500 anni fa: che il canto dei Santi Nomi di Dio, Hare Krishna, sarebbe stato portato in ogni città e villaggio del mondo. Solo così potrà prevalere la vera pace. È' sublime e facile.

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Chi è Krishna?

Nella filosofia del Bhakti Yoga, la Verità Assoluta è conosciuta come una persona. Il suo nome è Krishna, una parola sanscrita che significa “coLui che attrae tutti”. Krishna è l'oggetto più attraente dell'amore della tua anima. Ogni essere vivente cerca il piacere. L'essenza del piacere è il piacere dell'amore. Ne abbiamo bisogno. Senza amare qualcuno ed essere amati da qualcuno, la vita è molto vuota e superficiale. L'origine di quell'amore è l'amore dell'anima per Dio e l'amore di Dio per l'anima. Siamo attratti da qualcuno che è bello, potente, colto, famoso, rinunciato, ricco. Queste sono opulenze che attirano il nostro cuore. Il nome Krishna significa che possiede tutte le opulenze nella loro totalità. Egli è la fonte di tutta la bellezza, di tutta la forza, di tutta la conoscenza, di tutta la ricchezza, di tutta la fama e di ogni rinuncia. E l'amore di Krishna per l'anima è illimitato e incondizionato. Questo è Krishna. Egli è il nostro eterno padre, la nostra eterna madre, il nostro eterno amico, il nostro eterno amante. Potremmo servire Krishna attraverso il sentiero della bhakti. Bhakti è il processo che Dio ci ha dato attraverso il quale possiamo servirlo 24 ore al giorno. Krishna è nei nostri cuori. Krishna è nel cuore di ogni essere vivente. Krishna è dentro ogni atomo e tra gli atomi attraverso le sue varie energie. Ma alla fine, la fonte di tutto è quella persona divina, quella persona onnipotente, amorevole e attraente con cui desideriamo eternamente ricongiungerci. Bhakti Yoga significa ricongiungersi con la nostra fonte, con Dio, attraverso atti di devozione, ricordandoci di lui, cantando i Suoi nomi e le Sue glorie, pregandolo, adorando la divinità, rendendo servizio a Lui, ai Suoi devoti e a tutti gli esseri viventi. Questi sono i modi attraverso i quali potremmo sempre sentire la presenza di Dio.

Chi ha iniziato il Movimento Hare Krishna?

Nel 1965, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada viaggiò da solo dall'India agli Stati Uniti d'America per stabilire la tradizione senza tempo della coscienza di Krishna nel mondo occidentale. Ha fondato da solo l'International Society for Krishna Consciousness (I.S.K.CON.), una società mondiale di oltre 500 templi, comunità agricole e scuole, con un'adesione di oltre tre milioni di membri in Occidente, cinquanta milioni in tutto il mondo. Srila Prabhupada ha tradotto oltre 50 libri sulla coscienza di Krishna, ora disponibili in oltre 65 lingue. Prima di morire nel 1977, fece in modo che il movimento fosse guidato da una Commissione del Corpo Direttivo composta dai suoi discepoli più anziani. Inoltre, dopo la dipartita di Srila Prabhupada, i suoi stessi discepoli iniziarono ad accettare discepoli, portando avanti l'antico sistema della successione disciplica. Pertanto, ha toccato abbastanza persone che possono trasmettere questa conoscenza ad altri che questo movimento continuerà anche nel futuro.

Chi sono io?

Queste sono le domande secolari che ogni filosofo nel corso dei secoli ha cercato di comprendere e comprendere. Dopo tutto, come saprai cosa fare nella vita se non sai nemmeno chi o cosa sei? " Tuttavia, l'antica letteratura vedica dell'India ha fornito le risposte più chiare che sono state trovate ovunque per rispondere a queste domande. Ad esempio, il Mundaka Upanishad (3.1.9) spiega che l'essere vivente è l'anima e che: "L'anima è di dimensioni atomiche e può essere percepita dalla perfetta intelligenza. Questa anima atomica è situata nel cuore e diffonde la sua influenza su tutto il corpo delle entità viventi incorporate. Quando l'anima viene purificata dalla contaminazione dei cinque tipi di aria materiale, la sua influenza spirituale viene esibita.

"Il Chandogya Upanishad (6.11.3) afferma anche che sebbene il corpo avvizzisca e muoia quando il sé o l'anima lo abbandonano, il sé vivente non muore. Ulteriore illuminazione è data nello Srimad-Bhagavatam (7.2.22) in cui spiega che l'anima spirituale non ha morte ed è eterna ed inesauribile. È completamente diverso dal corpo materiale, ma per essere stato fuorviato dall'abuso della sua leggera indipendenza, è obbligato ad accettare corpi sottili e grossolani creati dall'energia materiale e quindi essere sottoposti alla cosiddetta felicità materiale e angoscia.La natura eterna del sé viene anche spiegata nella Bhagavad-gita dal Signore Sri Krishna, dove Egli dice specificamente che non c'è mai stato un tempo in cui Lui non esistesse, né alcuno degli esseri viventi, incluso te. L'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza alla giovinezza fino alla vecchiaia in questo corpo. ">Ma per chi si è realizzato da solo, non c'è sconcerto in un simile cambiamento. Si spiega inoltre che dovremmo sapere che ciò che pervade l'intero corpo attraverso la coscienza è indistruttibile. Nessuno è in grado di distruggere l'anima imperitura. Solo il corpo materiale dell'eterno essere vivente è soggetto alla distruzione. Per l'anima non c'è mai nascita né morte. Non viene ucciso quando il corpo muore o viene ucciso. Come una persona indossa nuovi indumenti, rinunciando a quelli vecchi, allo stesso modo, l'anima accetta nuovi corpi materiali, rinunciando a quelli vecchi e inutili. Certamente questa conoscenza può alleviare chiunque dall'ansia che viene dal pensare che la nostra esistenza sia finita alla morte. Spiritualmente, non moriamo; tuttavia, il corpo viene utilizzato fino a quando non è più adatto per continuare. A quel tempo, potrebbe sembrare che moriamo, ma non è così. L'anima continua il suo viaggio verso un altro corpo secondo il suo destino.

Viene anche spiegata l'indistruttibilità dell'anima. L'anima individuale è infrangibile e insolubile, e non può essere né bruciata né secca. L'anima è eterna, immutabile e eternamente uguale. Sapendo questo, non dovremmo addolorarci per il corpo temporaneo. Quindi, il corpo si assottiglia e muore ma l'anima non muore: semplicemente cambia corpo. Pertanto, il corpo è come una camicia o un cappotto che indossiamo per qualche tempo, e quando è consumato, lo cambiamo per uno nuovo. Pertanto, la letteratura vedica, come la Chandogya Upanishad (8.1.1), menziona che la conoscenza del sé interiore è ciò che dovrebbe essere cercato e compreso da tutti. Realizzare la propria identità spirituale risolve i problemi e i misteri della vita. Più realizziamo la nostra identità spirituale, più vedremo che siamo oltre questi corpi materiali temporanei e che la nostra identità non è semplicemente un corpo bianco, o nero, o giallo, o grasso, magro, intelligente, stupido, vecchio , giovane, forte, debole, cieco, ecc. La cecità reale significa non essere in grado di vedere attraverso le condizioni corporee temporanee e superficiali e nella persona reale interiore. Vedere la realtà significa riconoscere la natura spirituale di tutti. Lo Srimad-Bhagavatam (11.28.35) spiega che l'anima è auto-luminosa, al di là della nascita e della morte, e illimitata dal tempo o dallo spazio e, quindi, oltre ogni cambiamento. Il Bhagavatam (11.22.50) sottolinea anche che come si assiste alla nascita e alla morte di un albero ed è separato da esso, allo stesso modo la testimonianza della nascita, della morte e delle varie attività del corpo è dentro ma separata da esso. La dimensione dell'anima è descritta anche nella Svetasvatara Upanishad (5.9): "Quando il punto superiore di un capello è diviso in cento parti e ancora ciascuna di tali parti è ulteriormente suddivisa in cento parti, ciascuna di tali parti è la misura della dimensione dell'anima spirituale. "Quindi considerando che il diametro di un tipico pelo è largo circa tre-millesimi di pollice, allora dividerlo in cento parti, e poi dividere una di quelle parti di nuovo in cento parti significa che sarebbe microscopico. E poiché è spirituale e non fatto di sostanza materiale, percepire la presenza dell'anima non è così facile. È invisibile alla nostra visione materiale. La Katha Upanishad riferisce che all'interno del corpo, più in alto dei sensi e degli oggetti dei sensi, esiste la mente. Più sottile della mente è l'intelligenza, e più alto e più sottile di quanto l'intelletto sia il sé. Quel sé è nascosto in tutti gli esseri e non brilla, ma è visto dai sottili veggenti attraverso il loro acuto intelletto. Da questo possiamo capire che all'interno del corpo fisico grossolano, composto da vari elementi materiali, come terra, aria, acqua, ecc., c'è anche il corpo sottile composto dai sottili elementi sottili della mente, dell'intelligenza e del falso ego. Le attività psichiche si svolgono all'interno del corpo sottile. È anche all'interno del corpo sottile in cui esistono i ricordi delle vite passate, per quanto profonde possano essere. Tuttavia, l'essere vivente ha la sua forma spirituale che è più profonda di questa sottigliezza, altrimenti non potrebbe aver ripetuto nascite. Una persona vede effettivamente il suo sé spirituale così come la presenza dell'Essere Supremo quando percepisce che sia il corpo grossolano sia quello sottile non hanno nulla a che fare con il puro sé spirituale interiore. Pertanto, si potrebbe chiedere che, poiché siamo separati dai corpi grossolani e sottili, perché ci identifichiamo così fortemente con il corpo materiale? Si spiega che sebbene il corpo materiale sia diverso dall'anima, è a causa dell'ignoranza dovuta all'associazione materiale che ci si identifica erroneamente con le condizioni corporee alte e basse. È ulteriormente elaborato che solo a causa della mente e dell'ego tale sperimentiamo felicità materiale e angoscia. Tuttavia, in realtà, l'anima spirituale è al di sopra di tale esistenza materiale e non può mai essere realmente influenzata dalla felicità materiale e dall'angoscia in qualsiasi circostanza. Una persona che percepisce veramente questo non ha nulla da temere dalla creazione materiale o dall'apparizione di nascite e morti. Così, può ottenere una vera pace. Il Chandogya Upanishad (8.1.5-6) ​​continua a spiegare che il sé è libero dal peccato e dalla vecchiaia, dalla morte e dal dolore, dalla fame e dalla sete, dalla lamento e dalla tristezza e da tutte le forme corporee identificazione. Desidera solo ciò che dovrebbe desiderare e non immagina altro che ciò che dovrebbe immaginare. Chi si allontana da questa vita senza aver scoperto il sé e quei desideri veri o spirituali non ha libertà in tutti i mondi. Ma quelli che partono da qui dopo aver realizzato la propria vera identità spirituale e quelle inclinazioni spirituali hanno la libertà in tutti i mondi. Quindi, per riassumere, l'anima è una particella di coscienza e beatitudine nel suo stato purificato di essere. Non è materiale in alcun modo. È ciò che parte dal corpo al momento della morte e, nel corpo sottile, trasporta le sue impressioni, i desideri e le tendenze mentali, insieme ai risultati karmici delle sue attività da un corpo all'altro. Comprendere e percepire questo sé, che è la nostra autentica identità spirituale, è il vero obiettivo della vita. Tale realizzazione allevia uno di ulteriore esistenza materiale. Come è spiegato, coloro che hanno purificato la loro coscienza, sono stati assorbiti dalla conoscenza spirituale e hanno assolto ogni impurità nella mente, sono liberati dal karma che li libera da qualsiasi nascita futura. Sono liberi da altre nascite nel mondo materiale e vengono liberati nell'atmosfera spirituale. Come fare questo è il risultato finale dell'esistenza umana.

Da dove provengono le vostre Scritture?

Sebbene il movimento Hare Krishna sia stato fondato in Occidente solo nel 1966, le sue radici si estendono per migliaia di anni nel passato, nella tradizione vedica dell'India. I Veda erano originariamente una tradizione vocale, ma poi furono scritti in sanscrito più di 5000 anni fa. Il compilatore della letteratura vedica, Srila Vyasadeva, divise la conoscenza vedica in vari dipartimenti di conoscenza, materiale e spirituale, affidando ai suoi discepoli sezioni particolari. In questo modo, le scritture si sono sviluppate nei quattro Veda, nei Vedanta Sutra, nelle 108 Upanishad principali, nel grande Mahabharata che include la Bhagavad-gita e nei 18 Purana principali, tra gli altri testi. Dei Purana, il Bhagavata Purana o Srimad-Bhagavatam è descritto come il frutto più maturo di tutta la letteratura vedica. È accettato dalla tradizione vedica come la conclusione dei principi e della comprensione vedantica, e mette in relazione i passatempi e le caratteristiche del Signore Supremo. Il processo di sviluppo spirituale descritto nella letteratura vedica è un processo graduale di realizzazione di Dio e amore per Dio. Questa saggezza è stata attentamente preservata e tramandata attraverso i secoli attraverso il veicolo della successione di maestri autorealizzati. Questa antica saggezza spirituale viene ora nuovamente presentata in Occidente attraverso il Movimento Hare Krishna. Invitano persone di ogni tipo a visitare i loro templi, comunità e siti web e a partecipare in qualsiasi modo desiderino a questo sublime e facile processo di <em>bhakti-yoga</em> e Coscienza di Krishna. Ci sono anche molti libri che possono aiutare a comprendere come puoi iniziare questo processo spirituale.

Hare Krishna mantra, che cos'è?

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Un mantra è una vibrazione sonora spirituale che purifica la coscienza e risveglia l'amore di Dio. Il canto del maha-mantra Hare Krishna - Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare - è raccomandato nella letteratura vedica come il metodo più facile per quest'epoca (il kali-yuga), per raggiungere la realizzazione spirituale. Krishna è il nome sanscrito di Dio che significa "CoLui che attrae tutti", e Rama è un altro nome per Dio che significa "riserva di ogni piacere". Hare si riferisce all'energia divina del Signore. Quindi il mantra Hare Krishna significa: "O onnipotente, onnipotente Signore, o energia del Signore, per favore impegnami nel Tuo servizio". Ci sono due modi per cantare questo mantra: canto di gruppo (kirtana) e canto individuale su corona (japa). Per entrambi i metodi non si applicano regole rigide e chiunque può recitare in qualsiasi momento.

Ascolta il commento di Srila Prabhpada

Karma, che cos'è?

Il karma è uno di quegli argomenti che molte persone conoscono poco, ma pochi ne comprendono le complessità. Per cominciare, la terza legge del moto di Newton afferma che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale, questa è la legge del karma. La legge del karma afferma fondamentalmente che ogni azione ha una reazione e qualsiasi cosa tu faccia agli altri, in seguito, tornerà da te. Inoltre, l'ignoranza della legge non è una scusa. Siamo ancora responsabili per tutto ciò che facciamo, indipendentemente dal fatto che lo comprendiamo o meno. Pertanto, la cosa migliore è imparare come funziona. Se tutti capissero la legge del karma, vivremmo tutti una vita più felice in un mondo più luminoso. Perché? Perché potremmo sapere come regolare le nostre vite in modo da non subire le continue reazioni di ciò che abbiamo fatto a causa dei falsi obiettivi della vita. Secondo la letteratura vedica, il karma è la legge di causa ed effetto. Per ogni azione c'è una causa oltre che una reazione. Il karma viene prodotto eseguendo attività interessate allo sviluppo fisico o mentale. Si possono compiere attività pie che produrranno buone reazioni o un buon karma per il futuro divertimento. Oppure si può compiere egoismo o ciò che alcuni chiamano attività peccaminose che producono cattivo karma e sofferenza futura. Questo segue una persona ovunque vada in questa vita o in una vita futura. Tale karma, così come il tipo di coscienza che una persona sviluppa, stabilisce reazioni che è necessario sperimentare. La Svetashvatara Upanishad (5.12) spiega che l'essere vivente, l'anima jiva, acquisisce molti corpi fisici e sottili grossolani a causa delle azioni che compie, come è motivato dalle qualità materiali a cui ottiene. Questi corpi acquisiti continuano ad essere una fonte di illusione finché egli è ignorante della sua vera identità. Il Brihadaranyaka Upanishad (4.45) chiarisce ulteriormente che come l'atma o l'anima nei corpi grossolani e sottili agisce, così in tal modo ottiene condizioni diverse. Agendo santo diventa un santo e agendo immoralmente diventa soggetto alle conseguenze karmiche. In questo modo, acquisisce di conseguenza la pietà o il peso dell'empietà. Allo stesso modo, si afferma che come un uomo semina, così mieterà. Pertanto, mentre le persone vivono la loro vita presente, coltivano un particolare tipo di coscienza con i loro pensieri e attività, che possono essere buoni o cattivi. Questo crea il karma di una persona. Questo karma ci indirizzerà verso un corpo più appropriato per le reazioni che dobbiamo affrontare, o le lezioni che dobbiamo imparare. Quindi, la causa della nostra esistenza deriva dalle attività delle nostre vite precedenti. Poiché tutto è basato su una causa, è il karma di uno che determinerà la propria situazione, come razza, colore, sesso o area del mondo in cui uno apparirà, o se uno è nato in una famiglia ricca o povera, o essere sani o malsani, ecc. ecc. Grazie per aver letto Hare Krishna [learn_more caption = "Ulteriori informazioni"] Quindi, quando gli esseri viventi rinascono, ottengono un certo tipo di corpo che è più adatto al tipo di coscienza che hanno sviluppato. Pertanto, secondo il Padma Purana, ci sono 8.400.000 specie di vita, ognuna delle quali offre una particolare classe di corpo per qualsiasi tipo di desiderio e coscienza che l'essere vivente possa avere in questo mondo. In questo modo, l'essere vivente è il figlio del suo passato e il padre del suo futuro. Quindi, è attualmente influenzato dalle attività della sua vita precedente e crea la sua esistenza futura dalle azioni che compie in questa vita. Una persona si reincarnerà in varie forme di corpi che sono più adatti per la coscienza, i desideri e la dignità dell'essere vivente e per ciò che merita. Quindi l'essere vivente continua inevitabilmente in questo ciclo di nascita e morte e le conseguenze per le sue varie attività buone o cattive finché è materialmente motivato. Ciò che crea il karma buono o cattivo è anche la natura dell'intento dietro l'azione. Se si usano le cose egoisticamente o per rabbia, avidità, odio, vendetta, ecc., Allora la natura dell'atto è oscurità. Uno incorrerà in un cattivo karma che in seguito si manifesterà come un'inversione nella vita, eventi dolorosi, malattie o incidenti. Mentre le cose che sono fatte a beneficio degli altri, per gentilezza e amore, senza alcun pensiero di ritorno, o per adorare Dio, sono tutte azioni di bontà e pietà, che porteranno l'elevazione o la fortuna a voi. Tuttavia, se fai qualcosa di male che accade a causa di un incidente o di un errore, senza l'intenzione di arrecare alcun danno agli altri, il karma non è così pesante. Forse eri destinato a essere uno strumento nel karma di qualcun altro, che è anche tuo. Prenderà in considerazione la tua motivazione. Tuttavia, maggiore è l'intento o la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato, maggiore sarà il grado di reazione negativa che ci sarà. Quindi è tutto basato sull'intento che sta dietro l'azione. Tuttavia, dovremmo capire che, essenzialmente, il karma è per correggere una persona, non per una semplice retribuzione delle azioni passate. L'universo è basato su compassione. Ognuno ha certe lezioni e modi in cui deve svilupparsi, e la legge del karma in effetti la dirige in un modo per farlo. Nondimeno, non si è condannati a rimanere in questo ciclo di ripetute nascite e morti per sempre. C'è una via d'uscita. Nella forma umana si può acquisire la conoscenza della realizzazione spirituale e ottenere la liberazione dal karma e da ulteriori cicli di nascita e morte. Questo è considerato il risultato più importante che si possa ottenere nella vita. Questo è il motivo per cui ogni processo religioso nel mondo incoraggia le persone che vogliono la libertà dall'esistenza terrena a non desiderare attaccamenti materiali o piaceri sensuali che li legano a questo mondo, ma a lavorare verso ciò che può liberarli da ulteriori cicli di nascita e morte.Tutti il karma può essere negato quando si aspira veramente a comprendere o realizzare lo scopo superiore nella vita e nella verità spirituale. Quando si raggiunge quel punto, la sua vita può essere veramente spirituale che dà l'eterna libertà dal cambiamento. Cercando la Verità Assoluta o servendo Dio nel servizio devozionale, specialmente nel bhakti-yoga, una persona può raggiungere il punto in cui è completamente sollevato da tutti gli ostacoli o le responsabilità karmiche. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad-gita (18.66): "Abbandona ogni varietà di religione e arrenditi a Me. Ti libererò da ogni reazione peccaminosa. Non temere ". Senza essere allenati in questa scienza spirituale, è molto difficile capire come l'essere vivente lascia il suo corpo o quale tipo di corpo otterrà in futuro, o perché ci sono varie specie di vita che accolgono tutte le persone gli innumerevoli livelli di coscienza delle entità viventi. Come riferito nella Bhagavad-gita, coloro che sono spiritualmente ignoranti non possono capire come un'entità vivente può lasciare il corpo al momento della morte, né possono capire quale tipo di corpo godrà sotto l'influenza dei modi di natura. Tuttavia, chi è stato addestrato alla conoscenza può percepirlo. Quindi, incoraggiamo tutti a comprendere la legge del karma in modo più completo e come si può impegnarsi nel servizio di devozione del Signore per liberarsi da ogni karma buono o cattivo e sviluppare una coscienza puramente spiritualizzata. Questa è vera libertà e liberazione da tutti i limiti materiali attraverso i quali si può raggiungere lo strato spirituale.

Qual è lo scopo della vita?

Gli esseri viventi sono anime spirituali. Come tali, siamo parte integrante dell'assoluto supremo, Sri Krishna. Lo scopo della nostra vita è stabilire la connessione perduta con la Persona Suprema - Sri Krishna. Tutti noi stiamo cercando l'amore. Tuttavia, stiamo cercando di trovare il cosiddetto amore in questo mondo materiale - un mondo che è pieno di avidità, invidia, lussuria, rabbia, falso ego, illusione. Questo mondo materiale è pieno di tristezza e miseria. È' un mondo temporaneo. Si può venire sommersi da problemi in qualsiasi momento. Quindi i nostri tentativi di trovare la vera felicità in questo mondo materiale invariabilmente finiscono con la frustrazione. La vera felicità può essere trovata quando risvegliamo l'amore dormiente o la coscienza di Krishna. La vita umana è una possibilità per noi di ristabilire questa relazione. La coscienza di Krishna si ottiene pensando sempre a Lui, cantando il Suo santo nome, servendoLo, servendo i Suoi devoti e diffondendo le glorie del santo nome. Quindi, quando siamo impegnati nella coscienza di Krishna, sperimentiamo il più alto amore trascendentale: l'amore per Krishna, la Suprema personalità di Dio o prema bhakti. Raggiungere la prema bhakti è l'obiettivo della vita. Una vita di eternità, conoscenza e beatitudine!

Reinarnazione, che cos'è?

La reincarnazione è chiamata samsara nei classici testi vedici dell'India. La parola samsara è sanscrito e significa essere legati al ciclo di ripetute nascite e morti attraverso numerose vite. Il modo in cui funziona è che coloro che sono condizionati materialmente trasmigrano attraverso corpi diversi in base ai propri desideri e attività (o karma) passate e familiarità. I loro desideri, se materialmente motivati, richiedono un corpo fisico per consentire loro di continuare a elaborare i loro desideri materiali in varie condizioni di vita. Generalmente, nelle tradizioni orientali si considera che tutte le forme di vita o di specie hanno un'anima, che è l'entità che si reincarna. Prima di quando un'entità è pronta a incarnarsi come essere umano sulla Terra, l'anima può aver attraversato un'intera serie di vite per sperimentare vari livelli di esistenza e di coscienza. Il principio è che un'entità può effettivamente progredire attraverso le diverse specie di vita, gradualmente salendo fino a raggiungere la forma umana. Certo, il corpo è solo la copertura dell'anima in cui appare. L'essere vivente si muoverà continuamente verso l'alto nei suoi cicli di reincarnazione finché non avrà sperimentato tutte le principali varietà di esistenze che il regno materiale ha da offrire. In questo modo l'essere vivente è pienamente esperto nell'elaborare desideri o desideri materiali in tutti i tipi di forme quando raggiunge il livello umano. Naturalmente, non tutti gli esseri potrebbero dover affrontare tutto questo. Come funziona la reincarnazione è descritto più dettagliatamente nei testi vedici dell'India. La Bhagavad-gita (8.6) spiega che qualunque stato di coscienza si raggiunge quando lui o lei abbandona questo corpo, uno stato simile sarà raggiunto nella prossima vita. Ciò significa che dopo che la persona ha vissuto la sua vita, le numerose attività variegate della persona formano una coscienza aggregata. Tutti i nostri pensieri e azioni nella nostra vita influenzeranno collettivamente lo stato di essere in cui siamo al momento della morte. Questa coscienza determinerà a cosa sta pensando quella persona alla fine della propria vita. Quest'ultimo pensiero e coscienza dirigeranno quindi dove quella persona molto probabilmente andrà nella prossima vita perché questo stato di essere passa da questa vita alla successiva. Come viene ulteriormente spiegato, l'entità vivente nel mondo materiale trasporta i diversi livelli di coscienza da un corpo all'altro nello stesso modo in cui l'aria porta aromi. In altre parole, non possiamo vedere gli aromi trasportati dall'aria, ma può essere percepito dal senso dell'olfatto. In modo simile, non possiamo vedere i tipi di coscienza che l'essere vivente si è sviluppato, ma è trasportato da questo corpo al momento della morte e procede verso un altro corpo nella prossima vita per riprendere da dove era stato interrotto dal precedente esistenza. Naturalmente, la prossima vita potrebbe essere in un altro corpo fisico o in un corpo sottile tra le nascite, o anche negli stati d'essere celesti o infernali. Dopo la morte, si continua la coscienza che è stata coltivata durante la vita. Sono i nostri modelli di pensiero che costruiscono la coscienza, che poi ci indirizza verso l'esperienza richiesta dopo la morte. Il proprio stato di coscienza o concezione della vita esiste nel corpo sottile, che consiste nella mente, nell'intelligenza e nel falso ego. L'anima è coperta da questo corpo sottile, che esiste all'interno della forma materiale grossolana. Quando il veicolo fisico non può più funzionare, il corpo e l'anima sottili ne sono costretti a uscire. Poi, quando è il momento giusto, sono collocati in un'altra struttura fisica che adatta adeguatamente lo stato della mente dell'entità vivente. È così che lo stato mentale che attira l'uomo morente determina come inizia la sua prossima vita. Se il morente è assorto in pensieri di guadagno materiale o di piaceri sensuali di moglie, famiglia, parenti, casa, ecc., Allora deve, a un certo punto, ottenere un altro corpo materiale per continuare a perseguire i suoi interessi mondani. Dopo tutto, come si può soddisfare i suoi desideri materiali senza un corpo materiale? Per questo motivo, è meglio che una persona coltivi sempre attività pie e pensieri spirituali per aiutarlo a entrare in una vita migliore dopo la morte. Se una persona ha provato a tagliare i nodi dell'attaccamento alla vita materialistica e si è impegnata in attività spirituali, al grado di avanzamento che la persona ha fatto, lui o lei può andare in un regno celeste dopo la morte, o persino raggiungere il regno di Dio . In ogni caso, possiamo cominciare a capire che morire nella coscienza giusta per liberarsi dal ciclo di nascita e morte è un'arte che richiede pratica. Dobbiamo prepararci per il momento della morte in modo da non essere presi alla sprovvista o in uno stato mentale inadatto. Questo è uno degli scopi dello yoga. Dopo quello che può essere milioni di nascite e morti attraverso molte forme di vita, cercando di soddisfare tutti i desideri materiali, l'anima può cominciare a stancarsi di questi continui tentativi di felicità che spesso si rivelano così temporanei. Allora la persona può tuper trovare un significato spirituale nella vita. Nella ricerca del significato più alto, a seconda del livello di coscienza che una persona sviluppa, lui o lei può gradualmente entrare in livelli sempre più alti di sviluppo. Infine, se una persona scopre che in realtà non è questo corpo ma un essere spirituale al suo interno, e raggiunge un livello spirituale di coscienza, può perfezionare la sua vita in modo che entri negli strati spirituali e non debba più incarnarsi nel fisico mondo. Quindi, la liberazione è raggiunta attraverso la realizzazione del Sé e lo sviluppo del servizio di devozione a Dio, che è la perfezione del sentiero spirituale. Attraverso l'esistenza umana sulla Terra, è possibile accedere a molti altri piani di esistenza, incluso l'ingresso nel mondo spirituale. Dipende solo da come usiamo questa vita. L'idea che una persona abbia una sola vita per diventare qualificata per entrare in paradiso o per entrare nella dannazione eterna non offre all'anima alcun mezzo per la riabilitazione e solo una infinita sofferenza. Questo non è ragionevole. La dottrina della reincarnazione offre a chiunque ampie possibilità di correggere e rieducarsi nelle future nascite. Un'eternità all'inferno significa che un effetto infinito è prodotto da una causa finita, che è illogica. Dio non ha creato gli uomini per diventare niente più che un combustibile duraturo per nutrire i fuochi dell'inferno. Un tale scopo nella sua creazione non proviene da un Dio sempre amorevole, ma deriva dalle idee difettose dell'uomo e dalle sue concezioni imperfette di Dio. Dopo tutto, quanti uomini senza macchia potevano esserci in questo mondo? Chi ha un personaggio così puro da ricevere un passaggio immediato in paradiso? La Bhagavad-gita spiega che anche il peggiore peccatore può attraversare l'oceano della nascita e della morte salendo la barca della conoscenza trascendentale. Dobbiamo semplicemente essere sinceri nel raggiungere quella barca. Inoltre, una persona raccoglie i risultati delle sue azioni peccaminose per un periodo di tempo limitato. Dopo essere stato purgato dai propri peccati, cioè soffrendo le reazioni dolorose delle proprie cattive attività, una persona, sapendo il bene dal male, può avere una nuova possibilità di lavorare liberamente per la sua emancipazione da un ulteriore intreccio nella vita materiale. Quando merita e ottiene tale libertà, l'anima può godere della felicità perfetta ed eterna nella sua unione devozionale con l'Essere Supremo. Questo è il motivo per cui è sempre incoraggiato uno a cercare la conoscenza spirituale e la pratica dell'illuminazione. Sviluppando devozione sincera e purificata per il Signore, non ci si deve preoccupare della propria futura nascita. Una volta che una persona ha iniziato questo percorso di devozione, ogni vita si avvicina alla perfezione spirituale, in qualunque situazione si trovi. Così una persona è incoraggiata a pentirsi dei propri peccati o delle cattive scelte che sono state fatte sotto l'influenza di lussuria, rabbia o avidità e coltivare il perdono, la purezza e la generosità. Una persona dovrebbe anche impegnarsi in carità, penitenza, meditazione, japa (canto personale dei santi nomi del Signore), kirtan (canto congregazionale dei santi nomi del Signore) e altre pratiche spirituali, che distruggono tutti i peccati e rimuovono tutti i dubbi sulla conoscenza spirituale . Quindi attraverso la pratica costante si può raggiungere gradualmente il mondo spirituale ed essere liberi da ogni ulteriore entanglement nella reincarnazione.

Vegetariani, perché essere o diventare?

Sul sentiero spirituale, ci sono diversi motivi per cui una persona è raccomandata per essere vegetariana. Una ragione principale è che abbiamo bisogno di vedere la natura spirituale all'interno di tutti gli esseri viventi, e ciò include anche gli animali e le altre creature. Fratellanza universale significa nonviolenza sia agli umani che agli animali. Consiste nel comprendere che anche gli animali hanno un'anima. Sono vivi, coscienti e provano dolore. E queste sono le indicazioni della presenza della coscienza, che è il sintomo dell'anima. Persino la Bibbia (Genesi 1,21; 1,24; 1,30; 2,7; e in molti altri luoghi) si riferisce sia agli animali che alle persone come nefesh chayah, anime viventi. Coloro che mangiano carne, tuttavia, a causa del loro desiderio di mangiare animali o di vederli come una fonte di cibo per lo stomaco, non sono così facilmente in grado di comprendere la natura spirituale di tutti gli esseri. Dopo tutto, se sai che tutte le entità viventi sono essenzialmente spirituali e che tutti gli esseri viventi che sono coscienti mostrano i sintomi dell'anima interiore, allora come puoi ucciderli inutilmente? Ogni creatura vivente è anche la stessa di cui siamo nel rispetto che è anche figlia dello stesso padre, una parte dello stesso Essere Supremo. Pertanto, l'uccisione di animali mostra una grande mancanza di consapevolezza spirituale. Molte parti della letteratura Vedica descrivono come l'Essere Supremo sia il mantenitore di innumerevoli entità viventi, gli umani così come gli animali, ed è vivo nel cuore di ogni essere vivente. Solo quelli con coscienza spirituale possono vedere lo stesso Essere Supremo nella Sua espansione come Anima Suprema all'interno di ogni creatura. Essere gentili e spirituali verso gli umani e essere un assassino o un nemico verso gli animali non è una filosofia equilibrata, e mostra la propria ignoranza spirituale. La prossima ragione per essere vegetariani è considerare la quantità di paura e sofferenza che gli animali provano nel settore della macellazione. Ci sono innumerevoli storie di come nella paura le mucche piangono, urlano e talvolta cadono morte mentre sono dentro o anche prima che vengano portate nel macello. O come le vene dei maiali morti sono così grandi da mostrare che sono praticamente esplose dalla paura che il maiale ha provato e dall'adrenalina prodotta mentre veniva portata al macello. Ciò causa certamente un'immensa quantità di violenza per permeare l'atmosfera, che si spegne e ricade su di noi in una qualche forma. Inoltre, l'adrenalina e la paura nell'animale producono anche tossine che poi permeano il corpo di questi animali, che ingeriscono i mangiatori di carne. Le persone che consumano queste cose non possono fare a meno di esserne influenzate. Causa tensioni all'interno di loro individualmente, che poi si diffonde nelle loro relazioni con gli altri. L'antico testo Vedico della Manu-samhita (5,45-8) dice: "Chi ferisce gli esseri infetti dal desiderio di darsi piacere non trova mai la felicità, né vivente né morta. Colui che non cerca di causare la sofferenza dei legami e della morte alle creature viventi, ma desidera il bene di tutti gli esseri, ottiene una felicità infinita. . . La carne non può mai essere ottenuta senza danni alle creature viventi, e la ferita agli esseri senzienti è dannosa per il conseguimento della beatitudine celeste; Lascialo quindi evitare l'uso della carne. " La Bibbia (Romani 14,21) dice anche: "Non è né buono mangiare carne né bere vino". Un altro comandamento biblico (Esodo 23.5) ci istruisce ad aiutare gli animali nel dolore, anche se appartengono a un nemico. Anche le scritture buddhiste (Sutta-Nipata 393) consigliano: "Non distruggere o far distrarre alcuna vita o sanzionare le azioni di coloro che lo fanno. Lascia che si astenga dal ferire persino qualsiasi creatura, sia quelle forti che quelle che tremano nel mondo. "Si dice anche nelle scritture buddiste, il Sutra Mahaparinirvana," Il mangiare carne estingue il seme della grande compassione ".Per gli ebrei, il Talmud (Avodah Zorah 18B) vieta l'associazione con i cacciatori, per non parlare della caccia. Nel Nuovo Testamento Gesù preferì la misericordia al sacrificio (Matteo 9.13, 12.7) e si oppose all'acquisto e alla vendita di animali per il sacrificio (Matteo 21,12-14, Marco 11,15, Giovanni 2,14-15). Una delle missioni di Gesù era di eliminare il sacrificio animale e la crudeltà verso gli animali (Ebrei 10.5-10). Troviamo specialmente in Isaia dove Gesù disprezza il massacro e lo spargimento di sangue di uomini e animali. Dichiara (1,15) che Dio non ascolta le preghiere degli assassini animali: "Ma le tue iniquità hanno separato te e il tuo Dio. E i tuoi peccati ti hanno nascosto la sua faccia, così che Lui non ascolti. Perché le tue mani sono macchiate di sangue. . . I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente. . . non conoscono le vie della pace ". Isaia si lamenta anche di aver visto," Gioia e allegrezza, macellazione di bestiame e uccisione di pecore, consumo di carne e consumo di vino, come pensavi, 'mangiamo e beviamo, per domani noi moriamo. '"(22.13) È anche stabilito nella Bibbia (Isaia 66,3): "Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo". A questo proposito San Basilio (320-379 d.C.) insegnava: "Il vapore della carne daruccide la luce dello spirito. Difficilmente si può avere virtù se si gustano pasti a base di carne e di carne. "Quindi dovremmo trovare alternative all'uccidere gli animali per soddisfare i nostri appetiti, specialmente quando ci sono molti altri cibi sani disponibili. Altrimenti, devono esserci reazioni a tale violenza. Non possiamo aspettarci la pace nel mondo se continuiamo a uccidere inutilmente tanti milioni di animali per il consumo di carne o per abuso. Il terzo fattore per essere vegetariani è il karma. Come afferma la seconda legge della termodinamica, per ogni azione deve esserci una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale questa è chiamata la legge del karma, il che significa che ciò che gira intorno viene fuori. Questo riguarda ogni individuo, così come le comunità e i paesi. Come la nazione semina, così raccoglierà. Questo è qualcosa che dovremmo prendere molto seriamente, specialmente nel nostro tentativo di portare pace, armonia e unità nel mondo. Se tanta violenza viene prodotta dall'uccisione di animali, dove pensi che le reazioni a questa violenza vadano? Ci torna in tanti modi, come la forma del crimine di quartiere e della comunità e le guerre mondiali. La violenza genera violenza. Pertanto, questo proseguirà a meno che non sappiamo come cambiare.Isaac Bashevis Singer, che ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ha chiesto: "Come possiamo pregare Dio con misericordia se noi stessi non abbiamo pietà? Come possiamo parlare di diritti e giustizia se prendiamo una creatura innocente e versiamo il suo sangue? "Continuò dicendo:" Personalmente credo che finché gli esseri umani verseranno il sangue degli animali, non ci sarà mai alcuna pace . "In conclusione, possiamo citare il numero del 10 marzo 1966 de L'Osservatore della Domenica, il settimanale vaticano, in cui mons. Ferdinando Lambruschini ha scritto: "La condotta dell'uomo nei confronti degli animali dovrebbe essere regolata dalla giusta ragione, che proibisce di infliggere loro dolore e sofferenza senza scopo. Maltrattarli e farli soffrire senza ragione è un atto di deplorevole crudeltà da condannare da un punto di vista cristiano. Farli soffrire per il proprio piacere è un'esibizione di sadismo che ogni moralista deve denunciare. "Mangiare gli animali per il piacere della propria lingua quando ci sono molti altri cibi disponibili certamente si adatta a questa forma di sadismo. È ovvio che questo è controproducente per ogni pace, unità o progresso spirituale che desideriamo fare. È una delle cose che dobbiamo considerare seriamente se vogliamo migliorare noi stessi o il mondo. Quindi ecco alcuni motivi per cui una persona sinceramente spirituale sceglierà di essere vegetariana.

VALORE VEGETARIANO

Nel processo di bhakti-yoga, la devozione va oltre il semplice vegetarianismo e il cibo diventa un mezzo per il progresso spirituale. Nella Bhagavad-gita, il Signore Krishna dice: "Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri e reggi, così come tutte le austerità che puoi compiere, dovrebbero essere fatte come offerta a Me". ciò che mangiamo al Signore è parte integrante del bhakti-yoga e rende il cibo benedetto con potenze spirituali. Allora tale cibo è chiamato prasadam, o la misericordia del Signore. Il Signore descrive anche ciò che accetta come offerta: "Se uno mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o acqua, lo accetterò". Così , possiamo vedere che il Signore accetta frutta, cereali e cibi vegetariani. Il Signore non accetta cibi come carne, pesce o uova, ma solo quelli che sono puri e naturalmente disponibili senza danneggiare gli altri. Quindi sul sentiero spirituale mangiare cibo che viene offerto a Dio è la perfezione ultima di una dieta vegetariana. La letteratura Vedica spiega che lo scopo della vita umana è risvegliare la relazione originale dell'anima con Dio, e accettare il prasadam è il modo per aiutarci a raggiungere questo obiettivo.

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